Nel decreto Milleproroghe è stato posticipato il divieto di sperimentazione animale per test sulle sostanze d’abuso e xenotrapianti con una proroga di tre anni prima della sua entrata in vigore. Quindi i test sulle cavie per la ricerca su sostanze d’abuso e xenotrapianti potranno continuare fino al 2020. La proroga è stata approvata dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato ieri a maggioranza: si tratta dell’emendamento De Biasi, Cattaneo e altri che prevede tre anni (inizialmente erano cinque) di deroga al divieto di utilizzo della sperimentazione animale, divieto previsto dal decreto legislativo 4 marzo 2014, n. 26. La proroga della sperimentazione animale ha provocato reazioni di segno opposto. L’onorevole Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, ha commentato la decisione definendola una condanna a un “nuovo Medioevo della scienza”. Brambilla ha sottolineato che “i test sugli animali per le sostanze di abuso sono completamente superati e ormai ingiustificabili” e visto che “gli animali non fumano e non si drogano” non si capisce perché debbano essere “riempiti di fumo e di droghe”.



Contraria alla proroga della sperimentazione animale la Lav (Lega Anti Vivisezione) che parla di “esperimenti particolarmente inutili per i malati e crudeli per gli animali”. “Il Ministro della Salute Lorenzin, basandosi solo su un parere di parte, ha aperto la strada alle sofferenze e alle uccisioni di altre decine di migliaia di animali, con iniezioni di droghe nell’addome o nel cervello, shock acustici o tattili con pinze e piastre ustionanti, contraddicendo una Legge del 2014 firmata da lei stessa come Ministro già tre anni fa – afferma la Lav – in Senato poi hanno prevalso gli interessi di pochi e superati sperimentatori di Università che, volutamente sordi ai metodi sostituivi di ricerca come già praticati in altri Paesi del mondo, vogliono continuare a usare animali e senza nessun beneficio per gli esseri umani, e questo a spese del contribuente”. Di segno opposto la posizione dei ricercatori, come riportato dall’agenzia di stampa Ansa. In una nota il presidente della associazione a favore dei test sugli animali “Pro-test Italia”, Dario Padovan, spiega che la proroga di tre anni è stata “una media semplice tra le esigenze degli animalisti che non volevano deroghe, e la comunità scientifica che da anni sta cercando di far capire che questi capricci stanno di fatto bloccando milioni di finanziamenti alla ricerca italiana”.

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