Continuano i lavori in California per riparare la diga di Oroville, a rischio crollo. Uno dei due canali è, infatti, danneggiato e si teme un cedimento. Stando a quanto riportato dal Los Angeles Times, i costi delle riparazioni dovrebbero toccare i 200 milioni di dollari. Per oggi e domani non sono previste perturbazioni, ma le piogge dovrebbero tornare mercoledì e proseguire nel weekend. Tanta pioggia, come non si vedeva da anni e ciò complica la già precaria situazione. Nel frattempo, centinaia di persone stanno aiutando gli evacuati, offrendo loro ospitalità (in totale sono 188.000 persone). Chi è in grado di poter offrire un riparo agli sfollati può lasciare un messaggio sulla pagina “Oroville Dam Evacuation Help”, creata da un utente californiano (clicca qui per visitarla) e a quota, al momento in cui scriviamo, 3.796 follower. La pagina è diventata anche uno strumento per fornire aggiornamenti sulla diga di Oroville.



Si è fermato il forte flusso d’acqua che fuoriusciva dallo sfioratore di emergenza della diga di Oroville, in California. Nonostante ciò, resta in vigore l’ordine di evacuazione della popolazione nella valle sottostante alla gigantesca struttura: il rischio crollo non è più immediato, ma le incognite sulla sicurezza della diga di Oroville restano molte. Le autorità locali hanno fatto sapere, come riporta il Corriere della Sera, che il problema sarebbe stato provocato da una crepa causata dalla corrosione nello sfioratore d’emergenza. Sono otto gli elicotteri della Guardia Nazionale impegnati nei lavori di riparazione, mentre sono stati allertati 23mila soldati, che sono pronti ad entrare in azione in caso di necessità. Contestualmente il bacino viene lentamente svuotato per evitare di sollecitare ulteriormente la diga di Oroville.



Spaventa ancora la Diga di Oroville in California: l’emergenza è tutt’altro che finita, anche se il principale canale di scarico che nei giorni scorsi dava parecchi problemi, pare abbia visto rallentare la pressione dell’acqua nelle ultime ore. Non e’ un’esercitazione. Ripetiamo: non e’ un’esercitazione”, ha avvertito il Servizio metereologico nazionale, invitando le persone che vivono al di sotto della diga, almeno 130mila secondo la stampa Usa, a lasciare la zona e mettersi al sicuro in zone più sicure, più alte. L’allerta della diga di Oroville arriva dopo una settimana di tentativi per limitare i danni della crisi che sarebbe irreparabile se la diga crollasse: la riserva dirci più alta e grande degli Stati Uniti è sotto stretta osservazioni da giorni, visto che le forti piogge hanno fatto raggiungere la capacità limite delle acque di Oroville, il lago sovrastante la contea californiana. Come spiega il giornale della Protezione Civile italiano, che prova a spiegare quanto avviene in queste ore nei soccorsi Usa, «il suo principale canale di scarico è risultato danneggiato. Sabato il livello è salito così tanto che è stato utilizzato per la prima volta un canale di emergenza: le autorità hanno inizialmente pensato che funzionasse, ma domenica dopo che altre acque sono confluite nel bacino, si è scoperta una crepa causata dall’erosione. Una prima buona notizia sembra essere arrivata nella serata di domenica, quando la fuoriuscita delle acque dal principale canale di scarico ha cominciato ad allentare la pressione».



La diga di Oroville continua a tenere con il fiato sospeso l’intera California, dove l’allerta resta altissima in seguito al rischio inondazione. Per tale ragione nelle passate ore sono state fatte evacuare oltre 188 mila persone, numero che potrebbe salire ancora a causa della lesione dello sfioratore di emergenza registrato dalla diga più alta degli Stati Uniti. Come rivela l’agenzia di stampa Ansa, il governatore della California, Jerry Brown, ha dichiarato lo stato di emergenza in tre contee al nord dello Stato, esattamente Butte, Sutter e Yuba. Sebbene il violento flusso d’acqua che fuoriusciva dallo sfioratore si sia attualmente fermato, l’ordine di evacuazione resta comunque attivo fino a quando non ci saranno ulteriori informazioni sulle condizioni della diga di Oroville. Intanto, in seguito all’evacuazione, la rete stradale nei pressi del lago di Oroville risulta totalmente bloccata a causa della presenza di migliaia di vetture con a bordo coloro che stanno abbandonando la zona dopo l’ordine emesso dalle autorità locali. Continuano nel frattempo le operazioni di messa in sicurezza della diga su ordine del governatore della California che sta seguendo l’emergenza in tempo reale.

Una gravissima emergenza alla diga di Oroville in California, la più grande d’America: lo sfioratore di emergenza della diga è a rischio collasso per alcuni danni ancora tutti da accertare, e per questo motivo il rischio inondazione per tutte le aree sottostanti. Se dovesse succedere l’intera zona sarà allagata. Nella notte, il servizio metereologico nazionale, Nws, ha emesso una nuova allerta inondazione, da mercoledì sono previste ancora piogge. Oroville, Palermo, Gridley, Thermalito, South Oroville, Oroville Dam, Oroville East e Wyandotte sono state abbandonate. In tutto, 188mila persone evacuate nel giro di poche ore a soli 250 km da San Francisco: gli Stati Uniti sotto forte tensione per questa allerta che rischia di tenere per molte ore e forse giornate, il fiato sospeso; non si conoscono le cause del guasto ma c’è un buco nello scarico della diga che le autorità stanno cercando di tappare con le rocce in modo da ridurre il livello di acqua del lago e diminuire la pressione sullo sfioratore.

Se la diga di Oroville dovesse crollare “comporterebbe il rilascio incontrollato della acque del lago Oroville”, riporta il sito del Nws. Uno dei più grandi laghi artificiali della California: il suo livello di acqua è così alto che, per la prima volta in 50 anni, si sta utilizzando un canale di scarico di emergenza, La diga di Oroville si trova a 250 km da San Francisco ed è nota per essere la diga più grande di tutti gli Stati Uniti: serve la idrica più grande della California, fornendo acqua per l’agricoltura alla Central Valley, quella per i residenti e per le imprese nel sud dello Stato. Intanto ovviamente l’intera area è stata evacuata, circa 200mil persone, per non correre almeno il rischio di perdite umane qualora dovesse accadere la terribile inondazione; trecento gli agenti che sovrintendono all’evacuazione. “Ci sono ancora molte incognite” spiega lo sceriffo della contea di Butte, Kory Honea. «Abbiamo bisogno di continuare ad abbassare il livello d’acqua del lago e dobbiamo dare al dipartimento delle Risorse Idriche il tempo per valutare appieno la situazione in modo da capire se sia il caso o meno di ripopolare la zona». Intanto, in queste ultime ore, pare che il forte flusso d’acqua che fuoriusciva dallo sfioratore si sia fermato, ma l’ordine di evacuazione resterà in vigore fino a quando non ci saranno maggiori informazioni sulle condizioni della diga.