, il 48enne accusato di aver ucciso a calci e pugni la compagna Simona Simonini, rischia ora l’ergastolo. E’ questa la richiesta di condanna avanzata dal pubblico ministero di Brescia, Carlo Milanesi, in riferimento all’omicidio che si consumò il 16 novembre 2015 a Provaglio di Iseo, al culmine di una notte a base di alcol e droga. A darne notizia è stato il sito Corriere.it nell’edizione bresciana. La difesa dell’uomo rappresentata dall’avvocato Franco Abate, ha chiesto il riconoscimento di un vizio parziale di mente, ma per il giudice l’imputato era capace di intendere e di volere quando ha ucciso brutalmente Simona Simonini. In attesa della sentenza con rito abbreviato, che quasi certamente giungerà il prossimo primo marzo, come riportato da QuiBrescia.it, nei giorni scorsi sono stati resi noti i risultati della perizia eseguita a carico dell’uomo, ritenuto il responsabile dell’omicidio di Simona Simonini secondo la quale il 48enne era (ed è tuttora) capace di intendere e di volere. Il 16 novembre di due anni fa, era stato lo stesso Elio Cadei ad allertare le forze dell’ordine, dopo aver trovato il corpo della donna ormai privo di vita nella sua abitazione. Entrambi furono trovati dai carabinieri nella camera da letto, dove furono rinvenute anche diverse bottiglie di alcol vuote. Secondo l’accusa, i due compagni avrebbero trascorso insieme la notte tra bevute e droga come era già accaduto in altre occasioni. Elio si sarebbe poi scagliato contro la donna prendendola a calci e pugni. La situazione a suo carico era andata poi aggravandosi fino alla richiesta di essere processato con rito abbreviato condizionato dalla perizia psichiatrica, i cui risultati sono giunti nei giorni scorsi, alla vigilia della nuova udienza di oggi.