Dei vari casi di meningite presenti a Milano, uno di questi vede un deciso miglioramento: la bimba di 7 mesi ricoverata all’ospedale pediatrico Buzzi vede migliore sensibilmente le sue condizioni di salute dopo l’attacco virale di meningite. «Inizia a rispondere positivamente alle terapie», afferma l’assessore Gallera, soddisfatto delle terapie di profilassi dopo il ricovero forzato. La bambina infatti non è iscritta al SSR, non ha un pediatra di libera scelta e non ha fatto nessuna vaccinazione. Si tratta di una famiglia romena che vive in un appartamento, nella quale non sono emerse evidenti situazioni di trascuratezza ma di fragilità sociale. Dopo due decessi, come quelli della 54enne professoressa e la 49enne impiegata, finalmente una notizia positiva nella difficile situazione della regione lombare e in particolare della città di Milano.
Mentre il caso meningite continua ad impazzare a Milano e provincia, dopo i 4 casi nel giro di poche settimane che allarmano anche la Regione, a Genova migliorano e restano stabili le condizioni della giovane educatrice ricoverata per meningite meningococcica nella notte tra venerdì e sabato all’ospedale San Martino di Genova. 35 anni, la donna lavora presso il Centro per bambini “Il Formicaio” e per questo motivo tutti i bimbi, i colleghi e i famigliari sono stati sottoposti in questi giorni alla profilassi e al vaccino somministrato. La novità di giornata viene dalla decisione della direzione San Martino che ha ritenuto opportuno prolungare ancora l’isolamento della paziente nel reparto di rianimazione, prima del trasferimento nella Clinica di Malattie Infettive. La terapia antibiotica risponde bene e per questo motivo non si vogliono rischiare possibili complicazioni, lasciando la 35enne ancora ricoverata ma in condizioni stabili dopo l’attacco fulminante di meningite. Un nuovo caso in Liguria dopo quello di La Spezia di inizio febbraio, ma non basta giustamente per poter parlare di allarme contagio.
In seguito agli ultimi casi di meningite scoppiati in Lombardia, è di nuovo allarme psicosi. Diversi genitori hanno portato infatti d’urgenza i propri bambini in ospedale a Melzo, in provincia di Milano, per sospetta meningite. Dodici bambini in particolare sarebbero stati sottoposti alle dovute analisi, ma la profilassi è stata disposta solo per 4 di loro. Gli altri ragazzini, invece, presentavano solo normali sintomi di influenza. L’allarme per la cittadinanza è scattato in seguito al tam tam di notizie che ha interessato i 12 piccoli pazienti ed alimentato dalla morte di una catechista avvenuta alcuni giorni fa. I sintomi dei ragazzini riguardavano tutti nausea, vomito, diarrea e urine dal colore strano, ma “sono stati già tutti dimessi, come rivela l’assessore al Welfare Giulio Gallera a Il Giorno. Solo quattro dei pazienti, inoltre, sarebbero stati sottoposti al protocollo sanitario previsto già lo scorso 16 febbraio, in seguito alla morte della loro catechista. In questo caso i sintomi sarebbero dovuti quindi all’influenza e non al vaccino per la meningite che è stato somministrato in quell’occasione. I contatti stretti che riguardano la donna, inoltre, e che sono stati sottoposti a profilassi, sarebbero in tutto 51 bambini e 46 adulti.
Un altro caso di meningite a Milano e ancora una volta in un ambiente scolastico, dopo il caso della 55enne insegnante morta ad inizio febbraio al San Paolo di Milano. Oggi la novità: un quattordicenne residente a Segrate (Milano) è ricoverato da ieri nel reparto di Rianimazione all’ospedale San Raffaele per sepsi meningococcica. Lo rende noto l’assessore lombardo al Welfare, Giulio Gallera: «al momento sono ancora in corso gli esami per individuare il ceppo, ma fortunatamente le sue condizioni sembrano migliorare». Sono ovviamente stati sottoposti a profilassi antibiotica 25 compagni di classe del ragazzo che frequenta l’Istituto Pavoniano Artigianelli di via Crespi, a Milano; 14 insegnanti e familiari e amici, in tutto 12 persone. Il caso riporta l’attenzione della meningite a Milano dopo un mese terribile con tanti casi e un’allerta di contagio che inizia a “serpeggiare” in alcune zone della città, che resta lo ricordiamo completamente al sicuro perché i casi “rientrano finora nella norma nazionale”, conferma l’Ats lombarda.
Con il ricovero per meningite del 14enne studente, purtroppo la città di Milano in questo febbraio deve registrare un forte allarme meningite. Due vittime e altri tre casi riscontrati, di natura diversa e tutti senza nessun legame tra di essi (il che esclude al momento il rischio di pandemia o contagio diffuso), l’ultima prima del ragazzo di quest’oggi era stata la donna 49enne di Truccazzano. Resta una situazione comunque da monitorare, con l’Ats lombarda che continua a rasserenare la popolazione annunciando come i casi riscontrati rientrano nella media nazionale e che non vi sono estremi per un allarme da contagio, anche dopo la morte della prof di 55 anni, Vittoria Patti. È purtroppo morta per il forte attacco di meningite la donna ricoverata l’8 febbraio all’ospedale San Paolo di Milano: l’insegnante 55enne è purtroppo deceduta in sole 24 ore dopo il ricovero, dopo che le condizioni erano parse subito molto gravi già dal primo trasporto nell’ospedale milanese. La prof del “Curie Sraffa” insegnava in ben nove classi della scuola e per questo motivo i controlli dell’Ats sono scattati già dalla mattina del ricovero, prima di sapere del decesso della povera insegnante 55enne. Dopo il caso del 14enne però qualcosa però è cambiato anche nelle disposizioni della Regione. «Alla luce di questo nuovo caso – dice l’assessore -, che segue quello delle scorse settimane che ha coinvolto due donne e una bambina, nonostante il tasso di incidenza dei casi di meningite nella nostra regione sia ancora coerente con quello degli scorsi anni, ho deciso di convocare una riunione affinché si avvii un approfondimento sul quadro epidemiologico ed eventuali azioni da adottare, con i massimi esperti di Igiene pubblica e Infettivologia», riporta l’assessore Giulio Gallera.