È morto Kim Jong-nam, assassinato da due donne nell’aeroporto di Kuala Lumpur in Malesia: si tratta del fratellastro del leader supremo della Corea del Nord, Kim Jong-un in questi giorni passato alle cronache per l’ennesimo azzardo e provocazione con il lancio del missile nucleare verso il Giappone. Poteva essere lui l’erede del “grande” capo Kim Jong-il e invece, dopo un misterioso casus belli che lo vide emarginato e esiliato a Macau, salì al potere il fratello ufficiale, Kim Jong-un. Il fratellastro è stato ucciso lunedì mattina in Malaysia: lo riferiscono l’agenzia Yonhap e altri media sudcoreani, in base a fonti del governo di Seul. La sequenza dei fatti riportata dalle agenzie internazionali fa sospettare e non poco di un omicidio politico: «L’assassinio di Kim, considerato dal 1994 al 2001 il vero delfino del “caro leader” Kim Jong-il, sarebbe avvenuto in una sorta di azione da spy-story all’aereoporto di Kuala Lumpur. Yonhap a TV Chosun, canale via cavo sudocoreano, hanno detto che l’omicidio sarebbe avvenuto in un aeroporto della Malaysia da due agenti donna non identificate che lo avrebbero freddato “con punte avvelenate”. Le sospettate sarebbero poi svanite nel nulla in un’azione che ha rafforzato la convinzione della polizia locale che possa esserci la Corea del Nord dietro l’operazione», scrive l’Ansa.
Dopo la morte assai sospetta di Jang Song-thaek lo zio dell’attuale dittatore di Nord Corea, ora la morte del fratellastro Kim Jong-nam rischia di far pensare seriamente ad un obiettivo plurimo di “sospetti” oppositori del regime. L’ex erede al trono pare potesse costruire una opposizione esterna al paese per poter destituire il “folle” dittatore nordcoreano: negli anni scorsi le poche interviste rilasciate dal fratellastro mostravano un tentativo “riformista” non certo riconducibile al leader Kim Jong-un: «mi auguro che il mio fratellastro possa lavorare per la prosperità del popolo nordcoreano». Ma si era anche dichiarato contrario all’ereditarietà del potere: «Non credo alla successione di generazione in generazione». Kim Jong-nam, 45 anni, è nato dalla relazione tra il “caro leader” e Sung Hae-rim, un’attrice sudcoreana di nascita morta a Mosca: la sua caduta in disgrazia fu causata dal goffo tentativo di raggiungere il Giappone a maggio 2001 con un passaporto falso dominicano volendo godersi una vacanza a Tokyo Disneyland.