A Pomeriggio 5 da Barbara D’Urso erano presenti i parenti di Jessica Tinari ragazza deceduta nella tragedia dell’hotel Rigopiano. Queste le parole del fratello Gianluca: “Eravamo appena rientrati dai funerali ed eravamo pronti al dolore. Siamo stati proiettati nell’odio di questa vignetta che ci ha fatto male. Mi ha chiamato Mario arrabbiato per questa vignetta scandaloso. Non abbiamo parole. Abbiamo visto quella del giornale francese, ma questa l’ha superata. Non è satira e noi non facciamo politica“. E poi il padre di Jessica Tinari: “Jessica era iscritta ai giovani democratici del posto. Quella è stata la prima rabbia, perchè non si fa ironia sulle disgrazie. Non dovrebbe entrare la satira in questi fatti. Il direttore di quella specie di giornale, spero ne vendano meno copie. Non lo chiamo uomo o signore, Travaglio e il nome è tutto un programma. Dice che quelli dell’altra parte non hanno capito l’ironia e che doveva spiegarla lui. E’ un essere immondo e faremo delle querele con i nostri avvocati che ci consigliano e ci supportano in questa situazione che stiamo vivendo“.



Satira choc e Hotel Rigopiano: si torna a parlare della tragedia della valanga all’hotel abruzzese sul Gran Sasso a Pomeriggio 5, con la triste fine di Jessica Tinari, giovane fidanzata di Marco Tanda, anche lui morto sotto le macerie del tragico episodio del 18 gennaio scorso. Nasce tutto da una vignetta apparsa giorni fa su Il Fatto Quotidiano, in seguito al discorso di Matteo Renzi all’assemblea degli amministratori locali del Pd, lo scorso 28 gennaio a Rimini. L’ex premier ha aperto il suo intervento esprimendo vicinanza alle popolazioni colpite dal terremoto e dalla slavina di Rigopiano, con parole di riguardo per la giovane Jessica Tinari, ragazza 25enne di Vasto morta nell’hotel e attivista del gruppo “Giovani Democratici”. Il vignettista Natangelo il giorno dopo sul quotidiano diretto da Marco Travaglio ha pubblicato la vignetta in cui si legge «Matteo apre ricordano le vittime di Rigopiano, “e una delle vittime era una giovane democratica, abbiamo perso un voto. Certo, magari gli altri 28 erano del M5s, ma ci può dirlo?”». Apriti cielo, la vignetta choc entra di diritto nella battaglia politica ma soprattutto nella decenza del dolore di una famiglia, quella di Jessica e di tutte le altre vittime, che si sono sentite tirate in mezzo in maniera poco decorosa ad una faida politica. La reazione del Pd arriva immediata e furente: «Caro Natangelo, noi ci rivolgiamo direttamente a te. Vorremmo solo precisare che con Jessica non abbiamo perso un voto, ma un volto: una compagna che tutti i giorni dedicava un pezzetto della propria vita a un’idea. Non hai attaccato il Renzi, ma hai ferito noi e la comunità della quale facciamo parte, perché hai toccato un nervo scoperto e a poche ore dal momento in cui abbiamo ricevuto la notizia. Ci hai ferito e va bene così, ma ricorda che non sempre il cinismo è sinonimo di acume, ma spesso nasconde la svalutazione di tutto. L’elevare il cinismo a valore è forse ciò che negli ultimi anni, diventando pensiero dominante, sta rovinando il clima politico e sociale di questo paese».



Jessica Tinari e Marco Tanda: due ragazzi all’Hotel Rigopiano, innamorati e in gita, hanno perso la vita come purtroppo altre persone lo scorso 18 gennaio 2017. Travolti dalla terribile slavina che si è abbattuta dopo il terremoto in Centro italia, loro come purtroppo tanti altri non ce l’hanno fatta, molti sul colpo quando stavano cercando di trovare un modo per andarsene da quella trappola in mezzo alle montagne innevate. La vicenda della vignetta de Il Fatto Quotidiano, che oggi viene di nuovo riproposta a Pomeriggio 5 con l’intervento del padre di Jessica, furente e disperato, ha trovato molto spazio nei giorni scorsi con la diatriba politica che ha fatto nuovamente male alla famiglia di Jessica e delle tante vittime sotto l’Hotel Rigopiano. In una nota pubblicata due giorni fa, il legale della famiglia di Jessica ha espresso il commento sulla triste vicenda della vignetta satirica: «Non c’è limite al cattivo gusto: Matteo Renzi, ricordando il volto solare ed i sogni di Jessica, ha perso l’occasione per domandarsi anche quali, nella tragedia, fossero le responsabilità di organismi che sino al referendum rispondevano alla sua persona. Criticarlo con una vignetta di cattivo gusto come quella di Natangelo sul  giornale diretto da Travaglio significa non rispettare i sentimenti di chi ha perso la propria  figlia. Mi aspettavo che la politica iniziasse il gioco dello scaricabarile delle responsabilità, ma tanto sciacallaggio fa veramente rabbrividire. La famiglia Tinari si riserva di procedere giudiziariamente anche per questo vergognoso episodio».



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