Norma McCorvey è morta il 18 febbraio a 69 anni: simbolo della lotta per la legalizzazione dell’aborto negli Usa, si è spenta in una casa di riposo in Texas. Conosciuta anche con lo pseudonimo di “Jane Rod”, lotto per il diritto di scelta delle donne di ottenere un aborto. Vittima di povertà e droghe, disperata per una gravidanza non voluta, Norma McCorvey è stata protagonista di decenni di battaglie, ma diede alla luce il bambino che non voleva far nascere, nonostante l’autorizzazione legale per abortire. Fino a quel momento nella maggior parte degli Stati Uniti l’aborto era possibile solo in caso di rischio di morte della gestante. La donna non poteva immaginare la portata che avrebbe assunto la sua battaglia: la Corte Suprema aprì le porte alla legalizzazione dell’aborto negli Stati Uniti. La decisione definitiva comunque arrivò quando la ragazza aveva ormai partorito e dato la figlia in adozione. Ne aveva comunque viste di tutti i colori da giovane: i maltrattamenti quando era bambina, lo stupro nell’adolescenza, è stata sposa bambina e ragazza madre. Si prostituiva, beveva e vendeva droga. Per due decenni è stata una lesbica dichiarata. Dieci anni dopo si è riavvicinata al cristianesimo. Per il reverendo Flip Benham, che l’aveva ribattezzata, Norma McCorvey era una donna che “andava in caccia di soldi”.



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