Il creato non va sfruttato come se fosse una proprietà privata, bisogna averne cura e quindi saperlo custodire: è questo il messaggio lanciato da Papa Francesco durante l’udienza generale che si è svolta a piazza San Pietro. Per il pontefice, dunque, bisogna abbandonare l’orgoglio e affidarsi alla speranza, ben sapendo che la misericordia di Dio potrà riparare al male che l’uomo fa alla terra. Il Signore, infatti, potrà risanare il male che l’uomo fa al creato. Papa Francesco ha citato l’Apostolo Paolo quando ha descritto la creazione come un dono meraviglioso che Dio ha messo nelle nostre mani. Ed è proprio attraverso la creazione che possiamo entrare in contatto con lui. L’egoismo che prende sopravvento sull’uomo è rappresentabile dall’immagine della distruzione del mondo che gli è stato donato. L’egoismo conduce l’uomo alla distruzione delle cose buone e belle che Dio gli ha affidato, invece «il cristiano non vive fuori dal mondo, sa riconoscere nella propria vita e in ciò che lo circonda i segni del male, dell’egoismo e del peccato. È solidale con chi soffre, con chi piange, con chi è emarginato, con chi si sente disperato…».
Le parole di Papa Francesco nell’udienza generale fanno eco in piazza San Pietro, soprattuto quando parla a braccio, utilizzando esempi semplici e chiari. Una dimostrazione del peccato dell’uomo sta, dunque, nella distruzione del creato, nell’abbandono della comunione con Dio: distruggere il creato e corromperlo è come sottometterlo al peccato. Papa Francesco ha poi spiegato che possiamo vedere ogni giorni di danni della perdita di fede, perché sono sotto gli occhi di tutti. Quando si spezza la comunione con Dio, ci si trova dinanzi alla perdita della bellezza e ci si trova avanti ad un mondo sfigurato, dove i segni della presenza del Padre sono stati cancellati; l’amore del creatore è oscurato dall’orgoglio dell’uomo che porta dietro di sé solo tristezza, dolore e tanta desolazione. Nonostante ciò, Dio non lascia solo nessuno, anzi da qui prende il via una nuova visione fatta di speranza e salvezza. I lamenti di sofferenza sono, infatti, anche il segno della nuova vita che sta per arrivare. L’uomo deve allontanarsi, però, dal lamento inutile e chiedere aiuto allo Spirito Santo, elemento di speranza e rinascita. Durante l’udienza generale di questa mattina Papa Francesco ha avuto un pensiero anche per il Sudan: ha chiesto, infatti, di non limitarsi ad appelli sterili, ma di agire con aiuti concreti. In un momento così difficile, c’è bisogno dell’aiuto concreto di tutti.