Si chiama Alexeij Navalny ed è appena stato condannato in via definitiva in Russia: un caso come tanti? Sì, se non si trattasse dell’oppositore numero 1 di Vladimir Putin per le prossime Elezioni Politiche Presidenziali del 2018. È stato dichiarato infatti colpevole dal tribunale russo di Kirov dopo l’accusa di appropriazione indebita della società statale Kirovles, quando Navalny lavorava come consigliere per il governo locale. Il blogger e principale oppositore di Putin era stato in una prima sentenza condannato a 5 anni di reclusione, salvo poi essere assolto dalla Corte Suprema che aveva rinviato il tutto alla sentenza ultima del Tribunale di Kirov. Come riporta la Bbc in un lancio d’agenzia di pochi istanti fa, la nuova condanna avvenuta oggi impedirà ad Alexei Navalny di partecipare come candidato alle Elezioni Presidenziali in Russia nel 2018. Inutile dire quanto il caso farà ancora discutere l’Europa e gli Stati Uniti per la libertà o presunta tale di democrazia e di autonomia politica nella Russia putiniana. Ma proviamo a conoscere più da vicino l’oppositore russo che sognava di sfidare il grande “Zar” nella corsa al Cremlino. 



Avvocato e blogger, critico del sistema e della corruzione a vari livelli, nel ceto politico e imprenditoriale, nel 2013, prima delle elezioni, Alexei Navalny fu condannato a cinque anni di carcere per appropriazione indebita  in relazione al cosiddetto affare “Kirovles”, una vicenda risalente al 2009, negli anni in cui era consulente del governatore di Kirov. Un personaggio molto noto in Russia, in quanto ha sfruttato il suo ruolo di forte presenza sul web per denunciare varie battaglie contro il Governo di Putin e Medvedev. Controverso, dato che da un lato figura militante nel partito liberale, dall’altro in passato si è distinto per alcuni atteggiamenti anche molto nazionalisti, sempre oppositore all’altro nazionalismo di Putin. Il caso di oggi, con la nuova condanna non sfuggirà probabilmente alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, dato che la stessa corte si era occupato del caso di Navalny dopo la prima condanna. Il blogger aveva contestato le decisioni della Corte Suprema, in quanto «Non ho nessuna intenzione di andare a Kirov, questa decisione è stata presa per bloccare le mie indagini e la mia attività politica, oggi dovevo essere assolto». Il rimando al tribunale distrettuale di Kirov era infatti visto come un vicolo cieco, visto le battaglie di anti-corruzione in quella regione di Navalny che come una sorta di Julian Assange russo sperava di svegliare le coscienze dei russi con i presunti brogli e intrighi di Putin e collaboratori. Salvo dietrofront con spinta magari dall’estero, la condanna impedirà a Navalny di partecipare contro Putin alle prossime Elezioni. (Niccolò Magnani)

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