Nella puntata di oggi di Quarto Grado si approfondirà la sentenza di condanna in Cassazione nell’ambito del delitto di Sarah Scazzi, a carico di Cosima Serrano, Sabrina e Michele Misseri. Per le prima due donne, madre e figlia, è stata confermata la condanna all’ergastolo come avvenuto in primo e secondo grado. A carico di Michele Misseri, invece, 8 anni di reclusione per l’occultamento di cadavere e l’inquinamento delle prove. Ad esprimersi sui fatti di Avetrana è stato di recente l’avvocato Daniele Bocciolini, che ha detto la sua nell’ambito della trasmissione “Legge o Giustizia” su Radio Cusano Campus. Bocciolini ha commentato il lavoro dei colleghi e difensori di Sabrina Misseri e Cosima Serrano, asserendo: “Hanno fatto un lavoro, sotto il profilo tecnico, di altissima qualità e professionalità. Bisogna fargli i complimenti ma si devono rassegnare”. Un commento anche su Michele Misseri, che a sua detta sarebbe passato da “onesto contadino lavoratore al becchino di Avetrana”, fino a diventare “uomo inutile”, a causa delle sue continue menzogne. “Michele pagherebbe oro per avere una parola di conforto dalla moglie e dalla figlia. È giusto che paghi e che paghi anche sotto il profilo umano. Gli sarebbe bastato dire la verità”, ha chiosato l’avvocato Bocciolini, usando parole durissime contro lo “zio Michele” che per anni si è autoaccusato l’unico responsabile del delitto di Sarah Scazzi, dopo tanti cambi di versione e ritrattazioni, a sua detta rese perché costretto a farlo.



Saranno depositate con tutta probabilità tra qualche mese le motivazioni della sentenza della Cassazione che ha confermato, per l’omicidio di Sarah Scazzi, l’ergastolo per Cosima Serrano e Sabrina Misseri. Con le motivazioni si conosceranno i dettagli sul giudizio di legittimità. Secondo i giudici di Taranto di primo e secondo grado, come ricorda La Repubblica, quello di Sarah Scazzi sarebbe stato un omicidio d’impeto. I giudici che hanno condannato Cosima Serrano e Sabrina Misseri hanno condiviso la ricostruzione della Procura. Nella sentenza d’appello si sostiene che il delitto sarebbe stato frutto della gelosia di Sabrina per la cugina Sarah e di un “autonomo risentimento” da parte di Cosima. Secondo la ricostruzione di quanto accaduto Sarah Scazzi il 26 agosto 2010 sarebbe andata nella villetta dei Misseri: qui avrebbe litigato con Sabrina e Cosima, poi avrebbe cercato di fuggire ma sarebbe stata raggiunta in strada e riportata in casa. Poi sarebbe avvenuto l’omicidio per strangolamento da parte delle due donne. Come ha ricostruito anche l’accusa in Cassazione, il corpo di Sarah Scazzi sarebbe stato portato nel garage e poi trasportato in auto nel pozzo-cisterna di contrada Mosca, dove è stato poi ritrovato.



A distanza di quasi sette anni dal terribile omicidio di Sarah Scazzi, la 15enne di Avetrana della quale si persero le tracce il 26 agosto 2010, per poi essere rinvenuta cadavere 42 giorni dopo in un pozzo, è giunto anche il terzo grado di giudizio per i tre principali imputati. Nei giorni scorsi, la Suprema Corte si è espressa confermando l’ergastolo a carico di Cosima Serrano e Sabrina Misseri – già inflitto nei precedenti due gradi – in carcere con l’accusa di aver ucciso la ragazzina, rispettivamente nipote e cugina delle due donne. Condannato a otto anni di reclusione anche Michele Misseri, zio della vittima, per i reati di occultamento di cadavere e inquinamento delle prove. A commentare la chiusura di una delle pagine più cupe della cronaca nazionale sarà stasera la trasmissione Quarto Grado, che aggiornerà i telespettatori con le reazioni dell’opinione pubblica e non solo, ponendosi un dilemma chiave: la vicenda può dirsi veramente conclusa? Intanto, solo dopo l’atroce delitto di Sarah Scazzi, la mamma Concetta Serrano ha ritrovato in casa il diario della figlia, all’interno di un cassetto. Tra gli appunti, le confessioni della 15enne e gli sfoghi affidati alle pagine del diario, emerge anche un tema, scritto da Sarah prima di essere strangolata e gettata in un pozzo ad Avetrana. A rivelarlo è il settimanale Giallo che riporta in esclusiva il contenuto del tema il quale, a distanza di sette anni appare come una sorta di tragica premonizione di quello che da lì a poco sarebbe accaduto. “In una famiglia avviene un terribile e misterioso omicidio. Qualcuno uccide una ragazza. Gli inquirenti sospettano una persona. Poi, due anni dopo, si scopre la verità: a uccidere la ragazza è stato suo padre che viene arrestato e confessa il delitto”: sono queste le inquietanti parole scritte dalla 15enne rimasta vittima di uno dei delitti che più ha sconvolto l’Italia negli ultimi anni. Al centro del suo tema, un omicidio avvenuto tra le mura domestiche, il cui colpevole veniva individuato solo a distanza di tempo. Lo stesso settimanale diretto da Andrea Biavardi evidenzia l’animo fragile ed allo stesso tempo inquieto di Sarah Scazzi, la quale sembrava presagire il suo stesso terribile destino. A spiegare la nascita del tema è stata la madre della vittima: “Quel tema l’ho trovato tra le sue carte, quando era sparita nel nulla”. Il titolo era “Inventate un fatto immaginario”, ma Sarah, invece di trattare argomenti dal tono pacato, realizzò il tema dal contenuto inquietante e che la madre non riesce più a dimenticare. “E’ come se in quelle pagine Sarah avesse previsto la sua fine, seppure con un finale diverso. Mi vengono i brividi soltanto a pensarci”, ha commentato la madre, che non smette di porsi domande sul terribile omicidio dell’amata figlia.

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