A quasi due anni di distanza dalla morte di Trifone Ragone e Teresa Costanza, i due fidanzati di Pordenone uccisi il 17 marzo del 2015 a far discutere è una foto scattata pochi giorni dopo la morte dei giovani da parte di Giosué Ruotolo, imputato per il duplice omicidio, e i due ex coinquilini di Trifone, Daniele Renna e Sergio Romano. A commentare lo scatto, in cui i tre appaiono sorridenti e per niente turbati dalla morte del Ragone, è stata la mamma di Trifone, che al settimanale Giallo ha dichiarato:”Sono rimasta senza parole quando in aula, durante il processo per l’omicidio di mio figlio e della sua fidanzata, è stata mostrata per la prima volta una fotografia che ritrae i coinquilini di Trifone mentre ridono e scherzano all’interno di un bar. Erano passati solo due giorni dall’uccisione di Trifone e Teresa, i loro amici erano morti e loro festeggiavano. Non gliene fregava proprio nulla”.
Il caso sul duplice delitto di Trifone Ragone e Teresa Costanza appare ancora molto lontano dalla verità. Il maxi processo a carico di Giosuè Ruotolo continua a regalare particolari clamorosi che contribuiscono a lasciare interdetta la famiglia delle due vittime. Nel corso delle ultime udienze che si stanno svolgendo in Corte d’Assise a Udine, come rivelato dal settimanale Giallo, sarebbe trapelato un particolare inedito quanto inquietante in riferimento al duplice omicidio che si è consumato la sera del 17 marzo 2015, nel parcheggio del palasport di Pordenone. A renderlo noto è stata la madre di Trifone che ha rivelato come dopo la decisione del figlio di lasciare l’appartamento di via Colombo per andare a convivere con Teresa, i suoi ex coinquilini, ovvero l’imputato Giosuè Ruotolo – presunto killer della coppia – e i due testimoni chiave, Sergio Romano e Daniele Renna, avessero acquistato una telecamera. L’intento, a detta della donna, era quello di spiare il figlio. L’episodio risale al mese di giugno 2014, quando Romano acquistò su internet la telecamera e alla spesa parteciparono anche gli altri due ragazzi. “Ai giudici tutti e tre hanno raccontato che la telecamera serviva per verificare se Trifone continuasse a frequentare di nascosto la casa, magari in compagnia di altre donne”, ha spiegato la madre del militare ucciso. In realtà, la donna avrebbe un altro inquietante sospetto: e se i tre stessero studiando un piano per ricattare il militare di Adelfia? “Volevano sorprenderlo in compagnia di un’amante, minacciando poi di mostrare il video a Teresa”, è l’ipotesi della madre di Trifone. Una sorta di “prova generale”, dunque, di quello che poi Giosuè Ruotolo avrebbe fatto più tardi, creando il falso profilo Facebook “Anonimo anonimo” dal quale partirono i messaggi molesti aventi come destinataria Teresa. “L’obiettivo era mettere zizzania tra lei e mio figlio per farli lasciare”: su questo punto la madre della vittima pugliese non avrebbe alcun dubbio. Come sappiamo, proprio la scoperta da parte di Trifone del finto profilo creato sul social network aveva scatenato una lite violenta tra i due ex commilitoni, poi culminata in una successiva scazzottata confermata anche dai due ex coinquilini. I Ros, dopo essere giunti all’esistenza di tale profilo Facebook, avrebbero fornito agli inquirenti gli elementi utili per ricostruire le dinamiche che avrebbero preceduto il delitto di Trifone e Teresa. “Mio figlio aveva capito che l’autore dei messaggi era Ruotolo, lo aveva picchiato e minacciava di denunciarlo”, ha dichiarato la madre di Ragone al settimanale diretto da Andrea Biavardi. Una eventuale denuncia sarebbe pesata molto sulla carriera di Ruotolo, da qui la scelta di eliminare per sempre il problema. “Giosuè si sentiva ‘prigioniero’ di Trifone e per questa ragione ha deciso di ucciderlo”, ha chiosato la madre.