Alessio Feniello, padre di Stefano morto nella tragedia è ospite di Massimo Giletti a L’Arena. “La ragazza di mio figlio non ha un graffio, aspettavano insieme vicino al caminetto prima di partire. La notte sono stato dietro la turbina, sono andato a piedi fino alla struttura, volevo andare a scavare ma non me lo hanno permesso” le parole di Alessio Feniello, che ha promesso a Giletti di essere calmo e pacato in diretta. “Mio figlio è stato scortato dal sindaco fino all’hotel, non si sono preoccupati di riportarli giù” queste le prime domande del padre di Stefano, che si chiede come mai i ragazzi siano arrivati sù in hotel, non doveva esserci l’autorizzazione visto che poi erano impossibilitati a scendere. “Il bollettino meteo parlava di situazioni critiche, perchè non hanno mandato aiuti?” continua Feniello, senza tralasciare le richieste di soccorso.
Pasquale Iannetti aveva previsto un eventuale pericolo valanghe nella zona dell’Hotel Rigopiano, ma il suo report scritto nel 1999 non fu ascoltato. “Sì, sono io la Cassandra dell’Hotel Rigopiano” le parole della guida Alpina Iannetti, nel report in cui denunciava la possibilità di valanghe nell’area di Rigopiano, individuando come punto critico il piazzale del rifugio Acerbo, che si trova a circa cento metri dell’hotel seppellito dalla slavina lo scorso 18 gennaio 2017. Iannetti svela che durante un sopralluogo si era accorto del rischio, e quindi lo comunicò immediatamente: “Nonostante questo è stato lo stesso autorizzato l’ampliamento dell’hotel, e ora siamo qui a piangere i morti. Non so perchè il mio report è stato ignorato, il Comune di Farindola non avrebbe dovuto autorizzare l’ampliamento del vecchio albergo” conclude Iannetti, ma il suo report è stato ignorato, parlando della pericolosità della strada che portava all’hotel Rigopiano.