L’ex generale dell’esercito Bruno Stano dovrà risarcire le vittime della strage di Nassiriya: lo ha deciso la corte d’appello di Roma, Prima sezione civile, che ha condannato l’ex comandante della missione, oggi in pensione. Stano, che era stato assolto in secondo grado con sentenza definitiva, è considerato dalla Cassazione colpevole di aver ignorato gli allarmi dell’intelligence e di aver sottovalutato il pericolo della base, che era troppo esposta. Il Sismi, come riportato da La Stampa, segnalò il 23 ottobre «un attacco in preparazione al massimo entro due settimane», due giorni dopo mise in guardia da un «camion di fabbricazione russa con cabina più scura del resto» e il 5 novembre lanciò un avvertimento, cioè che «un gruppo di terroristi di nazionalità siriana e yementa si sarebbe trasferito a Nassiriya». Per la Cassazione è apparsa evidente la sottovalutazione dell’allarme da parte dell’ex generale dell’esercito Bruno Stano, a capo della missione del 2003.
Chi, a differenza dell’ex generale dell’esercito Bruno Stano, non ha sottovaluto l’allarme è stato un colonnello dei carabinieri, che prima chiese il trasferimento e poi la chiusura delle strade al traffico, ottenendo solo la riduzione della carreggiata ad una sola corsia. Vana la richiesta di un mezzo corazzato all’ingresso, ma i terroristi arrivarono prima con la cisterna-bomba. Tutto sarebbe stato comunque inutile? Forse, ma gli effetti della deflagrazione sono stati moltiplicati, come riportato da La Stampa, dai sacchi di protezione riempiti di sassi e non di sabbia. E la vicinanza dalla riserva con le munizioni ha peggiorato la situazione. «Sullo specifico punto, anche un estraneo alle arti militari dovrà rilevare l’irresponsabile assurdità della collocazione così esposta di un deposito di munizioni», scrive la Cassazione. Non c’erano serpentine con blocchi di cemento, ma un carabiniere di guarda, colpito dai due kamikaze.