Cinque carabinieri rinviati a giudizio per il caso Stefano Cucchi. A riportarlo è l’Ansa, secondo cui a finire sotto processo saranno fra gli altri i 3 militari che il 15 ottobre del 2009 arrestarono il geometra deceduto una settimana più tardi, accusati di aver pestato il giovane romano. Davanti al giudice i tre carabinieri dovranno rispondere delle accuse di omicidio preterintenzionale e abuso di autorità per aver sottoposto il ragazzo “a misure di rigore non consentite dalla legge”. Per gli altri due carabinieri coinvolti dall’inchiesta, riaperta dalla Procura della Repubblica di Roma nel settembre del 2015 su richiesta della famiglia di Stefano Cucchi con fascicolo d’indagine affidato al sostituto procuratore Giovanni Musarò, sono invece contestati i reati di calunnia e falso. L’inchiesta-bis del processo sulla morte di Stefano Cucchi riguarda nello specifico i carabinieri delle due caserme che hanno prima identificato e poi custodito in camera di sicurezza il 30enne deceduto al Gemelli di Roma.
Stefano Cucchi morì all’ospedale Sandro Pertini il 22 ottobre 2009 mentre si trovava sotto regime di custodia cautelare. Una settimana prima Stefano Cucchi era finito in manette dopo essere stato visto nell’atto di consegnare ad un uomo una busta trasparente, ricevendone in cambio una banconota. All’atto della perquisizione, Cucchi venne ritrovato in possesso di alcuni grammi hashish, cocaina e di un farmaco anti-epilettico. All’epoca del processo per direttissima Cucchi pesava 43 kg per un metro e 76 cm di altezza: all’imputato venne così riscontrato uno stato di malnutrizione. Una settimana più tardi, dopo aver trascorso una settimana all’interno del carcere di Regina Coeli, nel giorno del decesso Cucchi pesava solo 37 kg. La sorella di Stefano Cucchi, Ilaria, ha fatto della vicenda del fratello una battaglia di verità: nel corso del periodo di detenzione le condizioni del giovane peggiorarono vistosamente, tanto da far propendere per un ricovero, rifiutato dallo stesso Cucchi. A referto, come riportato da La Repubblica, furono messe lesioni ed ecchimosi alle gambe, al viso (inclusa una frattura della mascella), all’addome (inclusa un’emorragia alla vescica) e al torace (incluse due fratture alla colonna vertebrale).