Il caso di Tiziana Cantone è nuovamente centrale nella cronaca nazionale alla luce delle novità emerse nel corso delle indagini. A parlare della drammatica vicenda della ragazza suicida è stato ieri anche l’avvocato Marazzita nel corso della trasmissione di Rai 1, La vita in diretta, affiancando la madre della vittima. Il legale ha spiegato che coloro che ricevettero privatamente tramite Whatsapp i video hard con protagonista Tiziana Cantone notarono una netta differenza tra le telefonate ed i messaggi diretti avuti con la ragazza (“persona gioviale, cortese ed educata”) e le comunicazioni scritte in chat su Whatsapp e nelle quali arrivavano i video. A detta dell’avvocato Marazzita si trattava di “conversazioni brutali, volgari, finalizzate a una comunicazione di basso livello come se fossero due persone, come se una era Tiziana e l’altra una maschera che serviva a rappresentare una fantasia altrui”. Purtroppo i video hard in questione sono ancora online ed è difficile eliminarli definitivamente a causa del vuoto normativo in tal senso. “Vorrei che la morte di Tiziana non fosse accaduta invano almeno per questo, vorrei che si facessero normative serie anche a livello internazionale, ma stiamo facendo grandi passi avanti grazie alla procura di Napoli”, si è augurata la madre a tal proposito.



Il sentore, in queste ore, è che la verità sulla morte di Tiziana Cantone sia sempre più vicina. Sono due le importanti novità emerse nel corso dell’inchiesta: lo sblocco dell’iPhone 5 della ragazza 31enne morta suicida e l’iscrizione nel registro degli indagati dell’ex fidanzato. Intanto, la madre di Tiziana continua a reclamare verità su chi era sua figlia e su cosa è accaduto realmente, e lo ha fatto anche ieri nel corso della puntata de La vita in diretta. “Lei è sempre stata manipolata”: ne è convinta la madre, la quale ha raccontato al programma di Rai 1 di essere stata presa sottogamba quando fece la prima denuncia. Ora la speranza della donna è quella di riuscire a scoprire chi è il vero colpevole e cosa c’è realmente dietro al suicidio dell’amata ed unica figlia. “Io penso che era tutto un disegno criminoso, perché c’è stata troppa speculazione sulla frase detta da mia figlia nel primo video”, ha aggiunto la donna, la quale ha ribadito di riuscire a trovare la forza proprio da Tiziana Cantone: “E’ lei che mi sta dando questa forza, era la mia unica figlia e per lei sto affrontando tutto questo. Forse la forza me la sta dando proprio lei che si è autoinflitta questa punizione come se avesse fatto un’ultima denuncia per dire ‘nessuno mi crede, tutti mi hanno abbandonata’”, ha chiosato la madre della giovane campana morta suicida.

Nei prossimi giorni il caso di Tiziana Cantone sarà ancora in prima fila nelle cronache di Napoli, per via dei vari interrogatori che prenderanno parte e spunto anche dal materiale che i carabinieri riusciranno a reperire nello smartphone sbloccato dopo sei mesi dal suicidio. Le indagini sulla morte della ragazza, per istigazione al suicidio (contro ignoti) sono coordinate dalla Procura della Repubblica di Napoli Nord (procuratore Francesco Greco e sostituto procuratore Rossana Esposito). Un’altra indagine, per diffamazione (che vede quattro indagati, i destinatari dei video hard) è in corso da parte della Procura di Napoli, partita dalla denuncia presentata da Tiziana e dal suo ex fidanzato Sergio Di Palo contro chi ha diffuso in rete i video. Infine, c’è una terza indagine, sempre coordinata dalla Procura di Napoli, che ipotizza il reato di calunnia, come quello di cui è accusati il fidanzato Sergio Di Paolo. Tutte e due le procure potrebbe a questo punto essere interessate ai dati che eventualmente fornirà il cellulare di Tiziana Cantone. Nei prossimi giorni il pm Esposito ascolterà alcune persone informate sui fatti (non sono quelle che sono ritratte nei video).

Tiziana Cantone, le inchieste sono ancora in corso e il caso è tutt’altro che chiuso. Resta il dolore, quello della madre Maria Teresa Giglio, degli amici di Tiziana e di tutti coloro che con la triste storia di cyberviolenze e insulti subite dalla 31enne campana si sono impressionati per l’intero svolgimento del processo negli scorsi mesi. Il suicidio della ragazza dopo i video hard non hanno lasciato in pace ovviamente la madre che con la figlia ha lottato per un anno intero per ottenere giustizia, visto che quelle immagini non le ha diffuse Tiziana e proprio su quelle si indaga ancora. Lo sblocco del cellulare tre giorni fa ha permesso la svolta decisiva, con il materiale contenuto che potrà essere molto utile in vista delle prossime decisioni degli inquirenti: con la prima di queste, il fidanzato di Tiziana Cantone, Sergio Di Palo, è stato indagato per calunnia e altri ancora potrebbero essere raggiunti da avvisi di garanzia nei prossimi giorni. Quello stesso Sergio che qualche mese fa la mamma di Tiziana bollava in questo modo: «È stata plagiata dal suo ex fidanzato. Mia figlia era fragile. Non aveva mai accettato di essere stata abbandonata dal padre. È per queste ragioni che quei ragazzi, in appena un anno, l’hanno condotta alla morte. Anche se in quella cantina dove si è tolta la vita Tiziana era da sola, moralmente, a tirarle il cappio intorno al collo sono stati l’ex fidanzato e quelli che ne hanno approfittato». Intervenendo ancora ieri a La Vita in Diretta, la madre di Tiziana Cantone ha voluto commentare le ultime svolte della Procura di Napoli: «Non è stata presa in considerazione come essere umano ed è questo che mi ha fatto molto male», ha aggiunto. La vicenda, a detta della madre di Tiziana Cantone, non è ancora del tutto chiara: «A divulgare i video non è stata mia figlia, lei è sempre stata molto riservata, voglio chiarire che mia figlia non ha divulgato queste cose». La ragazza è stata in terapia prima dell’inizio del suo incubo, a causa del forte trauma legato alla morte del nonno materno, l’unica figura maschile.

La seconda svolta in due giorni sul caso Tiziana Cantone: dopo lo sblocco del suo smartphone, ora arriva la svolta anche giudiziaria. Al fidanzato Sergio Di Palo è stato notificato un atto giudiziario per: l’ex di Tiziana Cantone risulta dunque indagato dalla Procura di Napoli per il reato di calunnia, con le prove decisive che hanno fatto scattare la mossa degli inquirenti che proverrebbero proprio dai materiali contenuti nell’iPhone di Tiziana. Di Palo è stato indicato dalla madre della bella trentunenne di Mugnano come colui che avrebbe indotto la figlia a girare filmini hard con uomini diversi e da cui è nata tutta la vicenda che ha portato fino al suicidio della Cantone. In una delle due indagini dunque la svolta decisiva: resta l’altro filone, quello per istigazione al suicidio, dove però le possibilità di andare oltre alle accuse della famiglia Cantone pare assai difficile, perché molto complesso da dimostrare un coinvolgimento di qualche amico o dello stesso fidanzato di Tiziana ad fare arrivare la ragazza fino all’estremo gesto.