L’arresto in turchia del giornalista Deniz Yucel ha sicuramente lasciato tutti di stucco. Una situazione difficile da capire e da giustificare, ma che dietro ha diversi importanti movimenti politici. Ad esprimere il suo parere poco fa su Twitter è stato Martin Schulz Canelliere della SDP. Questi ha sottolineato: “Herr Erdogan muss Deniz Yücel freilassen genauso, wie all die anderen mit fadenscheinigen Begründungen festgenommenen JournalistInnen”. Definisce quindi tutti i giornalisti detenuti per motivi incosistenti, clicca qui per il tweet e per i commenti dei follower. Ovviamente si continuerà a lavorare per arrivare alla verità e alla giustizia, ma in molti ormai sono convinti che dietro l’arresto del giornalista del Die Welt ci sia una sorta di vendetta da parte dei turchi in merito al caso Dundar. Staremo a vedere se nelle prossime ore arriveranno delle novità in merito o meno.
Il caso di Deniz Yucel scuote i rapporti già piuttosto tesi tra Germania e Turchia: mentre continuano le pressioni anche dalla comunità internazionale ed europea per liberare il giornalista con doppio passaporto del Die Welt, facendo leva sulla libertà di stampa e opinione da preservare continuamente. Il rischio però, riportano alcune fonti da Berlino, è che il caso di Deniz sia direttamente legato all’altro caso famoso del cronista anti-Erdogan, questa volta turco ospitato dalla Germania dopo i grossi guai passati in Turchia. «Le autorità turche si dichiarano però da tempo deluse verso la Germania, anche per l’ospitalità data all’ex direttore del quotidiano “Cumhuriyet”, Can Dundar, che dopo i quasi cento giorni passati in carcere per un suo scoop è infine riparato a Berlino dove ha fondato una piattaforma online composta dai tanti giornalisti fuoriusciti dalla Turchia, il sito “Ozguruz”, subito bloccato nel Paese della Mezzaluna», riporta Repubblica. Un possibile “danno” arrecato alla Germania proprio come vendetta per questo e altri casi di cronisti anti-Erdogan che hanno trovato asilo e voce in Germania.
Il caso Deniz Yucel sta facendo esplodere i rapporti tra Turchia e Germania: «propaganda terroristica», l’accusa al giornalista del Die Welt è quanto di più grave possa esistere in Turchia, specie in questa lunghissima reggenza del potere di Erdogan. Il ministro degli Esteri ha commentato in maniera molto dura da Berlino, «Si tratta di una decisione troppo dura e per questo inadeguata, una decisione che non considera né l’alto valore della libertà di stampa e di opinione, né la circostanza che Deniz Yucel si sia messo volontariamente a disposizione della giustizia turca e sia pronto ad affrontare le indagini». Non solo, il caso Deniz Yucel è arrivato ovviamente fino alla Cancelleria, con la Merkel che ha commentato laconica, «decisione amara e deludente, una misura sproporzionatamente dura. Mi aspetto che la giustizia turca, nel trattare il caso Deniz Yucel, tenga in considerazione l’alto valore che ha la libertà di stampa per ogni società democratica. Noi – ha detto ancora la leader tedesca – continueremo a impegnarci in modo esplicito e a sperare che Deniz Yucel sia trattato in modo leale e secondo diritto, e che possa riottenere presto la sua libertà».
Dopo giorni di attesa e forti speranze, soprattutto da parte del Ministro degli Esteri tedesco, il giudice di Instabul ha confermato l’arresto di Deniz Yucel, giornalista per il quotidiano tedeso Die Welt. L’accusa nei ssuoi confronti è di istigazione all’odio e propaganda terrorista, sospetto che gli ha valso le manette già dallo scorso 14 febbraio. L’accusa riguarda l’inchiesta che il governo sta conducendo sul gruppo di hacker presenti sul suolo turco e conoscciuto come RedHack. Secondo gli inquireenti, infatti, furono loro i responsabili ad inviare alcune email del ministro Berat Albayrak, genero del presidente Erdogan. Sulla sua figura il giornalista Deniz Yucel aveva scritto diversi articoli, ma la speranza del ministro Sigmar Gabriel è stato vana. Le proteste portate avanti in questi giorni a livello internazinale sembrano infatti non aver smosso il verdetto delle autorità turche. Il Ministro degli Esteri ha già criticato bruscamente il modus operandi della Turchia nei confronti del giornalista e che potrebbe rimanere in carcere per cinque anni. Lo stesso magistrato, Mustafa Cakar, sottolinea il giornale tedesco Sueddeutsche, ha già condannato in passato diversi corrispondenti del quotidiano Cumhuriyet, di stampo fortemente critico nei conronti del governo.