In seguito al decesso per meningite della 49enne di Trucazzano, in provincia di Milano, scatta il piano di vaccini all’oratorio frequentato dalla donna. Come riportato da Il Giorno, sarà aperto un ambulatorio ad hoc per le vaccinazioni contro la meningite anche per i ragazzi che frequentano l’oratorio San Michele. L’annuncio è stato dato da Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia: “I ragazzi dell’oratorio di Truccazzano avranno a disposizione un ambulatorio dedicato per l’offerta del vaccino antimeningococco S/RTCY e nel programma vaccinale saranno coinvolti circa 30 minori e 50 adulti”. L’assessore ha spiegato che “come è avvenuto per l’istituto Curie Sraffa in cui lavorava l’insegnante deceduta e per l’istituto Pavoniano Artigianelli frequentato dal quattordicenne colpito da meningite e attualmente ancora ricoverato al San Raffaele, il programma vaccinale individuato e offerto ai ragazzi frequentanti l’oratorio di Truccazzano rappresenta una facilitazione di un percorso già previsto dal piano vaccinale di Regione Lombardia”.
Scoppia un nuovo caso di meningite questa volta in centro Italia presso la zona tra Perugia e Terni: secondo quanto riportato ieri sera da La Nazione, una ragazza di 23 anni è stata ricoverata all’ospedale Santa Maria di Terni per un attacco di meningite batteria da meningococco di tipo C. La nota dell’azienda ospedaliera recita chiaramente: «Le condizioni della giovane non sono critiche. L’ospedale ha attivato immediatamente la Usl Umbria 2 per l’avvio della procedura di sorveglianza sanitaria e di profilassi su familiari, conviventi e altri contatti stretti della giovane ed ha provveduto ad eseguire la profilassi sugli operatori del servizio 118 e su tutto il personale medico e infermieristico ospedaliero che è entrato in contatto diretto con la paziente». Le non gravissime condizioni hanno rasserenato la famiglia che comunque ora sarà sottoposto ad obbligatorio profilassi per evitare possibili rischi spiacevoli; «Dopo la prima diagnosi clinica dato il fortissimo sospetto di meningite, è stata attivata una procedura di accertamenti tempestivi ben collaudata, che ha immediatamente confermato la diagnosi di meningite batterica da meningococco di tipo C», spiega Giorgio Parisi, direttore del pronto soccorso. Si tratta della forma più grave di meningite, che si trasmette esclusivamente per contatto diretto con persone infette.
La task force sull’emergenza meningite convocata due giorni fa dalla Regione Lombardia – dopo gli ultimi casi avvenuti a Milano, tra cui purtropo anche due decessi – ha espresso un bilancio assai deciso: «la situazione è assolutamente in linea con quella degli anni scorsi, con un picco nel periodo invernale, che si riduce in estate». Nessun rischio contagio, nessun problema emergenza del virus meningococco, anche se i casi (tanti) nelle ultime settimane avevano allertato tanto da convocare d’urgenza la riunione all’Ats Lombardia di ieri. Qui sotto trovate tutti gli esperti che son intervenuti ieri, con la conclusione tirata dall’assessore al Welfare Giulio Gallera con una nota ufficiale: «Gli esperti che abbiamo riunito hanno confermato che le linee guida che stiamo attuando, coerenti con quelle internazionali, sono assolutamente appropriate, ci hanno dato un messaggio rassicurante e cioè che la situazione è assolutamente in linea con quella degli anni scorsi, con un picco nel periodo invernale, che si riduce in estate. Dobbiamo lavorare maggiormente sull’informazione insistendo sulla necessità di vaccinare le categorie più a rischio. Per questo avvieremo corsie preferenziali e chiamate dirette per adolescenti». Quattro giorni fa l’approvazione in Gazzetta Ufficiale del Piano Nazionale Vaccini ha portato novità in termini anche di anti-meningococco, inserito tra quelli gratuiti dopo le ultime migliorie degli scorsi anni; dopo il caso del 14enne ricoverato al San Raffaele, i tecnici ieri hanno commentato in questo modo. «Gli esperti alla luce dei dati forniti dai nostri tecnici, di cui hanno elogiato la ricchezza, hanno ribadito – ha proseguito l’assessore – che solo una vaccinazione a tappeto dei bambini piccoli e degli adolescenti può contribuire a ridurre l’incidenza dei casi in futuro e che quindi siano loro le categorie che in questo momento andrebbero coinvolte. Per questo motivo – ha continuato – abbiamo deciso di attivare in tempi rapidi la chiamata diretta a tutti gli adolescenti consentendogli anche una corsia preferenziale per accedere alla somministrazione».