Fabio Di Lello alterna momenti di pianto ad altri di commozione: è il legale del “giustiziere” di Vasto a fornire le ultime notizie sulle condizioni dell’uomo che ha ucciso Italo D’Elisa. «Stiamo provando a dargli sostegno. Sono momenti difficili, è un dramma enorme. Ha espresso dolore e vicinanza a tutti. Stiamo provando a fargli capire la portata del suo gesto e saremo supportati da professionisti» ha dichiarato il legale difensore di Fabio Di Lello ai microfoni de La Vita in Diretta. L’avvocato ha poi ribadito la vicinanza della famiglia Di Lello a quella della vittima. In studio, invece, è intervenuta la criminologa Roberta Bruzzone, secondo cui l’omicidio poteva essere evitato: «Un soggetto esposto ad un lutto devastante, che ha dato segnali di odio e rancore, andava fermato. Ha avuto una crisi psicotica acuta di matrice depressiva. Sono convinta che ora sia ferocemente pentito, ma in quel momento era in un tunnel».



A Pomeriggio 5 interviene per la prima volta da Barbara D’Urso il padre di Italo D’Elisa, il ragazzo trucidato da Fabio Di Lello per l’assurda vendetta sulla morte della moglie Roberta Smargiassi. Dopo che le ultime clamorose notizie di giornata hanno riportato come la donna fosse incinta quando fu investita tragicamente dal ragazzo 22enne, in diretta parlerà l’uomo a sua volta distrutto per la perdita del figlio, per di più in maniera così drammatica. Angelo D’Elisa, giusto ieri, era intervenuto all’Arena di Giletti per raccontare cosa provasse in un momento difficile come questo, sorprendendo un po’ tutti. «Due cose voglio dire, preghiamo tutti per queste famiglie distrutte e ascoltiamo le parole del parroco che sono sante. Non ho odio per nessuno, voglio soltanto che preghiamo tutti insieme per queste famiglie distrutte. Non abbiamo rancore. Parole sante quelle del parroco. E ora lasciateci tranquilli». Nessun odio, tanto dolore, e una vicenda davvero tragica; per il papà di Italo fondamentali sono quelle parole dette dal parroco al funerale di Italo, «Si fermi questa ondata di odio. Basta con questa violenza. Due vite spezzate. Ha perso la città. Noi abbiamo perso».



Le indagini sull’omicidio di Vasto proseguono spedite al fine di fare luce su quanto avvenuto nei giorni scorsi quando Fabio Di Lello ha deciso di mettere la parola fine alla vita di Italo D’Elisa, giustiziando così la moglie. Stando a quanto rivela Il Centro, Di Lello, ora in carcere, sarebbe diventato padre proprio in questi giorni. La moglie Roberta Smargiassi, morta in un incidente stradale provocato proprio dal 21enne ucciso a colpi di pistola, l’avrebbe reso padre, dandogli il figlio che tanto sperava. Quella che appariva solo come una ipotesi formulata dopo il delitto di Italo, ora troverebbe conferma nelle parole della famiglia di Fabio. Nella giornata di ieri, la mamma di Di Lello ha raccontato i primi sintomi di una gravidanza da parte di Roberta, poco prima che venisse uccisa: “Erano iniziate le nausee, e la notte in cui è morta stava tornando a casa per preparare la festa dell’annuncio”. Il giorno dopo, infatti, marito e moglie avrebbero dato alla famiglia intera la lieta notizia. Con il suo decesso, avvenuto in seguito al terribile incidente, sarebbe morto anche il bambino che portava in grembo e questo particolare avrebbe fatto impazzire di dolore Fabio Di Lello, non riuscendo ad accettare un doppio lutto, quello dell’amata moglie e quello del futuro figlio.



La situazione psicologica di Fabio Di Lello, il giovane arrestato con l’accusa di aver ucciso il 21enne Italo D’Elisa, reo a sua detta di aver spezzato la vita della moglie Roberta Smargiassi in seguito ad un incidente, sembra essere molto delicata. E’ quanto si apprende dall’agenzia di stampa Ansa, che rivela come nella giornata di ieri il giudice per le indagini preliminari, Caterina Salusti, abbia proceduto con la convalida del fermo. Fabio Di Lello, dunque, resta nel carcere di Vasto, accusato di omicidio volontario premeditato. Nella mattinata di domenica si è svolto l’interrogatorio di garanzia nel corso del quale l’indagato si è avvalso della facoltà di non rispondere. In carcere, intanto, si è formato un via vai da parte dei legali del giovane, gli avvocati Giovanni Cerella e Pierpaolo Andreoni. Sono stati loro a riferire l’attuale condizione del 34enne, attualmente in isolamento e controllato a vista dagli agenti di polizia penitenziaria. Di Lello non starebbe vivendo una situazione semplice e ciò lo si comprende dalla continua alternanza di lunghi silenzi a interminabili momenti di pianto. Il dolore dei familiari delle tre famiglie coinvolte si è acutizzato sempre di più nelle ultime ore, intanto le indagini vanno avanti al fine di comprendere cosa avrebbe realmente portato Fabio Di Lello a compiere il delitto di Italo D’Elisa, a sua volta rinviato a giudizio per omicidio stradale e che solo nei prossimi giorni si sarebbe dovuto presentare in tribunale davanti al Gup.

Fabio Di Lello ha bisogno di calore umano: lo ha dichiarato l’avvocato del “giustiziere” di Italo D’Elisa, finito in carcere per l’omicidio di Vasto. L’uomo è in isolamento ed è guardato a vista dagli agenti della polizia penitenziaria per evitare che commetta sciocchezze. Stando a quanto riportato da Il Centro, gli sono stati consegnati alcuni libri della biblioteca del carcere, tra cui “L’uomo che sussurrava ai cavalli” di Nicholas Evans. Il padre della vittima, Angelo D’Elisa, ieri a L’Arena di Massimo Giletti: «Quando ha ucciso Roberta Smargiassi mi ha detto che avrebbe voluto morire lui al suo posto. La sua vita era distrutta. Mi diceva: “Io chiudo gli occhi e vedo quell’incidente”. È stato ricoverato anche lui, perché ha avuto un trauma». Il padre di Italo D’Elisa ha chiesto pietà per le tre famiglia distrutte, compresa la sua, e di essere lasciati tranquilli a pregare.

Clicca qui per il tweet pubblicato da L’Arena durante l’intervista al padre della vittima.

Italo D’Elisa non poteva finire in carcere dopo aver investito e ucciso la moglie di Fabio Di Lello: il motivo è stato spiegato dal procuratore capo Giampiero Di Florio, che è intervenuto ieri a L’Arena di Massimo Giletti. Imputato per omicidio stradale per la morte di Roberta Smargiassi, la vittima dell’omicidio di Vasto non era protagonista di un caso di giustizia lenta: «In meno di quattro mesi è stata avanzata la richiesta di rinvio a giudizio. Grazie ai tempi del tribunale di Vasto siamo riusciti a ottenere l’udienza preliminare il 21 febbraio 2017. A tutto si poteva pensare tranne che a un arresto facoltativo in flagranza di reato». Per Di Florio sono state rispettate le regole di uno stato di diritto e non bisognerebbe confondere giustizia con giustizialismo. Il procuratore capo ha raccontato che la velocità di Italo D’Elisa non era eccessiva, andava a 62 con un limite di 50 chilometri, e non aveva assunto sostanze stupefacenti o alcolici. Inoltre, si è fermato a prestare i primi soccorsi, nei limiti del possibile. «Non c’erano le esigenze cautelari, non possiamo inventarcele come anticipazione della pena» ha concluso Di Florio.