Il prossimo 4 marzo ricorrerà il primo anniversario della morte di Luca Varani, il giovane 23enne romano ucciso il 4 marzo scorso nell’appartamento al Collatino. Secondo l’accusa, ad essersi macchiati del terribile delitto – uno dei più cruenti degli ultimi anni – sarebbero i due trentenni, Manuel Foffo e Marco Prato, i quali avrebbero scelto la loro vittima al culmine di un festino a base di alcol e droga. Luca Varani fu massacrato con oltre 100 colpi tra martellate e coltellate su tutto il corpo. Di recente, come riporta il sito FanPage.it, la madre della giovane vittima, la signora Silvana, ha rotto il silenzio parlando alla trasmissione Porta a Porta. Il dolore per la famiglia del povero Luca Varani è ancora immenso, eppure la madre del 23enne ha ribadito il loro desiderio: “Non chiediamo vendetta perché non ci porta da nessuna parte, ma giustizia”. La famiglia del ragazzo romano finito nella trappola di Manuel Foffo e Marco Prato, ha ribadito la fiducia riposta nella giustizia auspicando a carico dei due imputati “in una pena commisurata al reato commesso”. Entrambi i presunti autori dell’omicidio di Luca Varani sono a processo ma le loro strade giudiziarie (e non solo) sembrano essersi separate definitivamente dal giorno del delitto: Manuel Foffo ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato e per lui l’accusa ha chiesto la condanna a 30 anni di reclusione (la massima pena prevista alla luce del procedimento scelto, senza alcuno sconto), mentre Marco Prato ha deciso di affrontare un processo ordinario e di riuscire in tal modo a dimostrare di avere avuto un ruolo marginale nell’omicidio del 23enne, nonostante le pesanti prove a suo carico. Entrambi i giovani sono accusati di omicidio premeditato, aggravato dalla crudeltà e dai motivi futili e abietti. Secondo il pm Francesco Scavo, la scelta della vittima avvenne a seguito di un vero e proprio macabro “casting”. Il corpo di Luca Varani, totalmente massacrato, fu trovato nell’appartamento di Foffo diverse ore dopo il suo delitto, dai Carabinieri.