Di Tiziana Cantone si torna a parlare nel corso della puntata de La Vita in diretta andata in onda oggi su RaiUno. Marco Liorni e Cristiana Parodi sono tornati sul caso della giovane 31enne di Mugnano (Napoli), suicida lo scorso settembre dopo che i Carabinieri della sezione cyber-crime di Napoli sono riusciti a sboccare il suo iPhone 5 e da qui sono stati estrapolati alcuni file audio risalenti a poche ore prima del suicidio. È la madre di Tiziana Cantone a prendere parola dopo quest’ultima scoperta, che è un importante passo in avanti nelle indagini. Il filmato mandato in onda a La Vita In Diretta vede la signora Cantone dichiarare: “Ho quasi la certezza di chi sia il regista, ho riconosciuto i posti in cui è stato girato e uno in particolare, ma ho anche riconosciuto una voce in particolare che è di una persona che conosco”. Bisogna ora attendere sviluppi nella delicata vicenda, anche se gli inquirenti, tramite sms e messaggi vocali, potrebbero ricostruire le ultime ore di vita di Tiziana e arrivare alle reali motivazioni che l’hanno spinta a togliersi la vita.
Potrebbe sopraggiungere presto una svolta importante, se non decisiva, nel caso di Tiziana Cantone, la giovane 31enne di Mugnano (Napoli), suicida lo scorso settembre. Un gesto drammatico, il suo, giunto come una sporta di ultimo grido d’aiuto dopo l’umiliazione subita in seguito alla diffusione di alcuni suoi video hard in rete. Come reso noto nei precedenti focus, ieri i Carabinieri della sezione cyber-crime di Napoli sono riusciti a sboccare l’iPhone 5 di Tiziana Cantone ed è proprio tra i dati in esso contenuti che potrebbe celarsi la verità sulla sua morte. Dallo smartphone, come reso noto da Tpi.it sono stati estrapolati alcuni file audio risalenti a poche ore prima del suicidio. Ora, proprio questi documenti potrebbero portare all’attesa svolta. Secondo quanto reso noto da Il Mattino, per sbloccare l’iPhone 5 di Tiziana non è stato necessario inviare in America lo smartphone né appellarsi alla Apple, casa di produzione del cellulare. E’ stato sufficiente applicare un procedimento informatico simile a quello adottato dall’Fbi nel caso della strage di San Bernardino in California. Grazie all’aiuto di un ingegnere informatico, di grande tecnica e di algoritmi, si è evitato che il cellulare si bloccasse al decimo tentativo di accesso facendo leva su un “bug” del sistema operativo. Ora, grazie ai dati recuperati le indagini sulla morte di Tiziana Cantone potrebbero finalmente subire l’attesa svolta oltre ad una sperata accelerata: intanto il caso Cantone sta fungendo da “precedente” anche per altri casi analoghi, per fortuna senza l’epilogo tragico finale, ma con lo stesso pericolo di cyberviolenze e diffusione virale di immagini hot contro la propria volontà (come avvenuto ad esempio in queste ultime due settimane a Cagliari).
Dopo 6 mesi dal suicidio di Tiziana Cantone, i carabinieri di Napoli sono riusciti a sbloccare il telefonino (un iPhone 5) della ragazza suicida per video hard e offese in oltre un anno di triste vicenda chiusasi nel modo peggiore. Dopo la diffusione in rete del video hot che la ritraeva e dopo essere stata vittima di cyberviolenze per oltre un anno, Tiziana Cantone si è tolta la vita e molte verità potrebbero essere inserite nel suo smartphone: da oggi è stato sbloccato dai militari della sezione cyber-crime del comando provinciale di Napoli hanno estrapolato alcuni file audio risalenti alle ore precedenti alla morte che potrebbero dare importanti informazioni su quanto accaduto. Secondo quanto riportano le fonti interne a Repubblica, «Con l’aiuto di un consulente, l’ingegnere Carmine Testa, i carabinieri sono stati in grado di evitare che il cellulare si bloccasse, dopo il decimo tentativo di accesso, sfruttando un “bug” del sistema operativo dell’apparecchio». A questo punto sarà possibile anche provare a contattare eventuali altri ragazzi che potrebbero essere stati coinvolti nella diffusione del video hard e completare il quadro di una vicenda che a sei mesi al suicidio è tutt’altro che conclusa.