E’ una grande festa per i cattolici giapponesi, ma non solo. Un evento storico, quello che si tiene oggi nel Paese del Sol Levante: Takayama (Justo) Ukon, guerriero samurai che scelse la vita di povertà e l’esilio e infine fu sottoposto a martirio, viene proclamato beato alla presenza del prefetto per la congregazione della cause dei santi, il cardinale Amato, inviato speciale del papa. Takayama, nato nel 1552 e morto il 5 febbraio 1615, era un samurai di famiglia dell’alta nobiltà che seguendo l’esempio del padre un importante signore feudale, si convertì al cattolicesimo. La loro posizione di signori di un vasto territorio aiutò l’espansione dei missionari gesuiti permettendo la conversione di migliaia di giapponesi. Quando però cominciarono le persecuzioni contro i cristiani, Takayama, all’età di 35 anni, rinunciò a tutte le sue ricchezze e scelse l’esilio. Con 300 altri fedeli si diresse nelle Filippine dove morì poco dopo in seguito alle torture subite in Giappone. La sua beatificazione è il primo passo verso una quasi sicura santificazione.