Lettera aperta di Francesca Immacolata Chaouqui a Papa Francesco: la manager condannata a 10 mesi dai giudici vaticani dalle colonne di Libero ha lanciato un appello al pontefice. L’ex membro della Cosea ha rivelato che la magistratura della Santa Sede sta valutando di far eseguire la pena, che le fu data con la condizione. Inoltre, starebbe preparando la richiesta di estradizione all’Italia per il reato di «concorso nella divulgazione di segreti». Chaouqui ha spiegato che, se questa richiesta fosse formalizzata, si presenterebbe col figlio Pietro in gendarmeria, ma al tempo stesso continua a ribadire la sua innocenza: «Non diedi carte a nessuno, né chiavi d’accesso a documenti riservati. Dunque sono innocente, ma ho accettato sulla base di “pii consigli” di non fare appello. Dovevo accettare di ingoiare». Nella lettera a Papa Francesco, però, ha anche ammesso gli errori commessi, definendosi «una ragazza sola tra i lupi». Non sono mancate delle frecciatine: Chaouqui nella lettera aperta chiede a Papa Francesco cosa sia per lui la misericordia. Il suo timore è che l’uscita del libro “Nel nome di Pietro”, nel quale ha ricostruito la sua verità, porti i magistrati ad eliminarle il beneficio della condizionale perché potrebbe aver violato la legge vaticana. Chaouqui chiede, quindi, un gesto di coraggio: «Non consentire che abbia a finire in carcere, perché io non scapperò, dovranno incarcerarmi con il mio bambino. Ti voglio bene».



Francesca Immacolata Chaouqui si è scagliata contro la scelta di Fabiano Antoniani, meglio conosciuto come Dj Fabo, di andare a morire in Svizzera. L’ex membro della Cosea, l’organo cui papa Francesco ha delegato il compito di riformare e ripulire il Vaticano dalla corruzione e dal riciclaggio, ha usato parole forti per commentare la decisione di Dj Fabo: «È un vigliacco, non ho altre parole per descrivere chi non ha il coraggio di sopportare la vita che gli viene purtroppo data dal destino. Poteva essere speranza per tante persone che come lui avevano l’opportunità di parlare al mondo» ha dichiarato Chaouqui, uno degli imputati nel processo Vatileaks 2 per la diffusione e pubblicazione di documenti riservati. Non cambierebbe idea, se si trovasse lei in quella condizione: Chaouqui ha rivelato di non aver fatto alcuno screening durante la sua maternità, perché avrebbe accettato suo figlio anche se fosse nato malato.

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