Raffaele Sollecito è tornato a parlare del processo per l’omicidio di Meredith Kercher: il giovane pugliese lo ha fatto a Faccia a Faccia, programma condotto da Giovanni Minoli. Nessuno ha avuto la voglia di ascoltarlo: è questa la sensazione che ha espresso Sollecito a La7, spiegando che forse quello che aveva da dire non era interessante o forse non era ritenuto importante. «Volevano portare un’accusa che si reggeva solamente su un castello di sabbia» ha dichiarato l’ingegnere, secondo cui i media hanno dato voce solo alla procura. Ciò spiegherebbe per Sollecito il motivo per il quale lui e Amanda Knox sono stati ritenuti innocenti per l’America e colpevoli solo in Italia. Ma Meredith Kercher ha avuto giustizia? Raffaele Sollecito non ha dubbi al riguardo: «Secondo me si». L’intervista si trasforma poi in una sorta di confessione, perché il giovane ingegnere ha poi ammesso di aver sbagliato a non difendersi sin dall’inizio. Forse sarebbe andata diversamente?
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In questi giorni la giustizia italiana è finita nuovamente nel mirino: i casi di cronaca delle ultime settimane hanno spinto ad una riflessione anche Raffaele Sollecito, che era stato condannato per l’omicidio di Meredith Kercher e poi è stato assolto con la sentenza della Cassazione. La giustizia è una questione di fortuna per il giovane ingegnere: «In Italia c’è chi fa bene il suo mestiere e chi no. Senza un avvocato come la Bongiorno non ce l’avrei fatta» ha dichiarato nell’intervista a Faccia a Faccia su La7. Nel caso relativo all’omicidio della Kercher, dunque, per Raffaele Sollecito c’era voglia di chiudere in fretta il processo e quindi sarebbero stati presi i «frutti sul ramo più vicino». Il ragazzo pugliese ha raccontato poi la sua esperienza in carcere, spiegando ad esempio il motivo per il quale ha rinunciato all’isolamento: «È meglio rischiare l’incolumità che rischiare l’auto distruzione».