C’è già chi parla di esilio voluto dal papa. Il cardinale Raymond Burke, come si sa, è tra i più fieri critici di Bergoglio, autore insieme ad altri tre colleghi di una lettera in cui si chiedono al papa delucidazioni in merito alla lettera pastorale Amoris laetitia, soprattutto sul caso spinoso della comunione ai divorziati. I “dubia”, dubbi, dei quattro alti prelati non hanno mai ricevuto una risposta diretta dal papa, cosa che aveva portato lo scorso dicembre Burke a mandare una sorta di ultimatum al papa stesso. Una frattura profonda tra tradizionalisti più accesi e Chiesa romana, anche se di fatto nella Amoris laetitia c’è tutto quello che c’è da sapere. Adesso Burke è stato mandato dal papa nella lontanissima isola di Guam nell’oceano pacifico: motivazione ufficiale indagare sulle accuse di pedofilia all’ex arcivescovo locale Apuron. Una inchiesta lunga e difficile che dura da tempo e che costringerà Burke a rimanere nell’isola fino a quando non la porterà a termine.



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