È uno dei principali attori nel caso di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana uccisa, secondo l’accusa e i tre gradi di giudizio, da Cosima Serrano e Sabrina Misseri. E’ lei la supertestimone che, grazie alle sue dichiarazioni, ha portato gli inquirenti sulla pista di Sabrina Misseri mettendo in luce il suo rapporto con Ivano Russo, possibile movente del delitto. E’ sempre lei ad aver parlato della storia del delitto di Sarah Scazzi da parte della zia e della cugina, raccontata poi dal fioraio Giovanni Buccolieri prima che la tramutasse in sogno, così come dello strano atteggiamento della giovane Sabrina la notte in cui il padre Michele Misseri confessò di aver occultato in un pozzo il corpo della nipotina. Da tre anni, Anna Pisanò è emigrata in Germania, dopo aver pagato a caro prezzo il suo coinvolgimento nella triste vicenda. Da lì ha seguito le fasi del processo di secondo grado a carico di Cosima e della sua giovane amica Sabrina, che oggi quasi compatisce, fino alla decisione recente della Cassazione, che ha confermato per entrambe le donne l’ergastolo. Un epilogo che tuttavia non avrebbe accolto con grande soddisfazione Anna Pisanò, come emerso dalle sue parole, riportate da QuotidianodiPuglia.it, al quale la supertestimone nel caso Scazzi ha rilasciato una interessante intervista. La Pisanò ha raccontato le conseguenze della sua testimonianza sulla sua vita sociale: da qualche anno ha deciso di lasciare la Puglia per vivere in Germania accanto alle figlie, riunendo così la famiglia, eppure commenta: “Naturalmente c’è tanta nostalgia ma poi penso a quello che è accaduto, alle brutte cose che si sono dette sul mio conto, e allora”. Il riferimento è ai commenti di alcune persone coinvolte nel delitto di Sarah Scazzi, a partire dalla difesa di Sabrina Misseri e Cosima Serrano e che l’avrebbe definita “pettegola e bugiarda”. “A loro queste ingiurie servivano a far cadere le accuse nei confronti delle loro assistite ma per me quelle offese sono state molto pesanti”, ha commentato la Pisanò, senza nascondere il dolore che ciò continua a provocarle. “Sono stata anche citata a testimoniare nel processo contro il fioraio e Dio solo sa cosa mi costerà questo”, ha poi aggiunto, spiegando il timore di tornare nelle aule di un tribunale. Della famiglia Misseri, quasi interamente in carcere (Michele Misseri è stato condannato a 8 anni per l’occultamento del cadavere di Sarah e per inquinamento delle prove), Anna Pisanò prova quasi compassione: “Sabrina a quest’ora poteva essere una brava moglie e una brava mamma e invece dovrà passare il resto della sua vita da reclusa”, commenta. In cuor suo sperava che sia la ragazza che la madre alla fine si sarebbero convinte a collaborare, “magari avrebbero avuto uno sconto di pena e invece si sono chiuse a riccio”. Dispiacere anche per Michele Misseri, “mi fa pena, lo abbiamo visto sempre come una brava persona”. Eppure, ha chiosato, “gli errori si pagano”. Sotto certi aspetti pentita per quello che ha fatto – “alla luce di tutto forse mi sarei fatta i fatti miei” – la supertestimone crede comunque di aver agito correttamente e di averlo fatto soprattutto per Sarah Scazzi.



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