Occorrerà attendere qualche giorno prima di scoprire la decisione dei giudici fiorentini del Riesame in riferimento al ricorso presentato dalla procura contro la decisione del giudice di Pisa. L’udienza sul caso di Roberta Ragusa si è svolta questa mattina, a porte chiuse, in presenza del pm Aldo Mantovani. La procura di Pisa si era opposta alla decisione del giudice Elsa Iadaresta che aveva optato per una pena definita troppo “blanda” a carico di Antonio Logli. Ora la procura ha chiesto l’inasprimento della pena, ovvero l’arresto in carcere a carico del presunto assassino di Roberta Ragusa. Allo stesso tempo, gli avvocati di Logli, Roberto Cavani e Saverio Giampietri, come riporta l’agenzia di stampa Agi chiedono di contro la libertà in favore del proprio assistito. Il Riesame comunicherà la sua decisione direttamente alle parti interessate. Ulteriori aggiornamenti potrebbero essere resi noti questa sera nel corso della trasmissione Quarto Grado, con i commenti a caldo della difesa di Antonio Logli, condannato a 20 anni di reclusione per l’omicidio della moglie e l’occultamento del suo cadavere.
La puntata odierna di Quarto Grado, oggi renderà noti ai propri telespettatori gli aggiornamenti sul caso di Roberta Ragusa. Nella giornata odierna, infatti, si attendeva a Firenze l’udienza presso il tribunale del Riesame che si sarebbe dovuto esprimere sul ricorso presentato dalla procura di Pisa contro la decisione del giudice in merito al mancato carcere a carico di Antonio Logli. Pur essendo stato condannato al termine del primo grado a 20 anni di reclusione, il presunto assassino di Roberta Ragusa, nonché marito, in realtà può comunque godere del solo obbligo di dimora notturno e non della custodia cautelare in carcere come chiesto dalla procura e dalla famiglia della vittima. Come riporta Gonews.it, al termine dell’udienza i giudici del Riesame si sono riuniti in camera di consiglio. La decisione potrebbe essere presa solo nei prossimi giorni e quindi comunicata alle parti. Il tribunale, dunque, si riserva. Per il momento quindi Logli, condannato lo scorso 21 dicembre, continuerà a vivere nella sua abitazione, la stessa dalla quale la moglie Roberta Ragusa sarebbe misteriosamente scomparsa la notte tra il 12 ed il 13 gennaio 2012. A carico dell’uomo pendono le gravissime accuse di omicidio e distruzione del cadavere della donna e mamma di Gello di San Giuliano Terme.
Dopo la sentenza di condanna di Antonio Logli, nel corso della nuova puntata di Quarto Grado si tornerà a parlare del giallo di Roberta Ragusa, la mamma di Gello di San Giuliano Terme misteriosamente scomparsa il 14 gennaio 2012. Il processo di primo grado a carico del marito, accusato dell’omicidio e dell’occultamento di cadavere, si è concluso con la condanna a 20 anni di reclusione. Antonio Logli, tuttavia, dallo scorso 21 dicembre sta scontando la sua pena nella sua abitazione, la medesima dalla quale Roberta Ragusa avrebbe fatto perdere per sempre le sue tracce senza alcuna motivazione. Il giudice, infatti, nel leggere la sentenza di condanna a carico dell’uomo, ha deciso per l’attuazione di un provvedimento restrittivo a suo carico e che prevede il solo obbligo di dimora dalle 21:00 alle 6:00. Un provvedimento che, per la procura di Pisa e per gli stessi familiari di Roberta Ragusa appare molto più simile alla libertà. Per tale ragione, nelle passate settimane, la Procura ha presentato ricorso al Tribunale del Riesame contestando la decisione del giudice e sostenendo la necessità di arrestare il marito e presunto assassino di Roberta. I giudici fiorentini si esprimeranno su tale richiesta proprio nella giornata di oggi 3 febbraio. La speranza della procura, dunque, è quella di riuscire a ribaltare la sentenza di primo grado. A sostenere la medesima aspettativa sono anche gli zii della vittima, i quali chiedono con forza che Antonio Logli sconti la pena inflittagli oltre un mese fa in carcere. Ad occuparsi del caso è stata anche la trasmissione Chi l’ha visto che, come riporta FanPage.it, nell’ultima puntata ha dato voce alla zia di Roberta Ragusa, Bettina Pizzonia. E’ grande la delusione presso la donna, la quale ai microfoni della trasmissione di Rai 3 ha commentato: “Con il rito abbreviato, lo sappiamo tutti…non saranno mai 20 anni, saranno ancora di meno. Quando finisce la pena, questa persona esce tranquillamente, va in giro. Ma le vittime rimangono sottoterra, non escono con loro”. La zia della donna scomparsa ha definito “un premio” il rito abbreviato scelto dalla difesa di Logli e che ha permesso di passare dai 30 anni inizialmente richiesti a 20 di reclusione. La zia di Roberta è convinta della colpevolezza di Antonio Logli, al punto da aver dichiarato, senza mezzi termini: “Ha ucciso un essere umano. Non mi sta bene e come non sta bene a me, non sta bene a tutte le famiglie che hanno subito quello che abbiamo subito noi”. Intanto nella giornata di oggi è prevista l’udienza nella quale si deciderà il destino giudiziario di Antonio Logli. Anche in caso di accoglimento del ricorso della Procura, l’uomo non andrà immediatamente in carcere poiché la sua difesa, quasi certamente presenterà ricorso in Cassazione.