Non ci sarebbero alcun rischio contagio dopo il caso della 49enne morta a Milano di meningite menigococcica: questo è il messaggio dell’Ats Lombardia ai cittadini di Truccazzano, doveva viveva la povera donna morta in pochi giorni dopo un attacco fulminante della terribile malattia virale. L’attività al centro parrocchiale può continuare normalmente e senza interventi di disinfezione. Il meningococco non sopravvive nell’ambiente». La nota informativa di Ats Città di Milano è pubblicata sul sito del Comune da ieri mattina. Le informazioni, quelle da protocollo sul meningococco killer: «È a rischio di contagio chi ha avuto contatti per la persona malata per un periodo non breve. Si parla in questo caso di contatto stretto». In questi casi e solo in questi è prevista la chemioprofilassi, assai sconsigliata invece se si ha avuto contatti anche solo occasionali con la vittima. Resta l’avviso generale, ripetuto anche dopo questo caso di meningite: «Chiunque sia venuto a contatto con la malata, e per una decina di giorni dall’ultima frequentazione, è invitato a prestare attenzione a sintomi di sospetta infezione: febbre alta, mal di testa, vomito».
Scatta l’allarme a Milano per la meningite fulminante che ha colpito di nuovo: una donna di 49 anni è morta per meningite la notte scorsa all’ospedale San Raffaele di Milano. Lo ha reso noto l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera. Dopo la morte della prof del Curie Sraffa (qui sotto tutti i riferimenti) ancora la città milanese tristemente protagonista: questa volta la vittima era residente di Truccazzano, e il 14 febbraio era stata ricoverata presso il reparto rianimazione dell’ospedale San Raffaele già in gravi condizioni. La donna lavorava in una azienda in Monza-Brianza e per questo motivo l’Ats di Milano ha emesso un ordine di profilassi per tutti i collaboratori e colleghi della 49enne, assistiti dal personale del Servizio di Igiene Pubblica con Ats Brianza. Non è però l’unica notizia negativa dalla città di Milano, con la meningite meningococcica che è stata confermata anche per una piccola bimba di 7 mesi, ricoverata presso l’ospedale Buzzi di Milano. Come riporta Tg Com24, le sue condizioni cliniche sono ancora critiche. Anche in questo caso è in corso la profilassi dei contatti, limitati a famigliari e parenti dato che non frequentava comunità. «La bambina non è iscritta al SSR, non ha un pediatra di libera scelta e non ha fatto nessuna vaccinazione. Si tratta di una famiglia romena che vive in un appartamento, nella quale non sono emerse evidenti situazioni di trascuratezza ma di fragilità sociale», riportano i colleghi di Mediaset.
Purtroppo la città di Milano in questo febbraio deve registrare un forte allarme meningite per le due vittime e altri tre casi riscontrati, di natura diversa e tutti senza nessun legame tra di essi (il che esclude al momento il rischio di pandemia o contagio diffuso). Resta una situazione comunque da monitorare, con l’Ats lombarda che continua a rasserenare la popolazione annunciando come i casi riscontrati rientrano nella media nazionale e che non vi sono estremi per un allarme da contagio, anche dopo la morte della prof di 55 anni, Vittoria Patti. È purtroppo morta per il forte attacco di meningite la donna ricoverata l’8 febbraio all’ospedale San Paolo di Milano: l’insegnante 55enne è purtroppo deceduta in sole 24 ore dopo il ricovero, dopo che le condizioni erano parse subito molto gravi già dal primo trasporto nell’ospedale milanese. La prof del “Curie Sraffa” insegnava in ben nove classi della scuola e per questo motivo i controlli dell’Ats sono scattati già dalla mattina del ricovero, prima di sapere del decesso della povera insegnante 55enne. «Già nella serata di ieri sono stati raggiunti i contatti extra scolastici (4 familiari e 7 amici) della paziente, che sono già stati sottoposti a profilassi antibiotica. Nel rispetto dei protocolli internazionali di intervento avvieremo quindi la profilassi innanzitutto ai contatti piu’ stretti della paziente, cioè i ragazzi delle nove classi in cui insegnava e i colleghi docenti. Successivamente, sulla base delle indicazioni degli esperti, estenderemo la profilassi qualora necessario ad altri contatti all’interno della scuola», spiegava prima della notizia del decesso l’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera.