È un fiume in piena quello che da Carlo Giovanardi si abbatte contro il problema della droga e del dramma di un suicidio come quello del giovanissimo ragazzo di Lavagna – morto tre giorni fa durante una perquisizione della Guardia di Finanza chiamata dalla madre, preoccupata perché il figlio spacciava hashish – e cita personaggi molto noti dello star system. Nell’intervista rilasciata a Radio Cusano Campus ne ha per tutti il buon Giovanardi, a cominciare dagli “idoli” della musica di oggi: «Come si toglie la droga dalle scuole? intanto iniziando a tacciare tutti i cattivi maestri, da Saviano fino a Fedez i quali cantano la bellezza della droga, la bellezza del drogarsi, il fumo, che come è noto dai 3 ai 18 anni comporta danni cerebrali irreversibili. Un ragazzo di 14 anni quando vede i suoi idoli che gli dicono ‘drogati’, ‘fatti le canne’, viene influenzato». Secondo Giovanardi, il caso di Lavagna come i tantissimi altri casi che purtroppo accadono ogni anno, evidenziano una situazione assai tragica per il livello di “solitudine” che provano questi ragazzi e ragazze che si abbandonano alla crisi della dipendenza dalla droga. «Fedez e J Ax inneggiano alla liberalizzazione della cannabis, questi qui sono idoli dei giovani, qui diciamo che scuola, insegnanti e genitori devono fare fronte comune per insegnare ai ragazzi che la droga gli distrugge la vita e poi ci sono figure che sono idoli dei giovani che cantano che drogandosi non succede nulla», conclude Giovanardi.
Carlo Giovanardi ne ha davvero per tutti dopo il terribile suicidio di Lavagna: non solo Fedez e J-Ax ma anche con i lunghi articoli di Massimo Gramellini e soprattutto di Roberto Saviano che hanno invocato un intervento della politica per una possibile liberalizzazione che possa risolvere finalmente il problema della droga. “E’ più accettabile che un sedicenne possa acquistare fumo in un coffee shop o da spacciatori che hanno a che fare da con un sottobosco criminale dal quale sarebbe consigliabile tenersi alla larga?”. E ancora: “Responsabiltà politiche che si celano dietro un fatto privato”, racconta Saviano. E Giovanardi invece rilancia sottolineando lo straordinario e struggente messaggio della madre di questo ragazzo 16 enne suicidato in Liguria. «Propongo che il toccante e intenso discorso della madre del ragazzo che si è suicidato venga trasmesso in tutte le scuole d’Italia come manifesto educativo. Quello che ha detto la signora, con grande coraggio, determinazione e convinzione è quello che tutti gli educatori dovrebbero fare. Il pezzo di Gramellini sul Corriere? Vuole dare ragione a chi pensa che la droga si debba dare anche ai minorenni? Qui c’è già chi sta tentando di criminalizzare quei due poveri eroici genitori e la Finanza che ha fatto solamente il proprio dovere. Quella madre, eroica e generosa, aveva il dovere di insegnare il bene e il male, di impedire che il figlio finisse in una situazione tragica che gli rovinasse la vita». La fragilità giovanile è un dramma reale, un «problema enorme, gigantesco, che passa anche attraverso i danni che fa la droga», ribadisce Giovanardi trovando almeno su queste parole la quasi totale condivisione su un caso di cui non avremmo mai voluto raccontare. (Niccolò Magnani)