A poco più di un mese dall’uccisione di Isabella Noventa, il 19 febbraio 2016 venne a mancare il sub Rosario Sanarica, impegnato nelle operazioni di ricerca del corpo, restando incastrato nelle chiuse del fiume Brenta. Una doppia tragedia, dunque, alla quale i tre indagati ed a processo per l’omicidio della segretaria 55enne non hanno mai manifestato alcun sentimento di pentimento o dispiacere. Questa mattina, intanto, come riporta Padovaoggi.it, a partire dalle ore 10:45 presso la chiesa di San Pietro e Paolo in via Roma, a Noventa Padovana, si terrà una cerimonia di commemorazione in ricordo di Sanarico, fortemente voluta dal primo cittadino. Una circostanza che chiamerà a raccolta, oltre ai familiari ed alle autorità civili e militari, anche il capo della polizia e direttore generale della pubblica sicurezza, prefetto Franco Gabrielli, con i questori del Veneto. La cerimonia di commemorazione prevede la messa di suffragio seguita poi dalla lettura di una toccante lettera da parte di una 90enne della casa di riposo di Noventa e che ripercorrerà le tappe del tragico evento. Parteciperanno alla cerimonia anche alcuni studenti che leggeranno un componimento dedicato al sub che ha sacrificato la sua vita nel tentativo di trovare il corpo di Isabella Noventa, nel luogo indicato da Freddy Sorgato e che quasi certamente non corrisponde a realtà, alla luce dei tragici risultati.
Il caso di Isabella Noventa continua ad essere caratterizzato da molti punti oscuri, tra cui l’ultimo colpo di scena emerso nel corso dell’udienza preliminare e che metterebbe in difficoltà ulteriore i fratelli Sorgato. Il pm, infatti, aveva mostrato alcuni frame inediti nei quali è immortalata la Golf di Debora Sorgato e dai quali si ipotizza la presenza di due soggetti a bordo. Per l’accusa si tratterebbe dei due fratelli, insieme dopo l’omicidio di Isabella Noventa, il cui cadavere potrebbe addirittura essere all’interno del bagagliaio. A commentare questo aspetto è stato di recente Luigi Nicotera, tecnico informatico forense nonché consulente nel team che difende Debora. Intervistato da Libero Quotidiano ha commentato i nuovi filmati che incastrerebbero ulteriormente la donna. L’esperto non si è voluto spingere troppo oltre ricordando di essere ancora in fase di udienza preliminare, ma ha tuttavia asserito: “Da una primissima analisi non posso che associarmi al parere degli avvocati della signora Sorgato, secondi i quali, senza ulteriori approfondimenti scientifici, risulta molto difficile dire con certezza non solo chi ci fosse in quella macchina, ma soprattutto quante persone”. A sua detta, i frame sarebbero troppo poco chiari per permettere di trarre delle ipotesi, come si può intuire ad un primo sguardo ad occhio nudo. La difesa di Debora, dunque, potrebbe puntare proprio su questo al fine di scagionare da questa nuova accusa la propria assistita?
L’assenza del cadavere di Isabella Noventa, a oltre un anno dal suo delitto, continua a rappresentare il vero enigma dell’intero caso. Dal prossimo maggio inizierà il processo a carico dei tre imputati, Freddy Sorgato, la sorella Debora e la sua ex amante Manuela Cacco e la speranza della famiglia della vittima, uccisa in circostanze ad oggi misteriose la notte tra il 15 ed il 16 gennaio 2016 è proprio quella di trovare soluzione al mistero legato al corpo della donna. Nessuno dei tre imputati ad oggi ha mai detto la verità a tal proposito ma anzi, nel corso delle tante intercettazioni, soprattutto i Sorgato sono stati smascherati nell’atto di prendersi gioco degli inquirenti su questo aspetto, ribadendo, proprio in assenza del corpo di Isabella Noventa, la mancanza di prove concrete nei loro riguardi. Intanto, nella giornata di ieri si è celebrato il primo triste anniversario della morte di Rosario Sanarico, anche lui vittima nell’ambito del giallo sul delitto della segretaria di Albignasego. Sanarico è l’uomo che ha sacrificato la sua vita nel tentativo di cercare il cadavere di Isabella Noventa nelle acque del Brenta, dove Freddy Sorgato aveva indicato di averlo gettato dopo la morte della donna, a sua detta avvenuta in modo accidentale al culmine di un gioco erotico dagli esiti drammatici. Il corpo, tuttavia, non fu mai trovato ma Sanarico, il sub che prese parte alle ricerche, perse la vita tragicamente rimanendo incastrato nelle chiuse del fiume Brenta, mentre le operazioni venivano riprese in diretta tv da alcune trasmissioni del pomeriggio. In questa circostanza dolorosa per l’intera famiglia Sanarico, come rivela Il Gazzettino nella sua versione online, a provare un senso estremo di amarezza e desolazione è il figlio del sub, Alessio, il quale al pari della famiglia di Isabella Noventa ha voluto rivolgersi ai tre indagati, a partire da Freddy Sorgato. Quest’ultimo, nel corso delle intercettazioni in carcere non aveva riservato parole di pentimento neppure nei confronti del sommozzatore della Polizia di Stato rimasto ucciso, prendendosi ancora una volta beffa di lui e degli inquirenti. “Anche se non hanno percorso la via dell’umanità, commettendo l’omicidio di Isabella Noventa e depistando più volte le indagini, dicano ora dove si trova il corpo della donna affinché possa essere restituito alla sua famiglia e possa avere una degna sepoltura”: sono queste le parole che partono da Alessio Sanarico. Il ragazzo, ad un anno dalla morte del padre, auspica ciò che da oltre un anno spera anche Paolo Noventa, fratello di Isabella, ed in merito ha voluto aggiungere: “È quello che avrebbe voluto mio padre quel maledetto pomeriggio di un anno fa”. Ora, la speranza è che Freddy, anche in prossimità del processo con rito abbreviato, possa finalmente rivelare il luogo in cui è stato occultato, e quasi sicuramente distrutto il cadavere della povera Isabella Noventa, uccisa in modalità ancora ignote e soprattutto per motivi mai realmente resi noti ma ad oggi solo ipotizzati.