Intervistato da Gianluigi Nuzzi di Quarto Grado in merito al delitto di Garlasco in cui perse la vita Chiara Poggi, Andrea Sempio risulta adesso formalmente indagato. Per cercare di capire se davvero è l’amico del fratello della vittima ad avere ucciso Chiara al posto di Alberto Stasi, si cerca di porre attenzione anche sulle scarpe indossate da Andrea all’epoca dei fatti. Gli inquirenti hanno infatti accertato che sulla scena del delitto è stata ritrovata l’impronta di una scarpa di marca Frau numero 42. Andrea Sempio calza invece il numero 44, ma molti telespettatori della trasmissione di Rete Quattro, dopo la rivelazione della scorsa settimana, hanno fatto notare come la misura delle scarpe sarebbe potuta variare nell’arco di questi 10 anni, avendo Sempio all’epoca dei fatti 18 anni. Quarto Grado si è quindi rivolta al medico ortopedico Andrea Lisai, che ha spiegato:”Nell’uomo il piede smette di crescere intorno ai 13-15 anni, quindi la maturità scheletrica raggiunge il suo massimo intorno ai 15 anni. Sicuramente possiamo dire che la lunghezza ossea non varia una volta che si giunge alla maturità scheletrica”. Il medico ha aggiunto che un aumento di lunghezza del piede dopo lo sviluppo è giustificato solo dalla presenza di traumi o dall’aumento di peso considerevole: circostanze che non sembrano trovare riscontro su Andrea. Interpellato sulla questione, Sempio ha detto di avere lo stesso numero di piede da quando ha 18 anni. 

Catapultato in una vicenda di cronaca nera che in molti ritenevano chiusa, Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi, la ragazza uccisa a Garlasco il 13 agosto del 2007, è chiamato a difendersi dalle accuse di chi vede in lui il vero autore del delitto per cui è stato incriminato Alberto Stasi. Intervistato in esclusiva da Quarto Grado, la trasmissione di Rete Quattro, Sempio ha dichiarato:”Da un lato sono contento che gli investigatori non abbiano beccato alcune mie conoscenze, così la privacy dei miei amici è stata tutelata. Al momento non sono fidanzato ma ho i miei giri, le mie conoscenze. Ho capito che quando vogliono creare un mostro, se non trovano nulla di concreto, di particolare, se lo inventano”. Il ragazzo ha anche smentito che la vignetta pubblicata sul suo profilo Facebook il giorno della condanna di Stasi, in cui commentava che “L’essenziale è invisibile agli occhi”, sia stata in qualche modo ricollegata al delitto di Garlasco:”Chi vuole trovare qualcosa di negativo la trova…”

Nelle ultime settimane il giallo attorno al delitto di Garlasco nel quale perse la vita la 26enne Chiara Poggi, la mattina del 13 agosto 2007, è stato caratterizzato da non poche polemiche. Tutto sembra ruotare attorno al Dna rinvenuto sulle unghie della vittima e che potrebbe ridare speranza ad Alberto Stasi, fidanzato di Chiara e condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione per il suo delitto. Per gli inquirenti, la magistratura e per la stessa famiglia Poggi non ci sarebbero dubbi sul fatto che il solo responsabile del delitto di Garlasco sia l’ex bocconiano ora in carcere. Eppure, la difesa del giovane avrebbe riscontrato un elemento importante e che potrebbe cambiare le carte in tavola. E’ in questo contesto che torna il materiale genetico rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi e divenuto oggetto di dibattito: per l’accusa, quel Dna sarebbe degradato, quindi inutilizzabile. Diversa l’opinione della difesa di Alberto Stasi, per la quale non solo il Dna sarebbe confrontabile ma, stando alle analisi compiute nei mesi scorsi dai suoi consulenti, apparterrebbe con certezza ad Andrea Sempio, amico del fratello di Chiara Poggi ed ora indagato a piede libero (come atto dovuto). Gli esperti, come ricorda il settimanale Giallo, dopo gli opportuni accertamenti avrebbero accertato come le tracce rinvenute sulle unghie della vittima fossero perfettamente coincidenti con il Dna di Sempio. A compiere il confronto giungendo a questa importante conclusione è stato il professor Pasquale Linarello, grande esperto nel campo, il quale alla stampa ribadì come quello ottenuto non avrebbe dovuto rappresentare un dato conclusivo, bensì il punto di partenza di nuove indagini che andrebbero estese ed integrate con altri elementi. Agli inquirenti, ora, capire se i dati emersi sul conto di Andrea Sempio siano da considerarsi validi e soprattutto come mai il suo Dna si trovava sulle unghie di Chiara Poggi e quale potrebbe essere il suo eventuale coinvolgimento nel delitto di Garlasco. In questo clima di polemica tra chi sostiene l’impossibilità di comparare le tracce rinvenute e chi invece appare certo del risultato ottenuto, si inserisce l’opinione di una terza esperta, la celebre genetista Marina Baldi, interpellata appositamente dal settimanale diretto da Andrea Biavardi. L’esperta ha commentato i risultati legati al Dna, punto cruciale dell’intero giallo, partendo da una premessa importante: la Baldi non sarebbe in alcun modo coinvolta con il caso né ha mai creduto che il processo a carico di Alberto Stasi si sia concluso con una sentenza ingiusta. Alla luce di ciò, tuttavia, la genetista ha commentato: “Il Dna trovato sulle unghie di Chiara Poggi è ampiamente confrontabile: il profilo ricavato è valido per una comparazione”. Una conclusione importante, la sua, in quanto andrebbe a smentire la tesi dell’accusa secondo la quale il Dna ricavato sarebbe corrotto e non sufficiente per poter essere sottoposto ad un confronto. La genetista ha voluto compiere un giudizio tecnico basato esclusivamente sui risultati legati al Dna ma in riferimento al caso di Garlasco ha voluto precisare: “Ritengo comunque che il processo per il delitto di Chiara ha già un suo colpevole con sentenza passata in giudicato e che deve quindi essere rispettata, basata su molti altri fatti che sono chiaramente spiegati nelle motivazioni per me del tutto condivisibili”. Nonostante questo, però, Marina Baldi ha sottolineato allo stesso tempo come il profilo preso in esame non possa essere considerato non valido per la comparazione. A questo punto non resta che attendere lo sviluppo dell’inchiesta sul delitto di Garlasco, in merito alla decisione della procura di Pavia che potrebbe quindi scegliere di eseguire ulteriori analisi.