Gli inquirenti sono riusciti a sbloccare il telefono di Tiziana Cantone, la ragazza che si è uccisa lo scorso anno dopo che erano stati diffusi in rete suoi video hard poi diventati tristemente virali. Il modello di cellulare, un iPhone 5, è stato forzato con un algoritmo chiamato “brute force”, forza bruta, in grado di trovare il codice d’accesso per leggere le informazioni criptate che generalmente, dopo l’introduzione di dieci codici sbagliati, non sarebbe più possibile recuperare. Il metodo è lo stesso usato dall’Fbi per entrare nel cellulare degli autori della strage di San Bernardino, quando la Apple si rifiutò di collaborare. In questo modo, accedendo a tutti i messaggi contenuti sul telefono di Tiziana Cantone, gli inquirenti sperano di riuscire a risalire ai nomi delle persone – o della persona – che hanno, con il loro comportamento, spinto Tiziana Cantone a suicidarsi.



Con il telefono di Tiziana Cantone sbloccato, le indagini sulla sua morte potrebbero arrivare a una svolta: per adesso gli inquirenti si sono concentrati sull’ex ragazzo di Tiziana Cantone, Sergio Di Paolo, il cui ruolo nella vicenda non è ancora chiaro. Dopo la diffusione dei suoi video, Tiziana Cantone aveva cambiato nome e si era cancellato dai social network, ma i filmati erano diventati così virali da spingere la ragazza a togliersi la vita, tra la disperazione dei familiari e dei suoi cari. A diffondere i video sembrerebbero essere stati inizialmente quattro ragazzi, che poi li hanno diffusi in rete: un fenomeno questo, che negli ultimi tempi ha iniziato ad assumere una dimensione inquietante e preoccupante. Tiziana Cantone non è stata l’unica ragazza vittima di questo fenomeno: nel mondo sono diverse le ragazze, spesso molto giovani, che si sono tolte la vita per questi motivi.

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