Il caso della 16enne travolta dallo scandalo del video hard girato a sua insaputa, pare, e diffuso su WhatsApp si discosta forse in un punto da quel terribile precedente qual’è la storia di Tiziana Cantone: questa volta è stato lo stesso web che ha fatto “memoria” dei gravi casi del passato e ha agito in protezione di questa ragazzina. Lo ha rivelato Luca Pisano, direttore dell’istituto e componente dell’Osservatorio sul Cybercrime, citando queste “sentinelle digitali” che hanno segnalato il video diffuso in Rete e divenuto virale in pochissimo tempo. «Abbiamo una rete di genitori digitali e una di studenti come sentinelle digitali, è grazie a questi gruppi che ci è arrivata la segnalazione del video”, ha detto Luca Pisano. “Non si riesce a controllare tutto quello che avviene online – spiega Pisano – per questo motivo abbiamo avviato questi gruppi. Ricevuta la segnalazione abbiamo subito interessato la polizia postale con la quale collaboriamo e poi abbiamo lanciato l’appello». 



Purtroppo il caso della 16enne di Cagliari stalkerizzata e minacciata dopo il video hard diffuso a sua insaputa da un amico ricorda e non poco il tragico caso di Tiziana Cantone: la ragazza campana morta suicida a settembre dopo una anno di insulti e minacce sul web per i suoi video hot girati in rete contro il suo volere. Il caso è molto simile: le immagini di una 16enne, filmata mentre è in atteggiamenti intimi con un amico, sono state diffuse su Whatsapp e divenute un caso in breve tempo nazionale, ben oltre il Cagliaritano. In due settimane il video è divenuto virale e la ragazza è stata bersagliata di insulti, volgarità e minacce. Scattate subito le indagini per questo ennesimo caso di Cybercrime con i genitori che hanno presentato una formale denuncia e la polizia postale, a cui è arrivata la segnalazione dell’Ifos l’Istituto di Formazione settore psico socio-sanitario, ha avviato le indagini per individuare i responsabili, come segnala L’Unione Sarda. Come invece riporta Repubblica, «Gli agenti della Polpost hanno avviato immediatamente le indagini e a breve presenteranno una relazione sia alla Procura per i minorenni che a quella ordinaria. Gli specialisti stanno infatti lavorando per identificare il ragazzo che amoreggiava con la ragazzina, chi ha realizzato filmato e chi lo ha poi diffuso e condiviso».



Come Tiziana Cantone, anche per la ragazzina 16enne di Cagliari il problema è duplice: la vergogna per il video fatto, magari soprappensiero, e il forte dolore per tutti gli insulti, le prese in giro e le minacce ricevute in un secondo tempo sul web dopo la diffusione contro la sua volontà del video hard. Luca Pisano, direttore dell’istituto e componente dell’Osservatorio sul Cybercrime, ha pubblicato su Fb un appello: “Urgente (diffusione virale video pedopornografico). Avviso per i genitori di Cagliari e hinterland. Da una segnalazione che mi è pervenuta risulta che un video (pedo) pornografico, in cui è visibile e riconoscibile una ragazzina (16 anni) di Cagliari, è persistentemente diffuso da numerosi ragazzi e ragazze tramite Whatsapp”. Secondo Pisano infatti gli attacchi già partiti in queste due settimane contro la ragazzina sono una vera e propria vessazione: «Premesso che la polizia postale è stata già allertata e che la condivisione del video costituisce reato, è necessario che i genitori controllino il cellulare e il profilo Facebook dei propri figli al fine di collaborare. È, infatti, necessario fermare la diffusione virale del video». Il problema viene rilanciato dopo lo scandalo per il caso Cantone che purtroppo è anche finito tragicamente con il suicidio della bellissima ragazza campana insultata e presa in giro per quelle immagini hot. La viva speranza è che in questo caso si riesca da un lato a fermare la diffusione e dall’alta boccare subito che i ha dato il via all’intera triste vicenda di cyberviolenze.

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