Oggi pomeriggio lo storico incontro di Papa Francesco con la Chiesa Anglicana di Roma, la prima volta del Pontefice nella Chiesa divisa storicamente dalla grande Chiesa Universale Cattolica. «Nel corso di questi due secoli molto è cambiato anche tra Anglicani e Cattolici, che nel passato si guardavano con sospetto e ostilità; oggi, grazie a Dio, ci riconosciamo come veramente siamo: fratelli e sorelle in Cristo, mediante il nostro comune battesimo. Come amici e pellegrini desideriamo camminare insieme, seguire insieme il nostro Signore Gesù Cristo», ha detto di getto Bergoglio nella Chiesa anglicana All Saints di Roma. Un superamento continuo di pregiudizi e di polemiche che Papa Francesco ricerca in tutti i viaggi e gli incontri in cui partecipa in questo importante papato; «Superare pregiudizi e ostilità e gemellarsi per aiutare i poveri” è stato l’invito rivolto dal Papa. “Sono trascorsi – ha ricordato Bergoglio – più di duecento anni da quando si tenne a Roma il primo servizio liturgico pubblico anglicano per un gruppo di residenti inglesi che vivevano in questa parte della città. Molto, a Roma e nel mondo, è cambiato da allora”. “Cattolici e anglicani – ha continuato Bergoglio – siamo umilmente grati perché, dopo secoli di reciproca diffidenza, siamo ora in grado di riconoscere che la feconda grazia di Cristo è all’opera anche negli altri. Ringraziamo il Signore perché tra i cristiani è cresciuto il desiderio di una maggiore vicinanza, che si manifesta nel pregare insieme e nella comune testimonianza al Vangelo, soprattutto attraverso varie forme di servizio». La conclusione verte su quell’unica facoltà che potrebbe realmente sanare ogni divisione, con un percorso certamente lungo ma probabilmente l’unico realmente possibile; «La misericordia, unita all’umiltà, come Paolo, ci consente di annunciare Cristo Gesù Signore. Diventare umili è decentrarsi, riconoscersi bisognosi di Dio, mendicanti di misericordia: è il punto di partenza perché sia Dio a operare. Siamo solo vasi di creta, ma custodiamo dentro di noi il più grande tesoro del mondo, che vuol dire riconoscersi fragili peccatori, ma aprirsi alla misericordia di Dio e alle su meraviglie. Se riconosciamo la nostra debolezza e chiediamo perdono – continua il Papa – allora la misericordia risanatrice di Dio risplenderà dentro di noi e sarà pure visibile al di fuori; gli altri avvertiranno in qualche modo, tramite noi, la bellezza gentile del volto di Cristo».
Non solo dialogo tra cattolici e anglicani, ma anche una possibile “missione” comune per poter mettere i primi passi di un lungo percorso di avvicinamento nato da Papa Benedetto XVI e continuano da Francesco. «Sto studiando, i miei collaboratori stanno studiando la possibilità di un viaggio in Sud Sudan con gli anglicani»: lo ha detto nel pomeriggio Papa Francesco nella chiesa anglicana di Roma All Saints rispondendo a una domanda. Perché questo viaggio? «Perché sono venuti i vescovi anglicano, presbiteriano e cattolico a dirmi ‘per favore venga in Sud Sudan magari una sola giornata, ma non venga da solo venga con Justin Welby’. Dalla loro chiesa giovane è venuta questa cosa, e stiamo pensando, là la situazione è molto brutta, ma vogliono la pace, insieme lavoriamo per la pace», ha detto Papa Francesco.