Prenderà il via il prossimo giovedì 2 marzo il processo per direttissima a carico di Fabio Di Lello, l’autore dell’omicidio di Vasto nel quale perse la vita il giovane Italo D’Elisa. Quest’ultimo avrebbe investito mortalmente la moglie del primo, Roberta Smargiassi. Una decisione, come rivela Rete8.it, presa dalla procura alla luce dei sufficienti elementi per portare il 34enne davanti alla Corte D’Assise, ovvero la flagranza ed il mancato decorso dei 30 giorni dal terribile delitto. Gli inquirenti non avrebbero dubbi neppure sull’ipotesi di reato che sarà contestata all’uomo, ovvero l’omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione e che potrebbe costare a Di Lello l’ergastolo. Mentre la sua difesa sta cercando di smontare la tesi della premeditazione, pare che invece gli elementi a sostegno di tale teoria sarebbero comunque numerosi. Fabio Di Lello, per gli inquirenti già da tempo avrebbe progettato di giustiziare la morte dell’amata moglie dal quale stava aspettando un bambino. Per tale ragione avrebbe acquistato la pistola usata per uccidere D’Elisa già dallo scorso settembre, si sarebbe esercitato al poligono ed avrebbe donato i suoi beni ai genitori. Non solo: anche la scelta del giorno in cui il 21enne è stato freddato a colpi di pistola davanti al bar di Vasto non sarebbe stata affatto casuale in quanto lo scorso primo febbraio sarebbe dovuto nascere il suo primo figlio.
Ad un mese esatto dall’omicidio di Vasto, come annunciato nelle passate ore, Fabio Di Lello, il panettiere 34enne che freddò con tre colpi di pistola il 21enne Italo D’Elisa, dovrà presentarsi davanti alla Corte d’Assise di Lanciano per il processo per direttissima. Lo rende noto Il Fatto Quotidiano nella sua edizione online che rivela come la decisione avanzata al gip sia stata sollevata dal procuratore di Vasto, Giampiero Di Florio. La prima udienza andrà in scena il prossimo 2 marzo e tale procedura permetterà, all’evidenza delle prove, di saltare l’udienza preliminare. Gli avvocati difensori di Fabio Di Lello, nel frattempo, sarebbero intenzionati a chiedere i termini a difesa finalizzati alla richiesta di un rito alternativo. Nelle scorse settimane i legali del marito “giustiziere” presentarono al gip Caterina Salusti, una istanza con la quale chiedevano la concessione dei domiciliari in favore del loro assistito. Intanto, dopo essersi inizialmente avvalso della facoltà di non rispondere nell’ambito dell’interrogatorio di garanzia, nei giorni scorsi Di Lello ha invece reso alcune dichiarazioni spontanee al procuratore e al pm, durante un interrogatorio in carcere.
A distanza di alcuni giorni di silenzio, Fabio Di Lello, l’uomo che lo scorso 1 febbraio si rese autore del terribile omicidio di Vasto nel quale rimase ucciso il 21enne Italo D’Elisa, ha rotto il silenzio. Lo ha fatto lo scorso 24 febbraio, quando l’ex calciatore ha deciso di rendere alcune dichiarazioni spontanee al procuratore Giampiero Di Florio ed al pm Gabriella De Lucia. Lo rende noto il quotidiano Il Centro nella sua edizione online, nella quale viene specificato come l’interrogatorio si sia svolto in carcere. Fabio Di Lello, dopo il malessere che fece seguito all’omicidio del 21enne che provocò sette mesi prima l’incidente mortale della moglie Roberta Smargiassi, ora avrebbe iniziato poco alla volta a rendersi conto della gravità di quanto commesso. L’assassino reo confesso si è detto addolorato per la piega che avrebbe preso l’intera vicenda, ma non avrebbe ammesso alcun pentimento. Piuttosto, quanto emerso sarebbe una dolorosa consapevolezza rispetto al gesto terribile a scapito di D’Elisa, fatto senza neppure pensare alle conseguenze. Dalle sue parole rese in carcere, è stata ribadita la tesi in base alla quale il forte dolore per la perdita prematura della moglie e del bambino che portava in grembo (il giorno seguente all’incidente che la portò via avrebbero dovuto dare il lieto annuncio alla famiglia) lo avrebbe annientato al punto tale da portare ad uccidere il responsabile della morte di Roberta Smargiassi, qualunque fosse il costo da pagare. Fabio Di Lello ha parlato per diverse ore durante le quali la sua difesa avrebbe cercato di ribaltare e smontare le accuse della premeditazione a carico del 34enne, sebbene resti ancora in piedi l’ipotesi di reato. All’uscita dal penitenziario, gli avvocati dell’uomo non avrebbero rilasciato alcuna dichiarazione. In merito, dunque, al contenuto dell’interrogatorio non si possono che fare delle ipotesi: quasi certamente la Procura sarà partita dalla ricostruzione del pomeriggio dello scorso 1 febbraio, quando Di Lello vide Italo D’Elisa davanti al bar, scambiò con lui poche parole, poi tornò verso la sua auto, prese la pistola ed esplose alcuni colpi verso il 21enne, uccidendolo. La spiegazione del delitto, secondo l’accusa, sarebbe proprio in quel breve scambio di frasi che ci sarebbe stato tra il marito “giustiziere” ed il giovane reo di aver ucciso in un incidente stradale l’amata moglie. La difesa, tuttavia, starebbe puntando sempre di più sulla pista della provocazione che andrebbe così a giustificare il delitto d’impeto, quindi privo di premeditazione. Attorno alla vicenda, ad oggi ci sarebbero ancora molti lati oscuri, a partire dalla detenzione dell’arma da parte di Fabio Di Lello, passando per le proprietà intestate ai genitori prima dell’omicidio, fino al suo presunto intento di suicidarsi. Domande alle quali gli inquirenti stanno cercando di fornire una risposta, tra i tanti punti sui quali la Procura starebbe ancora indagando. Intanto, l’ultima notizia sull’omicidio di Vasto ha a che fare con la richiesta di giudizio immediato a carico di Fabio Di Lello. Come rivela FanPage.it, infatti, a carico dell’uomo è stato chiesto il processo per direttissima ed è atteso in aula il prossimo giovedì 2 marzo al cospetto della Corte d’Assise a Lanciano (Chieti).