Dopo le parole dei genitori di Elena Ceste, oggi è intervenuta alla trasmissione La vita in diretta anche la cugina della donna uccisa e per il cui omicidio è stato condannato anche in Appello il marito Michele Buoninconti. L’uomo, che continua a professarsi innocente, dopo la decisione della Corte di ieri che ha confermato la pena inflittagli in primo grado, ha fatto rientro nel carcere di Verbania. Al tempo stesso, i genitori di Elena Ceste, presenti in aula, sono tornati nella loro casa di Govone, dove ad attenderli vi erano i quattro nipoti e la cugina di Elena, Fabrizia. Alla trasmissione di Rai 1 la donna ha commentato la lunga giornata vissuta in attesa della sentenza insieme ai bambini, con i quali ha aspettato il rientro dei nonni a casa. “Durante la cena io e i nonni abbiamo parlato con i bambini, abbiamo raccontato quello che era successo, come abbiamo sempre fatto in modo da renderli partecipi e senza nascondere mai nulla, cercando di essere una famiglia unita anche in momenti difficili come la pesante giornata di ieri”, ha raccontato. A sua detta, ed a detta degli esperti, è giusto che i bambini sappiano. Per tale ragione i figli di Elena Ceste e Michele Buoninconti erano sempre stati a conoscenza delle udienze e anche ieri sera aspettavano dai nonni la conferma di quello che era accaduto e che si era deciso nell’aula del tribunale.



Hanno parlato ieri sera a Chi l’ha visto nel giorno dell’Appello a Michele Buoninconti, i genitori di Elena Ceste, ancora frastornati come se non fossero passati tre anni dalla morte della figlia. «Più ci penso e più è dura anche se sono passati tre anni, per me è come se fosse ieri. Non riesco a mettermi l’anima in pace e dire “Elena non c’è più”. are sparire così, una mamma di quattro bambini, non si può. Uscita nuda di casa? Non ci crederei nemmeno se me lo facessero vedere. È una cosa assurda», racconta in lacrime il signore Franco Ceste davanti a Federica Sciarelli in diretta tv. Presente con la moglie Lucia, affermano senza smettere di piangere, «Più passa il tempo più non salta fuori niente, c’è solo Michele. Non c’è nessun nome, né altre figure che si possano incolpare. Lui si dichiara innocente e non parlerà mai. Gli ho detto ‘Michele solo tu sai, io quella mattina non c’ero. Dimmi cosa è successo quella mattina?’ ma lui non mi ha risposto. Io non dimentico mai Elena, ci penso sempre, mi sembra di averla sempre davanti, che mi aiuta».



E’ giunta nel pomeriggio di ieri l’attesa sentenza della Corte d’Assise d’Appello a carico di Michele Buoninconti che si è espressa sull’omicidio della moglie Elena Ceste. Dopo la condanna a 30 anni di reclusione in primo grado, giunge la conferma della medesima pena già inflitta anche in Appello. Per la Corte, riunitasi per quasi cinque ore in camera di consiglio, l’assassino della donna di Costigliole d’Asti sarebbe proprio l’ex vigile del fuoco ora in carcere. Insieme alla conferma della condanna, come riporta il quotidiano Repubblica.it, sono stati confermati anche i risarcimenti già stabiliti in primo grado e disposto il sequestro conservativo dei beni di Michele Buoninconti, compresa la quota della casa ereditata dalla moglie uccisa. Ad esprimere grande soddisfazione per la sentenza sono stati gli avvocati Debora Abate Zaro e Carlo Tabbia che compongono la difesa della famiglia Ceste: “Non avevamo dubbi, non c’erano elementi diversi per arrivare a una sentenza diversa: questo è un omicidio premeditato”. Differente la teoria portata avanti dalla difesa di Buoninconti anche nelle precedenti udienze che hanno caratterizzato il processo d’Appello durante le quali si è sempre cercato di dimostrare come la morte di Elena Ceste fosse stata dovuta ad un incidente se non addirittura ad un’azione suicidaria da parte della stessa vittima. Per tale ragione gli avvocati Enrico Scolari e Giuseppe Marazzita avevano avanzato la richiesta di alcune nuove perizie, respinta in toto dalla Corte. La difesa dell’imputato faceva leva soprattutto su una frattura del l’osso del coccige della vittima e compatibile con una caduta accidentale. Diversa la posizione del pm Deodato per la quale Elena Ceste sarebbe stata uccisa da Michele Buoninconti in seguito all’ennesima lite per gelosia, strangolata subito dopo la doccia a causa della scoperta di alcune chat della moglie. Per tale ragione si tratterebbe di omicidio premeditato e aggravato dalla crudeltà. In aula, al momento della lettura della sentenza di condanna erano presenti anche i genitori di Elena Ceste, che hanno accolto il dispositivo con grande commozione prima di abbandonare il tribunale. Ai giornalisti gli avvocati di parte civile si sono limitati a commentare: “Contenti? Non si può essere contenti per l’omicidio di una figlia”. Intanto, dopo aver appreso la sentenza della Corte, l’avvocato Scolari ha definito il suo assistito “Sereno e tranquillo”. La difesa dell’uomo, dunque, attende le motivazioni prima di fare ricorso in Cassazione: “Vedremo come hanno valutato gli indizi e poi, con ogni probabilità, impugneremo la sentenza”.

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