Durante la mattinata di oggi, 8 Febbraio 2017, si è svolta L’Udienza Generale, dove Papa Francesco è intervenuto spendendo parole per i fedeli. L’udienza è aperta a tutti, chiunque abbia voglia di partecipare ha la possibilità di farlo. Gruppi di fedeli si sono radunati al suo cospetto, per poter ascoltare e pregare insieme. Qui sotto, il link alla diretta ufficiale dell’Udienza Generale di Papa Francesco delle 09.50 del mattino. Dopo i consueti saluti, papa Francesco ha rivolto l’attenzione alle varie realtà cristiane, pregando per esse e sostenendo che ognuna di loro debba farsi assolutamente forza, nel nome della speranza e della solidarietà reciproca. Il discorso di papa Francesco è ben più profondo: egli non si riferisce solo alla realtà di tutti i giorni, bensì ai bisogni di coloro i quali fungono da guida nei confronti di un gruppo, chi è a capo di una realtà ben maggiore di ciò che noi possiamo lontanamente immaginare. Anche loro hanno bisogno, in quanto anche nei momenti difficili loro devono essere i primi a credere nella fiducia reciproca, grazie alla fede e alla speranza Papa Francesco esorta a non mollare. Pertanto, i fedeli dovrebbero continuare a portare rispetto nei loro confronti.
In secondo luogo, il suo pensiero è rivolto a coloro i quali soffrono, coloro che a causa delle incombenze della realtà quotidiana e di fronte alle sfide cruente cui la vita mette davanti, cadono e non sanno più rialzarsi. Cadere nella disperazione più profonda, comporta una maggiore perdita della speranza: è proprio la speranza il motore che conduce alla salvezza nella vita terrena. La mancanza di speranza conduce gli individui a compiere degli atti terribili, la disperazione affligge coloro che si sentono deboli, scoraggiati e non hanno più la forza di andare avanti. A tal proposito, la Chiesa dovrebbe andare ancora di più in loro soccorso, facendo sentire vicinanza, calore ed accoglienza. Papa Francesco parla di una Chiesa più compassionevole, quel sentimento tanto umano quanto frainteso. Spesso la compassione viene scambiata per compatimento, è per questo motivo che nessuno accetta un aiuto prezioso. Basterebbe poco, una carezza, una parola di conforto. Il Papa ricorda successivamente “La Lettera ai Romani”, citando le parole dell’Apostolo delle genti, il quale afferma con coraggio che coloro che sono dotati di speranza sono i più forti, devono essere un supporto per le infermità o le insicurezza dei deboli, senza però trarne vantaggio per alimentare il proprio ego.
Questo concetto, non deve essere apostrofato solo nel campo della fede cattolica, ma esternato nei sentimenti umani e nei rapporti con i fratelli di fede. Il focus del discorso è quello di non alimentare il male, creando muri o vendicandosi dei torti subiti, cercando di perdonare gli altri piuttosto che ricordare a lungo l’offesa subita. Per il cristiano, deve vincere l’amore, non l’odio. Tuttavia, ricorda inoltre che la speranza non è un concetto da costruire da soli: è grazie ai solidi rapporti con gli altri, che piano piano, mattone dopo mattone, si costruisce la speranza. Nessuno impara a sperare da solo, deve sempre esserci qualcuno che insegna all’altro a sperare. Dobbiamo imparare a mantenere viva la speranza e infondere coraggio ai poveri, gli emarginati che purtroppo probabilmente non sanno più cosa sia la speranza. Papa Francesco parla di un corpo nel quale contenere la speranza: questo corpo è un chiaro riferimento alla Chiesa, il soffio che alimenta la speranza è sottinteso sia lo Spirito Santo. Imparare a sperare è la cosa più difficile del mondo, ma grazie allo Spirito Santo e dunque al nostro Signore la paura sparisce, se siamo in grado di accoglierlo dentro di noi. Infine, il Papa termina l’Udienza con i saluti in tutte le lingue principali.