Grave episodio a Ceuta, in Marocco, all’interno dell’enclave spagnola: questa mattina circa 800 migranti hanno assaltato il “muro” che delimita il territorio spagnolo da quello nordafricano, con 400 di essi che sono riusciti ad aprire un varco ed entrare all’interno dell’enclave, facendo esplodere la protesta con eco internazionale. Secondo quanto riportato le ultime agenzie sul territorio, si scopre che «Sono almeno 800 le persone che hanno partecipato all’assalto alle porte d’ingresso della barriera, composta da due recinzioni metalliche: circa la metà è riuscita a penetrare in territorio iberico superando la resistenza della polizia». Due migranti e tre agenti sono stati trasportati dopo gli scontri, in ospedale per fortuna senza grosse conseguenze di salute. Non solo, centinaia di migranti si sono arrampicati sulla recinzione di filo spinato di sei metri e hanno festeggiato per le strade nelle prime ore del giorno, gridando “libertà”.



Nel solo mese di gennaio circa 1.100 migranti avevano provato a entrare a Ceuta, ma la maggior parte di loro era stata respinta: i 400 circa che sono riusciti ad entrare oggi hanno festeggiato con una bandiera dell’Europa dopo i tanti, troppi giorni di devastazione passati all’esterno della struttura di Ceuta. La polizia spagnola non ha potuto fermare il gran numero di persone che premevano sulle entrate: una disperazione all’esterno e la visione di una speranza nei confini europei, anche se ci troviamo comunque sempre in Nord Africa. In questo dilemma gioca tutta l’esperienza di questi migranti, come dei tanti che riescono ad avventurarsi nei confini europei e che rappresentano ancora una sfida/minaccia che l’Europa intera deve prendersi carico prima o poi in maniera più incisiva. A Ceuta una fitta rete di 8 chilometri e alta sei metri, supersorvegliata, cerca di impedire l’ingresso dei disperati provenienti dal resto del territorio africano; le due enclavi spagnole di Ceuta e Melilla, vengono spesso utilizzate come punti di accesso in Europa dai migranti africani, che si arrampicano sulle recinzioni di frontiera oppure provano a nuotare addirittura lungo la costa. 

Leggi anche

Chiara Petrolini, il datore di lavoro: "Con i miei figli era amorevole"/ "C'è qualcosa che non torna"Alessia Pifferi, l'avvocato: "Non pensava di uccidere la bambina"/ "Serve una nuova perizia"