Nel duplice delitto di Ferrara, nel quale hanno perso la vita i due coniugi di Pontelangorino, Salvatore e Nunzia Vincelli, potrebbero aver avuto un ruolo importante i videogiochi. E’ quanto emerso da una serie di analisi riprese dal settimanale Oggi, da Studio Aperto e dallo psichiatra Vittorino Andreoli. Il movente che avrebbe spinto il 16enne Riccardo, figlio della coppia uccisa, a convincere l’amico 17enne a finire a colpi di ascia i genitori, non è ancora chiaro. Si è parlato di problemi legati al cattivo andamento scolastico, di soldi promessi dal 16enne all’amico in cambio del duplice delitto, fino ad arrivare all’ultima ipotesi investigativa, secondo la quale tra i due giovani potrebbe esserci stato un rapporto molto più profondo di una semplice amicizia. Come riporta il sito Webtrek.it, la stampa ha tentato di ricostruire le dinamiche che avrebbero portato all’omicidio di Ferrara, cercando le motivazioni nelle parole di Rudi e Monica Sartori, genitori del 17enne reo confesso ed esecutore materiale del duplice delitto di Salvatore e Nunzia Vincelli. A loro detta, la responsabilità di quanto accaduto potrebbe essere attribuita proprio ai videogiochi. Un’intera collezione che teneva incollato il figlio allo schermo per ore. Al settimanale Oggi, a parlare è stato proprio Rudi, padre del giovane ora detenuto nel carcere minorile di Bologna: “Non voglio trovare scusanti a Manuel per quello che ha fatto ma se penso a quello che davvero può avergli fatto male, dico che è stata questa robaccia”, ha dichiarato, riferendosi proprio ai videogiochi del figlio. A sua detta, il 17enne trascorreva intere notti attaccato allo schermo, senza riuscire a staccarsene e di questo ora l’uomo se ne fa una colpa. A ricalcare le presunte responsabilità dei videogiochi nel delitto di Ferrara, anche Studio Aperto, che nei giorni scorsi ha dato voce alla psicologa Maria Rita Parsi, la quale ha parlato dei “modelli di odio e distruttività” veicolati dalla nostra società. “Forme di eliminazione così feroci, come appunto tagliare la testa con l’ascia, non è una eliminazione qualunque… tagliare la testa con l’ascia e poi rinchiuderla nei sacchetti. Richiede, come dire, un collegamento con modelli, con cose viste come i massacri dei suoi videogame”, ha aggiunto l’esperta. Infine, anche lo psichiatra Vittorino Andreoli al Corriere.it aveva espresso la sua opinione sul caso, tirando in ballo i videogiochi: “Io ho lavorato parecchio sul fenomeno dei videogiochi, dove spesso la missione è quella di eliminare esseri fantastici oppure delle sagome umane. Basta cliccare e si abbatte una persona, e vince chi ne abbatte di più”.



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