La notizia di Gianfranco Fini indagato per riciclaggio per l’inchiesta legata alla casa di Montecarlo è esplosa nella giornata di ieri. La vicenda già venuta alla ribalta nel 2010 fu portata avanti dagli avvocati Marco Di Andrea e Roberto Buonasorte, che la portarono alla luce sette anni fa. Proprio l’avvocato Di Andrea, ai microfoni della trasmissione ‘Legge o Giustizia’ su Radio Cusano Campus, ha raccontato la nascita della vicenda: a sua detta, fu un giornalista in pensione che, passando in Boulevard Charlotte dove è sita la casa, notò nei pressi dell’abitazione il cognato di Fini. Non solo, sul citofono notò anche il nome di Tulliani e da qui partirono i dubbi: come mai un bene devoluto da Colleoni al partito AN era in possesso dei parenti di Fini? L’avvocato ha poi raccontato anche l’incontro avvenuto tra Gianfranco Fini e Annamaria Colleoni: “Gli fu presentato al ristorante Ramarini di Monterotondo dal sottoscritto e da Roberto Buonasorte tra il ’92 ed il ’93. Lei dichiarò a Gianfranco Fini, in una saletta appartata, che, al suo decesso, avrebbe devoluto tutta la sua eredità ad AN. Fini, col suo accento bolognese, le disse: “Lei camperà 100 anni””, ha dichiarato. Sebbene la Colleoni fece un testamento olografo dove nominò erede universale di tutti suoi beni il partito AN, in realtà si scoprì poi che l’appartamento in questione apparteneva al cognato di Fini attraverso l’intestazione a una società offshore che faceva capo allo stesso Tulliani. “Che ci siano dei rapporti fra Corallo e i Tulliani mi sembra ormai evidenziato dai passaggi di denaro ricostruiti dagli inquirenti”, ha aggiunto Di Andrea. Il legale ha poi detto la sua sulla posizione di Fini, chiosando: “Laddove dovesse essere estraneo a questa ipotesi di riciclaggio l’On. Fini dovrebbe avere un comportamento coerente nei confronti di una famiglia che ha creato un danno così importante ad un personaggio politico”.



Indagato Gianfranco Fini per l’inchiesta della casa di Montecarlo legata alla famiglia della sua compagna Elisabetta: la notizia arriva come una bomba nelle segreterie dei vari partiti politici questa mattina, con notevoli reazioni della politica italiana per l’ex presidente della Camera ed ex leader di An indagato per riciclaggio dopo anni di inchieste e sentenze, con anche l’arresto di Francesco Corallo e Amedeo Laboccetta qualche mese fa. Sergio, Giancarlo e Elisabetta Tulliani sono accusati a vario titolo dei reati di riciclaggio, reimpiego e autoriciclaggio nella stessa inchiesta di Laboccetta e Corallo, con l’ex presidente della Camera che risulta dunque indagato per atto dovuto per via del suo legame con Elisabetta Tulliani. Sono stati anche sequestrati beni fino a 5 milioni di euro dalla Guardia di Finanza, con l’intera famiglia mesa ora sotto stretto giro per le presunte attività illecite. Secondo i pm infatti, Corallo e Laboccetta, assieme a Rudolf Theodor, Anna Baetsen, Alessandro La Monica e Arturo Vespignani facevano parte di un’associazione a delinquere transnazionale dedita a peculato, riciclaggio e sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. Come riporta TgCom 24, «i profitti ottenuti dall’associazione con il riciclaggio quindi, sempre secondo gli investigatori, sarebbero stati utilizzati da Corallo in attività economiche e finanziarie e in acquisizioni immobiliari. Profitti anche destinati ai membri della famiglia Tulliani».



Gianfranco Fini non è rimasto sorpreso per l’indagine a suo carico che questa mattina lo ha visto raggiunto da un avviso di garanzia per riciclaggio nell’ambito delle vicende sulla Casa di Montecarlo e sul traffico internazionale che aveva portato all’arresto Laboccetta e Corallo. «L’avviso di garanzia è un atto dovuto. Ho piena fiducia nell’operato della magistratura, ieri come oggi». commenta così lo stesso Fini l’inchiesta della Procura di Roma che lo vede indagato per riciclaggio. Secondo quanto riportato dall’Ansa sui motivi delle indagini contro Tulliani e Fini sarebbero quei fondi neri per decine di milioni creati da Corallo, re delle slot machine, in diversi paradisi fiscali sarebbero finiti direttamente a Sergio Tulliani, suocero di Fini, utilizzandoli per acquistare diversi immobili. La famiglia Tulliani con una parte di quei soldi avrebbe acquistato anche il famoso appartamento di Montecarlo che era di proprietà di Alleanza Nazionale quando Fini ne era segretario. Da qui era infatti nato tutto l’intero caso-politico che qualche anno fa portò discredito su Gianfranco Fini, con i primi articoli apparsi su Giornale e Libero che attaccavano l’avvenuto “tradimento” politico nei confronti di Berlusconi.

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