Dopo la sentenza di condanna della Cassazione che ha confermato l’ergastolo a Cosima Serrano e Sabrina Misseri, rispettivamente zia e cugina di Sarah Scazzi, accusate del suo omicidio, emergono alcuni documenti shock relativi alla ragazzina di Avetrana. Non solo le pagine del diario al quale la 15enne affidava i suoi pensieri fino a poche ore prima di essere uccisa, ma anche temi dalla trama inquietante, che oggi portano a porsi numerose domande. Nei suoi compiti, infatti, Sarah Scazzi era solita parlare di argomenti cupi, omicidi e scomparse, anche quando l’insegnante assegnava come traccia la stesura di un articolo di cronaca rosa o sportivo. E’ quanto emerge dai documenti che sono stati resi noti in esclusiva dal settimanale Giallo, che mette in luce gli aspetti macabri dietro i testi della ragazzina. Oggi, alla luce di quanto accaduto sette anni fa, alcune domande sono inevitabili: perché Sarah era così ossessionata da temi come la morte, la violenza e la scomparsa? Si sentiva minacciata da qualcuno anche nella realtà o sono solo delle terribili suggestioni? Domande alle quali, sfortunatamente, la famiglia della ragazzina uccisa non avrà mai risposte certe.
Dopo la sentenza della Corte di Cassazione, che ha confermato nei giorni scorsi la condanna all’ergastolo per Cosima Serrano e Sabrina Misseri, ritenute le vere responsabili del delitto di Sarah Scazzi, la più giovane delle donne avrebbe manifestato tutta la sua disperazione. Come rivela Ilventiquattro.it riportando le parole dell’avvocato Nicola Marseglia, Sabrina Misseri è stata messa immediatamente al corrente della sentenza: “L’ho trovata a pezzi, senza infingimenti. Era distrutta, ha pianto soltanto”, ha rivelato il suo legale. La maggiore preoccupazione, tuttavia, sarebbe rappresentata dall’ipotesi sempre più concreta di una imminente separazione dalla madre, in vista di un loro trasferimento in altri penitenziari. Con la condanna definitiva, infatti, muta anche il trattamento carcerario, dunque non è escluso che madre e figlia, nella medesima cella da maggio 2011, ora possano essere separate. E’ possibile che una resti nel carcere di Taranto mentre l’altra venga spostata in un altro penitenziario. L’avvocato Marseglia, intanto, non esclude un ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo. “Secondo la giustizia è un’assassina ma se per un milionesimo di possibilità non lo è, forse sarebbe il caso di mettersi una mano alla coscienza”, ha poi aggiunto.
Nei giorni scorsi la Suprema Corte si è espressa sul destino della famiglia Misseri, accusata del delitto di Sarah Scazzi, la ragazzina 15enne di Avetrana. Confermato l’ergastolo a carico di Cosima Serrano e della figlia Sabrina Misseri, accusate di essere le reali autrici dell’uccisione di Sarah, mentre “zio Michele” è finito in carcere, condannato a 8 anni per l’occultamento di cadavere della nipote e per inquinamento delle prove. Nel corso dell’udienza in Corte di Cassazione, sono state confermate anche le altre condanne tra le quali spunta quella a carico di Carmine Misseri, fratello di Michele, che dovrà scontare 4 anni e 11 mesi di carcere per concorso in soppressione di cadavere. A pochi giorni dalla sentenza, il sito Urban Post ha rivelato alcune clamorose indiscrezioni direttamente dal carcere di Taranto dove si trovano detenuti tutti i membri della famiglia incriminata. Colui che non sembrerebbe affatto soffrire della nuova situazione sarebbe proprio il contadino di Avetrana, il quale avrebbe finalmente trovato la sua serenità. Per anni, infatti, l’uomo aveva chiesto il suo arresto definendosi il solo responsabile del delitto di Sarah Scazzi, sebbene i giudici non lo abbiano mai creduto. A compromettere la sua ritrovata tranquillità, tuttavia, sarebbe stato l’arrivo in carcere del fratello Carmine. Tra i due, stando a quanto emerso dalla trasmissione Mattino Cinque, ci sarebbe una “situazione difficile da gestire”, motivo per il quale i fratelli Misseri sarebbero stato separati, non potendo condividere la medesima cella. Alla base di tale decisione, una serie di vecchi rancori ed attriti che ne impedirebbero la convivenza nel penitenziario tarantino. A chiarire ulteriormente questo aspetto è stata la trasmissione Quarto Grado, la quale ha rivelato un ulteriore dettaglio che si è registrato dopo l’arrivo dei due uomini in carcere. Dopo le consuete foto segnaletiche, pare che Carmine Misseri, rivolgendosi alle guardie carcerarie abbia fatto presente un certo malcontento all’idea di condividere la cella con l’uomo che continua a sostenere di aver ucciso Sarah Scazzi: “Vi chiedo di non farmi nemmeno incontrare mio fratello, non voglio vederlo altrimenti lo ammazzo”. Oltre ad essere stati sistemati in due differenti celle, sembra essere trapelata una ulteriore indiscrezioni che coinvolge anche Cosima e Sabrina Misseri, rispettivamente zia e cugina della piccola vittima appena 15enne, uccisa il 26 agosto 2010. Da quanto si è appreso, i 4 membri della famiglia Misseri nei prossimi giorni saranno tutti separati e trasferiti in altri penitenziari. Dopo aver scontato insieme sei anni di carcere, dunque, potrebbero separarsi le strade delle due donne condannate all’ergastolo in tutti e tre i gradi di giudizio per il delitto di Avetrana.