Sarebbero stati alcuni dissidi su questioni di vicinato a portare Antonio Sgrò di anni 68, ad uccidere il nipote, Francesco Filippone, giovane avvocato penalista rimasto oggi vittima di un agguato a Locri. E’ quanto rende noto Il Fatto Quotidiano nella sua edizione online, rivelando come tra i due parenti da tempo andavano avanti le liti. Entrambi, infatti, vivevano sul medesimo pianerottolo e condividevano un ingresso esterno che funge da accesso a tre appartamenti. Oggi si sarebbe consumata l’ennesima discussione al culmine della quale il 68enne avrebbe preso la sua pistola calibro 7.65 esplodendo almeno sei colpi contro il nipote, poi deceduto presso l’ospedale della città dove era giunto in codice rosso. Dopo la tragedia, l’amministrazione comunale ha deciso di annullare la sfilata dei carri di Carnevale prevista. In merito si legge sul sito Larivieraonline.com: “L’Amministrazione comunale della Città di Locri, turbata dal dramma che ha colpito le famiglie del giovane Francesco Filippone e tutta la comunità, comunica che la sfilata dei carri allegorici e lo spettacolo degli artisti di strada previsti per la festa di Carnevale sabato 25 febbraio, sono stati annullati. L’Amministrazione comunale si stringe al dolore delle famiglie e invita ad un momento di riflessione e preghiera”.



Ancora sangue a Locri, in provincia di Reggio Calabria, in seguito all’agguato mortale nel quale è rimasto vittima il giovane avvocato 35enne Francesco Filippone. Stando a quanto riportato da FanPage, il presunto assassino del penalista sarebbe uno zio, il 68enne Antonio Sgrò, il quale si sarebbe costituito volontariamente dopo il fatto, presentandosi ai Carabinieri. L’uomo sarebbe attualmente sotto interrogatorio, al cospetto del procuratore di Locri Luigi D’Alessio che sta ricostruendo la vicenda. La pistola usata per uccidere sarebbe già stata recuperata, quindi non resta che definire il movente che avrebbe spinto l’uomo a sparare diversi colpi di pistola nei confronti del nipote, a distanza ravvicinata, poco dopo le ore 13:00, proprio sotto l’abitazione dell’avvocato e soprattutto in una zona trafficata in un’ora di punta. Sarebbero stati almeno tre i colpi esplosi e che avrebbero colpito zone vitali del 35enne, spirato poco dopo l’arrivo in ospedale. Stando alle prime indiscrezioni emerse dalle indagini attualmente in corso, pare che l’assassino abbia utilizzato un’arma regolarmente detenuta per uccidere Francesco Filippone. Dalle informazioni finora trapelate, inoltre, sebbene continuino a restare ignoti i motivi del folle gesto, pare che dietro l’agguato ci siano questioni personali.



Nella giornata di oggi, poco dopo le 13:00, si è consumato un vero e proprio agguato a Locri nel quale è rimasto ucciso il giovane avvocato penalista Francesco Filippone di appena 35 anni. Come riporta TgCom24, la vittima è stata raggiunta da diversi colpi di pistola che si sono rivelati fatali. L’aggressione si sarebbe consumata proprio sotto la sua abitazione, in provincia di Reggio Calabria ed in pieno giorno. Il sicario, dopo averlo colpito in punti vitali, si sarebbe dileguato nel nulla. Francesco Filippone è stato immediatamente condotto in ospedale a Locri, ma purtroppo è deceduto poco dopo il suo arrivo. I medici, infatti, non avrebbero potuto fare molto per salvargli la vita, a causa delle gravi ferite riportate non solo alla testa ma anche in altre parti del corpo. Le indagini condotte da carabinieri e polizia hanno portato velocemente ad una sola pista che si è concretizzata con il fermo di uno zio dell’avvocato rimasto vittima dell’agguato, nonché suo presunto assassino. Come riporta Lacnews24.it, lo zio acquisito dell’avvocato ucciso sarebbe il 68enne Antonio Sgrò, il quale si sarebbe costituito subito dopo il fatto. Secondo le prime indiscrezioni sarebbe stata esclusa quasi immediatamente la pista del delitto di stampo mafioso, mentre pare che il movente possa avere a che fare con i futili motivi. Sul posto sono arrivati prontamente i Carabinieri della Compagnia di Locri guidata dal Capitano Rosario Scotto Di Carlo e che si stanno ora occupando del caso. Dopo l’agguato che si è rivelato fatale per il giovane avvocato Francesco Filippone, è intervenuto il primo cittadino di Locri, Giovanni Calabrese, il quale ha commentato: “Una tragedia che sconvolge la città intera. Una vicenda familiare, a quanto pare, che provoca dolore e sconforto”. Le parole del sindaco confermerebbero la pista dell’omicidio dettato da presunti rancori familiari, probabilmente legati ai futili motivi. (Emanuela Longo)

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