Anche chi ruba per fame commette reato. La condanna della donna per tentato furto di alcuni pezzi di formaggio da un supermercato è stata confermata dalla Cassazione con questa motivazione. La Cassazione ha sottolineato, come riporta La Repubblica, che “alle esigenze delle persone che versano in tale stato (di povertà, ndr) è possibile provvedere per mezzo degli istituti di assistenza sociale o per esempio la Caritas”. Quindi la donna, invece che rubare al supermercato, poteva rivolgersi alla Caritas per ricevere qualcosa da mangiare. La donna è straniera, si chiama Jonela S. e ha 36 anni: il 30 settembre 2014 aveva tentato di rubare sei pezzi di parmigiano all’Auchan di corso Romania, a Torino, per un valore di 82 euro. Una volta arrivata alla cassa, la donna aveva provato a pagare solo una bottiglia di acqua, una birra e un succo di frutta ma era stata vista dagli addetti alla vigilanza mettere i pezzi di formaggio in una borsa, dopo aver tolto le placche antitaccheggio. Così aveva ammesso, come riportato nella sentenza, “di avere rubato il formaggio per poterlo rivendere e guadagnare denaro per affrontare le esigenze di vita”. Ma la donna era stata condannata dalla Corte d’appello di Torino a due mesi di carcere e 400 euro di multa per tentato furto, condanna ora confermata dalla Cassazione.



Secondo l’avvocato della donna la sua assistita aveva tentato di rubare il formaggio proprio perché viveva in una situazione di povertà. Dunque per il legale si sarebbe trattato di una condizione prevista nel codice penale all’articolo 54, dove si afferma che “non è punibile chi ha commesso il fatto per esservi stato costretto dalla necessità”. La donna è stata prima condannata dal Tribunale di Torino e poi dalla Corte d’appello. I giudici della Cassazione hanno confermato le sentenze già emesse: la donna ha dei precedenti visto che era stata denunciata 13 volte per furto. Forse anche questo particolare ha avuto un peso nella decisione della Cassazione che un anno fa aveva emesso una sentenza diversa su un caso analogo di furto. Era stato infatti assolto un chochard genovese che, per la fame, aveva rubato due porzioni di formaggio e una confezione di wurstel del valore complessivo di 4 euro. La Cassazione precisa ora che anche in quel caso l’uomo “avrebbe potuto soddisfare i propri bisogni alimentari immediati rivolgendosi ad esempio alla Caritas”.

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