Nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip di questa mattina, si è avvalso della facoltà di non rispondere Fabio Di Lello, l’uomo che ha deciso di farsi giustizia da solo per la morte della moglie Roberta Smargiassi, uccidendo colui che l’aveva investita sette mesi prima, Italo D’Elisa. Il vedovo giustiziere, come riportato da La Repubblica, è stato definito dai suoi legali “molto provato”, e mentre la procura procede contro di lui per omicidio volontario con premeditazione, non è escluso che la difesa dell’assassino chieda per lui una perizia psicologica. Come riferisce Il Corriere della Sera, Di Lello era in cura psichiatrica e sotto effetto di psicofarmaci da mesi. Ad avvalorare la tesi della premeditazione, al netto della versione resa ai suoi legali dal Di Lello, vi è anche il fatto che l’autore dell’omicidio avrebbe acquistato a settembre la pistola con cui ha poi aperto il fuoco e che a dicembre si sarebbe spogliato dei suoi beni in favore dei familiari (donando un edificio e cedendo le sue quote del panificio).
Fabio Di Lello sì è avvalso della facoltà di non rispondere oggi davanti ai giudici per l’interrogatorio previsto dopo il suo arresto. Come riporta Rainews, l’interrogatorio di Fabio Di lello è durato poco più di due minuti: l’uomo è accusato di omicidio volontario premeditato per aver ucciso Italo D’Elisa, il ragazzo che sette mesi aveva investito la moglie Roberta Smargiassi, morta dopo la caduta dallo scooter. “Non era nelle condizioni e nella serenità necessari per parlare”, hanno dichiarato i suoi avvocati Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni. Cerella ha aggiunto che Di Lello “piange in continuazione. E’ pentito, molto pentito”. Oggi si sono svolti i funerali di Italo D’Elisa. Durante l’omelia, riferisce sempre Rainews, il parroco don Antonio Totaro, ha affermato: “Si fermi questa ondata di odio. Basta con questa violenza. Non si può andare avanti con l’odio. Due vite completamente spezzate. Ha perso la città. Noi abbiamo perso”. E ha poi aggiungo: “Queste morti riportino nella nostra comunità un po’ di serenità. Basta con i social media. Dobbiamo tornare a parlare tra di noi. Senza conoscere abbiamo condannato”.
Si terrà oggi l’interrogatorio di garanzia di Fabio Di Lello, quello che la cronaca ha ridefinito il “vedovo giustiziere” di Vasto dopo l’omicidio di Italo d’Elisa, il giovane che sette mesi fa aveva investito e ucciso sua moglie, Roberta Smargiassi. Come riportato a La Repubblica, la versione dei fatti confidata dal Di Lello al suo avvocato esclude la premeditazione:”Non ero mica uscito per ucciderlo. Stavo tornando dal campo di allenamento, giù a Cupello, e chi ti incontro? Italo, con quel suo solito sguardo di sfida”. Un appuntamento col destino, secondo la ricostruzione di Fabio Di Lello, che al suo legale spiega:”Tornavo dall’allenamento dei ragazzi (Di Lello dava una mano al tecnico delle giovanili del Cupello, ndr) e me lo vedo davanti in bici, veniva in senso contrario al mio. Abbiamo incrociato lo sguardo, aveva quel solito sguardo di sfida. Sono mesi che lo vedo nei suoi occhi: non ne potevo più. Ho visto che imboccava via Perth e appena ho potuto ho fatto inversione di marcia. Lui si era fermato al bar, ho visto la bicicletta parcheggiata davanti al DrinkWater café, ho parcheggiato la mia macchina lì vicino e sono sceso. Non sapevo neanche io perché: volevo affrontarlo, parlargli. Non certo ucciderlo, avvocato. Avevo la pistola in macchina ma non l’ho presa, sono sceso e sono andato verso il bar”. Il racconto di quei secondi fatali mette i brividi:”Lui stava tornando verso la bici e mi ha subito visto. E sa che ha fatto? Mi ha provocato come sempre, con quel suo sguardo di sfida. A quel punto non ci ho visto più: sono tornato in auto, ho preso la pistola e prima che ripartisse in bicicletta gli ho sparato e l’ho ammazzato. Mi dispiace, lo so che ho sbagliato: mi sono rovinato la vita”.
Fabio Di Lello potrebbe essere interrogato oggi per l’omicidio di Italo D’Elisa, il giovane che sette mesi fa travolse e uccise sua moglie Roberta Smargiassi ad un incrocio. Finora non ci sono stati atti formali, perché è in corso l’attività di indagine dei carabinieri, ma l’uomo, che è detenuto nel carcere di Vasto, potrebbe essere accusato di omicidio volontario premeditato dalla procura. Quando è stato ucciso, Italo D’Elisa stava parlando al cellulare, quindi le parole che ha scambiato con Fabio Di Lello potrebbero essere state ascoltate da qualcuno. Il cellulare verrà identificato con l’acquisizione dei tabulati. Intanto i legali di Fabio Di Lello stanno definendo la linea difensiva: potrebbero scegliere il rito abbreviato per ottenere il terzo di pena scontato ed evitare così l’ergastolo. Finora la procura non ha rilevato attenuanti, ma siamo ancora all’inizio della battaglia legale. Il processo si preannuncia lungo e difficile. «Una tragedia nella tragedia, tre famiglie perbene rovinate. Ai genitori di Italo D’Elisa dico: noi ci siamo passati prima, ora ci uniamo al loro dolore» ha dichiarato il fratello di Fabio Di Lello, come riportato da La Repubblica.
Il video della morte della moglie Roberta Smargiassi aveva ossessionato Fabio Di Lello: alcuni suoi conoscenti e amici hanno fatto girare su WhatsApp una breve clip sull’incidente. Le immagini chiarivano la sua esatta dinamica e per questo Fabio Di Lello, il vedovo “giustiziere” continuava a chiedere il video: voleva vedere quel momento, quello del tremendo impatto. «Possibile che non facciano nulla a chi ha ucciso mia moglie?» chiedeva a tutti gli amici di Vasto, poi ha deciso di farsi giustizia da solo e di uccidere Italo D’Elisa, che aveva investito sua moglie Roberta. Ad un certo punto è circolata la voce che sua moglie Roberta non indossasse il casco quando è avvenuto l’incidente e lì forse, come riporta il Corriere della Sera, non ci ha visto più. Da quel video, dunque, è montata l’onda emotiva che ha contributo alla folle vendetta di Fabio Di Lello. Il video in questione è stato sequestrato dalla magistratura, che ne ha ovviamente bloccato la diffusione.