La salma di Fabiano Antoniani, meglio conosciuto come Dj Fabo, è ancora nella clinica Dignitas, dove è morto. Per il rientro in Italia bisognerà attendere altre 48 ore, il tempo richiesto dalla procedure amministrative prevista dalla legge svizzera. Le luci ora sono spente nel piccolo prefabbricato d’acciaio ondulato azzurro, alle porte di Zurigo: stando a quanto riportato da TgCom24, all’esterno della struttura al momento c’è solo una troupe di giornalisti italiani. Nessun curioso, né auto con targhe italiane. Intanto in Svizzera si precisa che Dj Fabo ha richiesto il suicidio assistito, non l’eutanasia. La differenza sta nel gesto: «Nel caso dell’eutanasia, a una persona viene somministrato il medicamento che ne provoca il decesso» ha dichiarato la psico-gerontologa Chiara Sautter Zerbi a RSI News. Nel caso del suicidio assistito, invece, il farmaco viene messo a disposizione e la persona stessa lo assume, come ha fatto appunto Dj Fabo.
Arrivano le prime parole di Marco Cappato, il leader radicale che ha accompagnato in Svizzera Dj Fabo per compiere l’ultimo passo verso l’eutanasia, in quel paese legale mentre nel nostro non ancora. «Fabiano ha morso un pulsante per attivare l’immissione del farmaco letale: era molto in ansia perché temeva, non vedendo il pulsando essendo cieco, di non riuscirci. Poi però ha anche scherzato». Con Dj Fabo in Svizzera c’erano la mamma, la fidanzata e alcuni amici. I suoi familiari lo hanno raggiunto poche ore dopo il suo arrivo in clinica insieme con lo stesso Cappato che poi ha aggiunto un fattore importante che sarà tornerà certamente in discussione anche nei prossimi giorni: «Al mio rientro in Italia, nella giornata di domani, andrò ad autodenunciarmi, dando conto dei miei atti e assumendomene tutte le responsabilità. Il reato che si configura è quello di aiuto al suicidio», ha detto il membro dell’Associazione Coscioni.
Fino all’ultimo l’associazione Luca Coscioni nella persona di Marco Cappato è stato vicino a Dj Fabo nel suo ultimo viaggio verso la morte in Svizzera; «mio lontano senza l’aiuto dello stato», è l’ultimo messaggio di Fabiano Antoniani prima di andare in contro alla scelta dell’eutanasia assistita con i medici elvetici. In una nota congiunta lo stesso Marco Cappato e Filomena Gallo, presidente dell’associazione Luca Coscioni, commentano così a poche ore dalla morte i Dj Fabo: «Fabo è libero, la politica ha perso. L’esilio della morte è una condanna incivile. Compito dello Stato è assistere i cittadini, non costringerli a rifugiarsi in soluzioni illegali per affrontare una disperazione data dall’impossibilità di decidere della propria vita morte. Chiediamo che il Parlamento affronti la questione del fine vita per ridurre le conseguenze devastanti che questo vuoto normativo ha sulla pelle della gente».
Le reazioni alla morte di Dj Fabo, questa mattina alle 11.40 in Svizzera con l’eutanasia assistita, sono molteplici e spesso assai divisive tra loro: il suicidio assistito di Fabiano Antoniani sta facendo parlare e molto in Italia come ai tempi di Eluana Englaro. Ne scegliamo una, arrivata prima della notizia ufficiale sulla morte di Dj Fabo, e si tratta del Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, Monsignor Vincenzo Paglia. In una intervista al Corriere della Sera, il vescovo afferma «Ogni volta che si pone termine a una vita, o ci si propone di farlo, è sempre una sconfitta». Una sconfitta amara la definisce meglio Monsignor Paglia: «sia per chi dice ‘non ce la faccio piu”, sia per una società che si rassegna all’impotenza. La legge non può per sua natura regolamentare situazioni così drammatiche e il rischio è di creare la cultura dello scartò di cui parla il Papa».
Alle 11.40 Dj Fabo è morto: l’eutanasia in due giorni in Svizzera è stata la scelta, l’ultima di Fabiano Antoniani. Dopo giorni di discussioni e di appelli al parlamento per sollecitare la legge sul Fine-Vita, l’ultimo viaggio per il dj colpito da un gravissimo incidente anni fa; lo ha accompagnato fino all’ultimo Marco Cappato, radicale dell’Associazione Luca Coscioni. Ecco il tweet, pochi istanti dopo la morte di Dj Fabo: «Fabo è morto alle 11.40. Ha scelto di andarsene rispettando le regole di un Paese che non è il suo». L’annuncio previsto per i prossimi giorn è invece arrivato subito, con il suicidio assistito legale in Svizzera che ora non farà che riaprire ancora di più il dibattito. Come otto anni fa con Eluana, un nuovo caso che dividerà e già divide la gente, le persone e le coscienze. Intanto la notizia, per ora, è una sola: Dj Fabo è morto.
E’ arrivato in Svizzera Fabiano Antoniani, conosciuto come Dj Fabo, l’uomo 40enne che ha deciso di affidarsi ad una clinica elvetica per sottoporsi al suicidio assistito. Come rivela RaiNews.it, proprio nella giornata odierna deciderà se morire come annunciato nei giorni scorsi, dopo il terzo rinvio in aula del ddl sul Biotestamento. Oggi, dunque, Dj Fabo si sottoporrà alla seconda visita medica che stabilirà se ci saranno effettivamente le condizioni per rendere concreta la sua richiesta. E’ di poche ore fa l’ultimo messaggio di Dj Fabo affidato al social network Twitter tramite l’account LiberiFinoAllaFine, poi rilanciato anche da Marco Cappato, al quale Fabiano rivolge i suoi ringraziamenti, forse gli ultimi. Si tratta di un video, nel quale Fabiano Antoniani esordisce asserendo: “Sono finalmente arrivato in Svizzera e ci sono arrivato, purtroppo, con le mie forze e non con l’aiuto del mio Stato”. Parole, queste, riprese sui social e condivise in modo massiccio proprio in questi ultimi minuti. Dice ancora, Dj Fabo: “Volevo ringraziare una persona che ha potuto sollevarmi da questo inferno di dolore, di dolore, di dolore. Questa persona si chiama Marco Cappato e lo ringrazierò fino alla morte. Grazie Marco. Grazie mille”. La replica di Cappato non si è fatta attendere e tramite la sua pagina Twitter ha replicato con un semplice “Grazie a te Fabo”. Clicca qui per vedere il video con le ultime parole di Dj Fabo.
La storia di Fabiano Antoniani (dj Fabo) sta colpendo tutta Italia, come del resto 8 anni fa fece anche Eluana Englaro: e oggi, come allora, le due “fazioni” tra sostegno e rifiuto dell’eutanasia sono inevitabilmente di nuovo in “campo”. Stamattina l’appello di Roberto Saviano su Facebook, vicino alla scelta di Dj Fabo di porre fine alla sua vita tormentata nel vicino paese elvetico. «Siamo con Fabo, che ha scelto di scegliere ed è giunto in Svizzera con il sostegno di Marco Cappato. In Italia la libertà di scelta è violata, i continui rinvii del Parlamento sul testamento biologico evidenziano una mancanza di volontà politica a riconoscere e affermare i diritti delle persone», sostiene Saviano nella sua campagna di sostegno a Fabiano e alla Associazione Luca Coscioni. Addirittura, secondo Saviano «rendere impossibile l’eutanasia significa violare il diritto più importante: quello di decidere della propria vita e porre fine al proprio dolore. Ancora una volta il Parlamento italiano dimostra di non essere all’altezza dei suoi compiti». Gli “risponde” non direttamente il presidente del Movimento per la Vita italiano, Gian Luigi Gigli che in un accorato appello rivolto a Dj Fabo e alla sua famiglia scrive: «Fabo torna indietro, la tua vita è preziosa per tutti noi e soprattutto per quelli che ti vogliono bene. Preservandola per te puoi insegnare a noi quanto la vita valga e quale sia il valore della sofferenza, far comprendere la reciproca dipendenza e il comune bisogno di solidarietà a un mondo sempre più individualista. Quelli che hanno portato all’estero il Dj Fabo stanno strumentalizzando una drammatica vicenda umana solo per perseguire obiettivi ideologici e condizionare emotivamente il dibattito parlamentare. Se essi dovessero riportarne la salma a casa, sappiano che non sono dei monatti, perché avranno concorso a provocarne la morte, inducendolo al suicidio. Non potendolo fare in Italia, si stanno macchiando le mani di sangue nella vicina Svizzera: cambiano i fattori, ma non il prodotto. Ci appelliamo a quanti possono in concreto ancora evitare una tragedia nella tragedia».
La decisione di Dj Fabo, al secolo Fabiano Antoniani, di andare in Svizzera affidandosi all’eutanasia, sta facendo molto discutere. C’è chi sui social ha appoggiato la sua scelta e chi invece cerca di dissuaderlo dal percorrere il suo ultimo viaggio. Come nel caso del giovane Matteo, appena 19enne, tetraplegico e che in seguito ad un’asfissia durante il parto dalla nascita non può né parlare né camminare o svolgere i comuni compiti da solo, ma come Fabiano è un essere assolutamente pensante. Alla vigilia della decisione di Dj Fabo di recarsi in Svizzera, come riporta TgCom24, il 19enne ha lanciato un appello all’uomo che solo pochi giorni fa ha compiuto 40 anni: “Io conosco bene la fatica di vivere in un corpo che non ti obbedisce in niente. Voglio dirgli che noi persone cosiddette disabili siamo portatori di messaggi molto importanti per gli altri, noi portiamo una luce”. Un desiderio, quello di morire, che più volte ha interessato anche lui, dopo essersi spesso sentito trattato come un essere “inutile”. “È vero che noi due non possiamo fare niente da soli, ma possiamo pensare e il pensiero cambia il mondo. Fabo, noi siamo il cambiamento che il mondo chiede per evolvere! Tieni duro”, ha però aggiunto Matteo, il quale invece continua a lottare affinché possa riuscire a mutare lo sguardo delle persone verso i disabili.
Beppino Englaro ha commentato la vicenda di Dj Fabo, che è andato in Svizzera per chiedere l’eutanasia. Il padre di Eluana Englaro, che ha portato avanti la battaglia per il diritto all’autodeterminazione anche per chi non è in grado di esprimere la sua volontà, ha puntato il dito contro le istituzioni: «L’eutanasia è una questione che tutte le nazioni civili devono affrontare, con la quale prima o poi ogni paese deve fare i conti e anche il nostro Parlamento deve dare delle risposte. Non siamo ancora venuti a capo di tanti diritti fondamentali che riguardano la persona» ha dichiarato all’Ansa. Beppino Englaro ha, però, precisato che eutanasia e autodeterminazione terapeutica sono due principi differenti: «Quando cominciai quella battaglia, 25 anni fa, c’era il deserto culturale su questo argomento. Ora la gente ha molta più sensibilità su temi come l’eutanasia, l’autodeterminazione, il testamento biologico, i cittadini sono avanti, ma sono le istituzioni, è la legge, che tardano a dare risposte e si arriva a decisioni come quella del dj Fabo».
L’annuncio di Marco Cappato di aver accettato di accompagnare Dj Fabio (il cui vero nome è Fabiano Antoniani) in Svizzera per chiudere l’eutanasia è diventato virale: tantissimi i commenti e le condivisioni e l’hashtag #FaboLibero sta spopolando sui social network. Diventato cieco e tetraplegico a causa di un incidente d’auto nel 2014, Dj Fabo ha compiuto 40 anni il 9 febbraio scorso. Diversi gli appelli alle istituzioni, come quello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ma il disegno di legge sul testamento biologico non è stato ancora discusso alla Camera e Fabiano Antoniani a tal proposito ha espresso la sua indignazione, oltre all’umiliazione delle proprie condizioni: immobile e al buio, Dj Fabo considera insopportabile la propria condizione. Per questo ha deciso di andare in Svizzera, dove ha cominciato le visite mediche propedeutiche all’eutanasia. «Ciao Fabo… mi spiace che il nostro Stato ti abbia deluso» commenta una navigatrice. Un’altra esprime un augurio: «Spero che tu possa trovare la libertà che ti è stata negata a lungo».