Nei giorni scorsi si è tenuto nella parrocchia di San Lazzaro travolta dallo scandalo una sorta di incontro chiarificatore tra il nuovo prete, sostituto di Don Andrea Contin ed i parrocchiani. Dopo l’incontro una parrocchiana, Corinna Zurlo, ha deciso di prendere carta e penna e di scrivere una lettera oggi riportata dal quotidiano Il Messaggero Veneto. Nella missiva la donna si pone tutta una serie di domande, dubbi leciti dopo lo scandalo a luci rosse e che mirano tutti verso gli stessi quesiti: come è stato possibile non accorgersi di quello che stava accadendo? Possibile che nessun amico, collega o parrocchiano avesse intravisto il minimo sentore di quello che si sarebbe poi tramutato un uno scandalo di elevata portata? “Come possono fatti così eclatanti e comportamenti così anomali non venire colti da parrocchiani e non? Come si spiega che tutti coloro che lo stimavano, compresi i familiari, non abbiano colto il suo disagio? Com’è possibile che una chiesa (curia) non abbia potuto difendere e proteggere un suo discepolo?”, si domanda oggi la parrocchiana. E’ la stessa donna a chiedersi, poi, come mai solo un gruppo di donne, fragili, quali “vedove, sposate, divorziate e maggiorenni” abbia potuto consolare gli istinti di Don Andrea Contin. “Ma queste donne sapevano di avere a che fare con un prete? Sapevano che il rispetto dell’abito talare sfocia nel rispetto della chiesa e di Dio?”, ha tuonato la parrocchiana delusa.

Il caso di Don Andrea Contin, ormai ex prete della parrocchia di San Lazzaro a Padova, è approdato in molte trasmissioni Tv, dove non sono mancate le testimonianze e le opinioni da parte di esperti ed altri appartenenti alla Chiesa. Di recente, lo scandalo a luci rosse è stato analizzato anche dalla trasmissione Quarto Grado, in onda su Rete 4, durante la quale è intervenuto Don Patrizio, dicendo la sua sull’ex prete sotto accusa. Se da un punto di vista morale ed ecclesiastico è accusato di aver intrattenuto rapporti sessuali con diverse parrocchiane, sul piano del diritto Don Contin dovrà rispondere dei reati di violenza privata e favoreggiamento delle prostituzione per i quali il suo nome è stato iscritto nel registro degli indagati. “Sono disgustato di questa storia di questo prete, ma la colpa non la do a lui”, ha commentato Don Patrizio intervenendo dallo studio di Quarto Grado. “Se tutto questo scandalo è successo in parrocchia, è anche colpa del vescovo il quale da maggio 2016 che sapeva di questa storia, non ha sospeso questo sacerdote dai propri ministeri”, ha aggiunto il parroco. Il vescovo Cipolla, solo nei giorni scorsi ha annunciato in una conferenza stampa ai giornalisti la decisione difficile e dolorosa di sospendere a Divinis Don Andrea Contin, denunciando e prendendo le distanze dal suo comportamento immorale come prete e come uomo.

Lo scandalo di San Lazzaro a Padova non accenna a far diminuire l’eco attorno a Don Andrea Contin. Ad intervenire nei giorni scorsi nel corso di una intervista, come riporta Il Gazzettino, è stata anche la showgirl argentina Belen Rodriguez che al settimanale Sette ha parlato anche del suo padre spirituale Don Roberto Cavazzana, finito anche lui al centro dello scandalo. Il nome del parroco di Rovolon è finito nell’inchiesta a luci rosse che ha travolto la Chiesa di Padova. Secondo quanto riportato dalla stampa locale, lo stesso Don Roberto, sentito in procura, aveva ammesso di aver preso parte agli incontri a luci rosse organizzati da Don Andrea Contin. “Lui mi è piaciuto tanto, un prete così moderno, pure un bell’uomo, simpatico”, ha commentato Belen Rodriguez in riferimento al parroco, anche lui allontanato dalla sua parrocchia. Don Roberto, prima di questo fatto di cronaca, infatti, era venuto alla ribalta per essersi gentilmente rifiutato di celebrare le nozze tra la showgirl e l’ormai ex marito Stefano De Martino, definendo l’evento un “circo mediatico”. Il suo nome era poi emerso dalla denuncia dell’ex amante 49enne di Don Andrea, che lo aveva tirato in ballo rivelando la sua presenza nell’ambito degli incontri dentro e fuori la canonica, in presenza anche di altri religiosi e di altre donne, alcune anche giovanissime.

Da settimane resta altissima l’attenzione attorno allo scabroso caso che ha investito la Chiesa di Padova, con protagonista indiscusso Don Andrea Contin. Le denunce a carico dell’ex prete della parrocchia di San Lazzaro sono partite da una sua ex amante 49enne della zona, solo una delle tante con le quali il religioso – che fuori dalla canonica era solito presentarsi come un avvocato, circondato spesso da belle donne in locali di lusso – avrebbe intrattenuto rapporti intimi in altrettanti incontri a luci rosse. La donna, oltre a svelare dettagli shock sulla loro relazione durata oltre quattro anni, ha anche rivelato le inaudite violenze alle quali è stata sottoposta da parte di Don Andrea Contin, del quale ha ammesso di essersi innamorata. Dopo essersene finalmente liberta, nonostante le continue minacce del Don del peccato, l’ex amante si sarebbe rivolta ai Carabinieri dando il via ufficiale all’inchiesta che vede ora Don Contin indagato per violenza privata e sfruttamento della prostituzione. Mentre le indagini vanno avanti nel tentativo di fare chiarezza sul secondo reato contestato e che risulta essere strettamente connesso alla elevata (e al momento ingiustificata) disponibilità economica dell’ex prete di San Lazzaro, si fa la conta dei possibili reati ai quali sarebbe andato incontro Don Andrea Contin. La trasmissione Mediaset, Pomeriggio 5, ha così messo in luce i guai a carico dell’uomo al centro dello scandalo e che potrebbero rendere molto difficile la sua posizione. Dopo la decisione del vescovo di Padova, che ha annunciato la sospensione a Divinis dell’ex parroco di San Lazzaro, ora è la giustizia a prendere la parola in merito alla vicenda a luci rosse della quale sarebbe il principale artefice. La trasmissione Mediaset ha voluto fare un’ipotesi dei reati già contestati senza ignorare al tempo stesso quelli che potrebbero ora aggiungersi man mano che procedono le indagini a suo carico. Dalle denunce dell’ex amante 49enne, sono emerse le botte e le continue vessazioni (anche documentate da vari certificati medici ed accessi al pronto soccorso) a suo scapito. Il reato contestato in questi casi è quello della violenza privata (per il quale è attualmente indagato Don Contin) con l’aggravante delle minacce con un coltello, per il quale è previsto il carcere fino a 4 anni. Altro reato contestato è quello dell’induzione alla prostituzione, per il quale l’ex prete rischia dai 2 ai 6 anni di reclusione ed un’ammenda da 250 a 10.400 euro: in merito sono in corso le indagini per stabilire se gli incontri a luci rosse in canonica e non solo, avvenivano dietro pagamento da parte dei partecipanti (si parla di almeno altri due preti oltre al noto Don Roberto Cavazzana). Don Andrea Contin avrebbe anche minacciato le sue amanti, a partire dalla sua preferita che lo ha poi denunciato, di diffondere i loro video a luci rosse se solo non avessero soddisfatto i suoi desideri. Questo può essere tradotto con il reato di estorsione, che prevede il carcere da 5 a 10 anni, oltre ad una multa da 1000 a 4000 euro. Nel corso delle indagini sarebbe poi emerso anche un presunto ammanco nei conti della Onlus Casetta Michelino a lui intestata. Se ciò dovesse trovare conferma dal lavoro degli inquirenti, per l’ex prete di San Lazzaro le cose continuerebbero a mettersi molto male poiché ai tanti reati ipotizzati si andrebbe ad affiancare anche quello di appropriazione indebita, che prevedrebbe fino a 3 anni di reclusione ed un’ammenda di 1032 euro. Il totale della pena, al netto di attenuanti e aggravanti e nonostante un ipotetico rito abbreviato, ammonterebbe a carico di Don Andrea Contin a ben 16 anni di reclusione, oltre al pagamento di quasi 28 mila euro di multa.