Il delitto di Maurizio Gucci, ucciso a Milano nel 1995 è tornato al centro della cronaca in seguito alla decisione del pm di non opporsi alla revoca della misura di tre anni di libertà vigilata a carico di Patrizia Reggiani. La donna era stata condannata a 26 anni di reclusione per l’omicidio del marito e nei mesi scorsi, come ricorda Il Giorno nella sua versione online, aveva finito di scontare la pena detentiva. Se in futuro il giudice di Sorveglianza dovesse decidere di accogliere la richiesta dell’accusa, dunque, non avrebbe più alcun obbligo. Patrizia Reggiani dopo 17 anni trascorsi in carcere era stata affidata ai servizi sociali, lavorando per diverso tempo presso lo showroom di alta bigiotteria Bozart, nel cuore di Milano. Assistita dall’avvocato Danilo Buongiorno, la donna accusata del delitto Gucci era presente in aula anche in occasione dell’udienza odierna nella quale si è espressa la pubblica accusa. Al cospetto del giudice si è detta molto contenta e sollevata per l’esito della giornata. Appena fuori dal tribunale ha concesso qualche breve dichiarazione ai giornalisti ed alla domanda se ritiene di essere ancora innocente a distanza di molti anni dall’omicidio di Maurizio Gucci, la donna si è limitata a rispondere: “Temo di sì”. A sua detta, tuttavia, sarebbero stati compiuti diversi errori, come ad esempio “far entrare l’Auriemma (la cosiddetta maga condannata con lei per l’omicidio del marito, ndr) in un pollaio tranquillo”. Attualmente le sue condizioni di salute non risultano buone: di recente ha subito un’operazione alla gamba che le ha limitato i movimenti, ma nonostante questo si ritiene molto sollevata dall’esito dell’udienza odierna. Sebbene abbia bei ricordi di questi anni di libertà, non rinnega i 17 anni vissuti nel carcere di San Vittore, dalla stessa Patrizia Reggiani ribattezzato “Victor Residence”.