Sono ancora vive le speranze della famiglia di Isabella Noventa, la segretaria di Albignasego che secondo gli inquirenti sarebbe stata uccisa da Freddy Sorgato con la complicità dell sorella Debora e dell’amica/amante Manuela Cacco, di ritrovare il corpo della 55enne scomparsa tra il 15 e il 16 gennaio dello scorso anno. E dopo mesi di silenzio, come riportato da Il Mattino di Padova, è tornata a far sentire la propria voce anche la mamma di Isabella, l’84enne Ofelia Rampazzo che, alla vigilia dell’udienza che ha poi stabilito il rito abbreviato per i componenti del “trio diabolico”, ha manifestato tutto il suo dolore:”Oltre ad aver ucciso mio figlia hanno tolto la voglia di vivere anche a me, non riesco a darmi pace. Me l’hanno processata e condannata a morte, si sono permessi di ucciderla e non si sono mai pentiti. Per questo devono pagare”. La pena richiesta dalla mamma di Isabella è una sola:”Mi affido totalmente alla giustizia e spero in un regolare processo e in una pena giusta come lo sarebbe solo l’ergastolo. Per tutti e tre”. Ma il desiderio della signora Ofelia è un altro:”Voglio indietro il corpo di mia figlia”.



Lo scorso venerdì è stato compiuto un importante passo avanti nel caso sul delitto di Isabella Noventa, la segretaria 55enne di Albignasego, uccisa nella notte tra il 15 ed il 16 gennaio 2016. Per il suo omicidio volontario premeditato e la distruzione del cadavere (il corpo non sarebbe mai stato trovato a distanza di un anno) sono stati rinviati a giudizio i tre indagati, Manuela Cacco ed i fratelli Freddy e Debora Sorgato. L’intero “trio diabolico” affronterà il processo con rito abbreviato, in merito al quale sono state già fissate le prossime udienze. La prima data da segnare in calendario, come evidenzia ReteVeneta.it, sarà quella del prossimo 9 maggio, con sentenza che giungerà probabilmente già i primi di giugno. La battaglia in aula sta dunque per iniziare, ma nell’attesa è emersa la grande soddisfazione della difesa della famiglia di Isabella Noventa rappresentata dall’avvocato Gianmario Balduin e dallo stesso fratello della vittima, Paolo, in prima linea sin dall’inizio del drammatico giallo. La speranza di quest’ultimo continua ad essere quella di riuscire a sapere la verità su che fine abbia fatto il corpo della sorella. Speranza che continua ad essere nutrita anche dopo le ultime parole del pm Giorgio Falcone, il quale ha invitato nuovamente Manuela Cacco, Freddy e Debora Sorgato a parlare. “Questo ci fa ben sperare”, ha commentato al Corriere del Veneto Paolo Noventa. La soddisfazione maggiore da parte del fratello di Isabella al termine dell’udienza preliminare e della decisione del giudice sul concedere ai tre imputati il rito abbreviato, è rappresentata dal fatto che già a giugno potrebbe giungere una sentenza di condanna: “Almeno in questo modo tra pochi mesi sarà tutto finito”, ha commentato l’uomo. Soddisfazione che giunge anche da parte dell’avvocato Balduin, che spera nella verità sulla morte di Isabella Noventa, entro il prossimo 6 giugno, data in cui il giudice potrebbe emettere la sentenza. Indipendentemente dalla pena (che l’avvocato e la famiglia di Noventa sperano sia comunque esemplare) a carico dei tre indagati, la speranza resta quella di ritrovare il corpo, sebbene le possibilità si sono andate affievolendosi con il passare dei mesi, a causa anche dei lunghi silenzi soprattutto da parte dei fratelli Sorgato. Freddy e Debora, infatti, per gli stessi inquirenti avrebbero stretto un tacito accordo – confermato tra le righe anche dalle intercettazioni e dalle lettere scritte in carcere – nella speranza di potersela cavare grazie alle loro bugie. A parlare dopo l’udienza preliminare che ha confermato l’abbreviato per i tre imputati, sono stati proprio i legali dei fratelli Sorgato, i soli imputati presenti in aula lo scorso venerdì (a differenza di Manuela Cacco che avrebbe atteso l’esito nel carcere di Venezia dove è detenuta). La difesa dell’ex autotrasportatore ed ex fidanzato di Isabella Noventa ha spiegato che la decisione del rito abbreviato scelto dal proprio assistito rappresenta il frutto del “deposito di sette relazioni tecniche sullo stato dei luoghi e delle cose”. I legali difensori di Debora Sorgato, invece, hanno insistito sul fatto che la loro assistita abbia già raccontato tutta la sua verità nel memoriale depositato nelle passate settimane e nel quale spiegava che mentre Isabella Noventa veniva uccisa, lei dormiva. “Non vedo quindi perché si debba far interrogare di nuovo”, ha aggiunto la difesa. Eppure, l’asso nella manica rappresentato dalle immagini inedite mostrate dal pm nella prima giornata di udienza preliminare, per Debora Sorgato le cose potrebbero peggiorare. Quelle immagini, infatti, confermerebbero la sua presenza in auto, probabilmente insieme ad un’altra persona, tra le ore 0:23 e 0:43, venti minuti definiti decisivi in merito alla tragica fine della segretaria 55enne.

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