La neve in Abruzzo? Tutto ridotto alla tragedia di Rigopiano. I morti sono già un ricordo, purtroppo. E gli altri morti sono rimasti avvolti nella quasi totale indifferenza. 

La neve in Abruzzo? In molti si domandano se veramente ha nevicato e quanto. Danni? Tanti, troppi. Alle case private, a tantissime aziende. Agricoltura in ginocchio e zootecnia in crisi con stalle crollate e migliaia di animali morti. Ma a Roma non se ne sarebbe accorto nessuno. Nemmeno i parlamentari locali, che non hanno appoggiato la sollevazione dei sindaci e di alcuni consiglieri regionali per l’assenza di interventi da parte del Governo con l’approvazione dei decreto riguardante le emergenze ambientali in Abruzzo. “Se il testo ufficiale del decreto fosse realmente quello che abbiamo avuto modo di leggere — hanno commentato i consiglieri regionali di centrodestra Gianni Chiodi, Paolo Gatti e Mauro Di Dalmazio —, sarebbe semplicemente imbarazzante ed oltraggioso rispetto alle sofferenze e ai danni morali e materiali subiti da decine di migliaia di abruzzesi ed in particolare dalla comunità teramana. Sembra sparita la zona franca, la sospensione temporanea delle tasse resta ferma a quanto già previsto prima del 17 gennaio, il cratere è rimasto inalterato tenendo fuori realtà come Isola del Gran Sasso, Colledara, Castel Castagna e tanti altri Comuni gravemente colpiti. Di risarcimenti per danni diretti e indiretti, fatta eccezione per generici ed insufficienti riferimenti al settore agricolo e zootecnico, non c’è traccia. In buona sostanza, secondo il Governo, dopo la mera dichiarazione dello stato di emergenza, il nulla, come se in Abruzzo e nel teramano non fosse accaduto niente di straordinario”. Adesso si attende la pubblicazione del decreto sulla Gazzetta Ufficiale, per capire se c’è qualcosa di diverso.



Inizia una battaglia che potrebbe portare la popolazione abruzzese a manifestare a Roma, sotto i palazzi che contano. Ma accanto alle proteste, che lasciano il tempo che trovano, che sicuramente non porterebbero risultati concreti, rimane la disperazione di migliaia di famiglie, che sono state costrette a vivere senza luce, riscaldamento e acqua per giorni. Che hanno visto arrivare l’esercito per riaprire strade e collegamenti. Per i consiglieri di centrodestra abruzzesi la posta in gioco non è la solita battaglia di prevalenza politica, ma la sopravvivenza ed il futuro di intere comunità. “Non c’è alcuno spazio per logiche politiche di appartenenza ma solo per una battaglia comune all’insegna della verità e a tutela dei cittadini abruzzesi e teramani”. E forse tutti i torti questa volta non hanno. Gli abruzzesi stanno, come una sorta di tam tam, invitando tutti, con il passaparola, a non spendere soldi con gli sms solidali, i cui soldi non si sa quando e dove arriveranno. Piuttosto a cominciare a pensare di trascorrere le vacanze estive in Abruzzo. Sulle spiagge, al mare, o anche in quei paesi di montagna che proprio grazie a nuovi visitatori potrebbero riacquistare un po’ della bellezza perduta.



Nel frattempo le scosse continuano. Due forti la notte scorsa, tra Umbria e Marche, come a ricordare che di definitivo non c’è assolutamente nulla. 

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