-Un dipendente del Comune di Norma è stato ricoverato all’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina, dove gli è stata diagnosticata una meningite pneumococcica. A riportarlo è www.latina24ore.it, sottolineando che il paziente è un 38enne che negli ultimi giorni aveva chiesto due giorni di riposo poiché molto affaticato e alle prese con alcune manifestazioni dolorose. Inizialmente l’uomo credeva di essere alle prese con un’otite, ma ieri le sue condizioni si sono aggravate rendendo necessario il trasporto in ambulanza al reparto di Rianimazione di Latina. L’Asl di Latina ha comunque precisato che trattandosi di meningite da pneumococco non esiste alcun rischio di contagio: per questo motivo, nonostante sia stata attivata la prassi di isolamento nel reparto di Rianimazione, non è stata prevista la profilassi per le persone entrate in stretto contatto con il paziente nelle ultime ore prima del ricovero.
-Una bambina di tre anni è morta nei giorni scorsi agli Spedali Civili di Brescia a causa di una meningite. A riferirlo è La Provincia di Cremona, sottolineando che la piccola è morta per una meningite da pneumococco, una forma non contagiosa del virus. La bambina, che frequentava l’asilo Castello di Cremona, era assente dall’istituto da circa due mesi, in seguito al ricovero resosi necessario per l’aggravarsi della sua situazione neurologica. Nonostante questo, però, i genitori degli altri alunni, allarmati dal pericolo di un contagio, hanno richiesto l’intervento dell’Ats e dell’ospedale. La risposta alle loro preoccupazioni è stata affissa sulle pareti dell’asilo, e firmata da Angelo Monteverdi, dell’Asl di Cremona:”Come comunicato telefonicamente in data 20 febbraio alla referente della scuola materna si rende necessario, viste le numerose telefonate, sottolineare che il caso di meningite che ha interessato una bimba frequentante l’asilo è dovuto a pneumococco (o streptococco pneumoniae). Questa forma non è contagiosa e pertanto non necessita di alcun provvedimento a tutela della salute, come previsto dalla DGR della Regione sulla prevenzione delle malattie infettive”. Basterà questo chiarimento a rassicurare i genitori degli altri bambini?
L’allarme meningite contagia anche Pavia, dove i genitori preoccupati di far vaccinare i propri figli si scontrano con le liste d’attese lunghissime. A lanciare il grido d’allarme è una mamma, intervistata da La Provincia Pavese, che denuncia come la precedenza per i bambini nati nel 2017, penalizzi di fatto tutti quelli nati nel 2016, come il suo, costretti a fare la fila in attesa di un vaccino anche con gli adulti, che però hanno molte meno probabilità di ammalarsi. “Mi devono spiegare – scrive la madre di un piccolo di due mesi – perché raccomandano una vaccinazione che poi non si riesce a fare nei tempi. A gennaio avevo chiamato per informarmi sul pagamento e mi avevano detto che non era ancora aperta l’agenda, pochi giorni dopo eravamo già a ottobre”. Secondo l’istituto superiore di sanità “l’incidenza della malattia invasiva da meningococco è maggiore nella fascia di età 0-4 anni e in particolare nel primo anno di vita in cui l’incidenza supera i 4 casi per 100.000”, ma per i 4000 bambini nati nel 2016 non c’è nessuna corsia preferenziale e i primi posti per un vaccino sono a marzo del 2018. La speranza è che qualcuno intervenga, prima che ci si ritrovi a commentare la morte per meningite di uno dei 4000 bambini sfavoriti dalla data di nascita.
Nuovo caso di meningite questa volta al sud dopo gli ultimi (e tanti) casi avvenuti a Milano e Lombardia: purtroppo si tratta di un altro decesso dopo i primi casi del 2017, e avviene a Napoli nella provincia vicino a Faibano. Una donna di 58 anni di Marigliano (Napoli) è morta a causa di meningite pneumococcica. La donna era insegnante in una scuola in località Faibano, per la quale il sindaco di Marigliano Antonio Carpino ha disposto la chiusura. Come spiega la stessa Asl di Napoli, «In caso di meningoencefalite da streptococco e non da meningococco, ricorda il sindaco, non è necessaria la chemio profilassi ma solo la sorveglianza sanitaria per conviventi e i contatti stretti». Resta l’emergenza scatenata nella zona dove viveva la povera professoressa campana con la nota del sindaco che ha voluto precisare e non pretende rischi inutili: «in dalle prime ore del mattino è stata disposta la chiusura del plesso di Faibano della scuola primaria, afferente al I Circolo didattico, per i giorni 24 e 25 febbraio; inoltre, l’Asl di competenza ha allertato tutti i medici di base e i pediatri del territorio, e stabilito di sottoporre alunni e personale docente e non docente del plesso interessato alla profilassi di rito». Per la giornata di ieri e soprattutto per la giornata di oggi, 25 febbraio 2017, il sindaco ha deciso di disporre «un intervento straordinario di sanificazione degli istituti scolastici comunali, a partire dalle ore 14 di ieri, con conseguente chiusura delle scuole interessate per la giornata di oggi 25 febbraio».
Una buona notizia fa da contraltare al nuovo caso di morte per meningite avvenuta a Napoli: la ragazza di 23 anni ricoverata da due giorni a Terni nel reparto Malattie infettive dell’ospedale di Terni per una meningite da meningococco di tipo C, ha visto migliorare sensibilmente le sue condizioni di salute, uscendo dalla fase critica dopo la profilassi e il vaccino somministrato nelle ultime 48 ore. La giovane – in base a quanto riferisce una nota dell’azienda ospedaliera Santa Maria – è stabile e sta proseguendo la terapia antibiotica. La ragazza di 23 anni era stata ricoverata all’ospedale Santa Maria di Terni per un attacco di meningite batteria da meningococco di tipo C. La nota dell’azienda ospedaliera recitava chiaramente: «Le condizioni della giovane non sono critiche. L’ospedale ha attivato immediatamente la Usl Umbria 2 per l’avvio della procedura di sorveglianza sanitaria e di profilassi su familiari, conviventi e altri contatti stretti della giovane ed ha provveduto ad eseguire la profilassi sugli operatori del servizio 118 e su tutto il personale medico e infermieristico ospedaliero che è entrato in contatto diretto con la paziente». Le non gravissime condizioni hanno rasserenato la famiglia che comunque ora sarà sottoposto ad obbligatorio profilassi per evitare possibili rischi spiacevoli; «Dopo la prima diagnosi clinica dato il fortissimo sospetto di meningite, è stata attivata una procedura di accertamenti tempestivi ben collaudata, che ha immediatamente confermato la diagnosi di meningite batterica da meningococco di tipo C», spiega Giorgio Parisi, direttore del pronto soccorso. Si tratta della forma più grave di meningite, che si trasmette esclusivamente per contatto diretto con persone infette.