La svolta è arrivata ieri sera con il direttore dell’Unar che dopo lo scandalo svelato dal servizio di Filippo Roma a Le Iene Show di domenica scorsa, si è dimesso con effetto immediato dall’Ufficio Anti-Discriminazioni Razziali. In una intervista al Corriere della Sera questa mattina, Francesco Spano prova ad affondare la sua difesa su questa bufera sorta dopo il servizio tv; «Lo scandalo creato intorno al giro di prostituzione gay finanziato con fondi pubblici “è infondato, mi hanno messo in mezzo». Secondo Spano, non è stata violata alcuna legge visto che la procedura sarebbe trasparente e quei soldi elargiti non sono ancora stati spesi: «il finanziamento viene concesso in base al progetto e che funziona come rimborso spese. Il progetto presentato da Anddos prevedeva la realizzazione di centri di ascolto e supporto contro la violenza omofobica e si era classificato tra i primi 31 su 297, se non ricordo male». Spano attacca appieno Le Iene per come hanno montato il servizio, “in totale malafede” e si difende anche rispetto alla tessera dell’Arcigay in possesso dello stesso Spano (e che ha scatenato le polemiche per il possibile conflitto dì interessi presso progetti del mondo omosessuale): «Non ho capito come è successo, non so perché ho quella tessera. Potrei aver fornito i miei dati per l’ingresso in un locale di tutt’altro tipo, ma associato a quel circuito». Spano ha poi detto di aver subito denunciato la Anddos quando scoperto dei locali con bruttamente della prostituzione gay. 



Un servizio de Le Iene Show ieri sera sta scatenando la bufera contro l’Unar, l’Ufficio Anti-Discriminazioni Razziali, per aver forse finanziato un locale di sfruttamento della prostituzione omosessuale. Già 3 anni fa l’Unar era stato protagonista della celebre campagna di finanziamento a progetti di educazione Lgbt nelle scuole (con il direttore che aveva tra l’altro ricevuto una nota di demerito dal Ministero delle Pari Opportunità). Nel servizio mandato in onda ieri dalla iena Filippo Roma, si è scoperta una “dark room”, dove vengono organizzate orge e dove alcune persone si prostituiscono, finanziata con 55mila euro dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, quindi con soldi pubblici. È bufera da parte di tanti organizzazioni cattoliche e che in questi anni si sono distinte per continue accuse contro l’Unar per strani finanziamenti ad attività pro-gay o pro-Lgbt sul territorio sociale italiano. L’Ufficio anti discriminazioni razziali all’interno del Dipartimento Pari opportunità della presidenza del consiglio, che si occupa di promuovere la parità di trattamento e la rimozione delle discriminazioni razziali, etniche e sessuali con campagne di comunicazione e progetti in collaborazione con associazioni no profit; ora però l’accusa, con tanto di immagini, di presunti legami tra il direttore dell’Ufficio, Francesco Spano, con un’associazione lgbt censurata dal programma di mediaste, ma poi svelata su Facebook dal giornalista cattolico da sempre contrario all’Unar, Mario Adinolfi. 55mila euro di finanziamenti pubblici verso alcuni locali dove le accuse indicano vi sia uno sfruttamento della prostituzione gay, e un grosso business di rapporti a pagamento. Nel video qui sotto si può vedere anche la reazione contraddittoria del direttore Unar una volta davanti alle accuse e domande pressanti de Le Iene.



Il caso Unar ovviamente ha suscitato subito una grossa reazione della politica, specie in area centrodestra da sempre contro alcune campagne dell’Unar. «Chiediamo che l’UNAR, il sedicente ‘Ufficio Nazionale Antidiscriminazioni Razziali’ della Presidenza del Consiglio dei Ministri, venga chiuso oggi stesso. L’Italia non ha alcun bisogno di un ‘ufficio’ che con una mano finanzia un’associazione gay nei cui circoli si consumerebbero rapporti sessuali a pagamento e con l’altra scrive lettere ai parlamentari per censurare il loro pensiero», scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni. «Non un euro in più delle tasse degli italiani deve essere buttato per pagare lo stipendio a dei signori, come il direttore dell’UNAR Spano, che in evidente conflitto d’interessi assegnano decine di migliaia di euro di soldi pubblici ad associazioni di cui sono soci», conclude la presidente di FdI. Durissimo anche il commento di Lucio Malan, di Forza Italia, che parla di violazione costante della legge per questo ufficio all’interno del Ministero Pari Opportunità. «Non c’era bisogno del servizio delle Iene per sapere che da tempo l’Unar agisce al di fuori della legge, occupandosi soprattutto di questioni LGBT, quando la legge che lo istituisce parla solo di rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o l’origine etnica», conclude il senatore.

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